“Senza dire una parola”
(Viceversa
Records/Audiogliobe)
è il titolo del secondo album dei Bidiel, in uscita l’11 marzo su
tutti gli store digitali. Dodici
nuovi brani registrati al Phantasma
Studio di Ragusa
con le cure sapienti di Carlo
Natoli e con
l’aiuto del
produttore
olandese Arno
Engelhardt
che da Den Hague si è spostato a Catania e Ragusa per lavorare al
nuovo disco del trio.
“Senza dire una
parola”
apre con
“Colla”,
singolo con
videoclip (disponibile su youtube) che ha anticipato l’uscita
dell’album.
“Bianca”
è la seconda traccia, cupa ed energica, la prima canzone che la band
ha suonato insieme, segnandone di fatto l’inizio. Come “Lunedì”,
brano da cui è iniziata la collaborazione con Arno
Engelhardt.
Semplice nelle sue contraddizioni, estesa tra l’asprezza del testo
e la morbidezza del ritornello è “Revolver”,
mentre da una prospettiva insolita, sognante è realizzata “Lettera
ad un vivo” dove
“chi non
c’è più scrive a chi ancora sta combattendo”.
Il
disco prosegue con “Satelliti”,
la canzone che più di tutte rispecchia l’identità del trio. La
titletrack “Senza
dire una parola”
invece è una ballata acustica e delicata, un brano che rappresenta
una novità per i Bidiel.
Quindi si passa dalla rude “Farò
tutto ciò che vuoi”, alla
frenetica e spigolosa “Il
Vuoto”:
parole ermetiche che si prestano a diverse interpretazioni con
urlacci, voci e schiamazzi vari, che rispecchiano il clima giocoso
che ha caratterizzato tutta la fase in studio. “Non
va via”,
che per la band ha un potere rilassante, è dedicata ad una Catania
innevata, città che quasi mai ha visto la neve. “Occhi
neri”,
che gioca sull'immagine del sipario che cala (non rappresenta una
"fine", ma l'attesa di un nuovo "spettacolo") e
“Non eri tu” con la collaborazione di Colapesce
(“quelle
che sembrano percussioni sono in realtà la combinazione di suoni
"particolari", come Brando che si dà colpetti sulla gola,
davanti al microfono”, raccontano
i Bidiel) chiudono il disco in modo soft, con una delle prime canzoni
che la band ha scritto.
I Bidiel,
acronimo delle
iniziali dei nomi di questo trio di giovanissimi catanesi formatosi
nel 2009 (Brando
Madonia -
chitarra e voce, Davide
Toscano -
basso e voce e Luca
Caruso -
batteria), nascono nel 2009: ai tre componenti si aggiunge Mattia
Madonia,
fratello di Brando, “invisibile” autore del gruppo, scrittore (di
libri) di grande talento. Percorsi diversi accomunati dalla passione
per la musica. L’incontro tra questi mondi, umanamente e
musicalmente diversi, genera una forza artistica sorprendente che li
porta sul palco del Teatro
Ariston nel 2012
tra le nuove
proposte del Festival di Sanremo.
Sempre del 2012 il loro primo
album, “Centoluci”
(OTR), che li porta sui palchi di tutta Italia e cementa le basi di
questi tre ragazzi che sentono in questa esperienza solo il primo
passo di una crescita fatta di scoperte sperimentazioni.