Elegante,
bello,
ed
estremamente coinvolgente
il
regista
Lorenzo Vigas,
figlio del famosissimo Oswaldo,
uno dei più importanti artisti del Venezuela e di tutta l'America
Latina, che dopo un corto molto amato, Gli
elefanti non dimenticano,
in concorso a Cannes nel
2004 nella Settimana
Internazionale della Critica, nel
settembre scorso ha vinto il Leone
d’Oro
a
Venezia
con il suo prezioso Desde
Allà,
tradotto in italiano Ti
guardo.
Bravissimi gli interpreti, da Alfredo
Castro,
attore fetiche di Vigas
al giovane esordiente Luis
Silva,
Ti
guardo
è la storia di un incontro tra due abbandoni, due profonde
solitudini, che si trasformano in un amore proibito... interessante
la concezione del racconto per immagini, con una Caracas
bellissima, a volte perfettamente in luce, addirittura abbagliante e
a volte volutamente fuori fuoco, in un flou più che misterioso.
Affascinanti poi i suoi quartieri divisi in caste insuperabili, dai
miserrimi Bloques
di Caricuao,
alle zone ricche, passando per la Candelaria
dove vive Armando(Alfredo
Castro),
il protagonista. Anche Armando quando cammina per la città a volte è
invisibile, un fantasma anche lui fuori fuoco, in bilico tra essere e
non essere…
Ecco
così immagine dopo immagine, venire fuori la realtà venezuelana di
Caracas,
e quella del protagonista Armando, un uomo incapace di relazionarsi
con gli altri e di stabilire un rapporto affettivo, a cui piace
invece guardare i ragazzi spogliati di schiena ma senza mai
toccarli. Realtà che ha anche una terza faccia, quella di
Elder (Luis
Silva)
un giovane delinquente che vive nel quartiere più pericoloso della
città. I rapporti tra Armando ed Elder diverranno sempre più
importanti per l’assenza di una figura di riferimento, quel padre
mai presente nelle loro vite. Il titolo Desde
Allà,
ovvero da
lontano,
si riferisce alla distanza tra Armando ed i suoi desideri. E, come
dice il regista, ‘mi
piaceva molto l’idea di fare un film che parla di un uomo che non
riesce a connettersi con il mondo che lo circonda”.
Da vedere.
Un
film diverso, ma altrettanto interessante The
Pills,
ovvero Luca
Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini, uscito
il 21
gennaio
in 350
copie
distribuite
da
Medusa. Il trio, ormai più famoso della cioccolata ed autore della serie
culto che racconta in rete le disavventure quotidiane di tre
trentenni, si propone il passaggio dei suoi fan generazionali dal
monitor al grande schermo. Il film è da vedere per poter ridere di
come, a volte, anche noi eravamo. I tre, in conferenza stampa dopo
la proiezione, piena di risate, raccontano e si raccontano.
Emozionati, certo, inizia Luigi
Di Capua
che spiega “Abbiamo
cercato di portare il nostro linguaggio internet al cinema. E
rivendendo quello che ne è venuto fuori mi è sembrato curioso. Il
cinema, devo ammetterlo, è stato qualcosa più di una sfida,
soprattutto molto più faticoso dei video che giravamo tra di
noi…”. Luca
Vecchi
sotto il triplice cappello di attore, sceneggiatore e regista
racconta come questo sia stato “un
lavoro decisamente interessante e formativo. Che abbiamo fatto con
grande umiltà. Credo sia stato un buon tentativo e speriamo di
poterne fare ancora altri, magari più riusciti…”.
Matteo
Corradini
invece confessa che non si sarebbe mai aspettato “un
passaggio così importante. Senza dubbio abbiamo imparato molte cose
nuove ed ora speriamo di poter trovare oltre ad un riconoscimento,
la nostra fetta di pubblico".
Prodotto da Pietro Valsecchi, il nuovo re Mida del cinema italiano,
vero e proprio rabdomante per trovare i filoni d’oro degli incassi
Pietro
Valsecchi
ammette ‘tutti
mi chiedono cosa faccio dei numerosi milioni di Zalone. Semplice, li
metto nel cinema. Nella nuova linfa vitale.”