Gennaio
è, per gli spettatori cinematografici, una vera epifania infatti i
film escono a raffica anche tre al giorno con un’offerta più che
sontuosa. Uno di questi che più ci ha impressionato è La
corrispondenza,
dodicesimo lavoro di Giuseppe
Tornatore
con l’affascinante attore britannico Jeremy
Irons,
premio Oscar
nel 1990
per Il
mistero di Von Bulow
di Schroeder
e
la modella e attrice ucraina, naturalizzata francese Olga
Kurylenko,
splendida e credibilissima come oggetto di un amore intenso e
immortale.
E, certamente non una sconosciuta, infatti Olga è
arrivata al successo con Oblivion
di Kosinski
e
To
the Wonder
di Malick.
La
Corrispondenza è la storia di un grandissimo amore che va oltre la
vita, un amore tra un famosissimo professore di astrofisica (Jeremy
Irons)
e di un’allieva fuoricorso, che per mantenersi fa la stuntman (Olga
Kurylenko). Tra
loro oltre alla passione, ci sono trent’anni di differenza, ma, con
un sentimento così profondo, il tempo non conta. Quello che conta
invece è che oltre alla passione dei sensi il cupido che tiene
sempre desti i loro sensi è la tecnologia. Proprio così, l’amore
al tempo di skype, l’amore che resiste a tutto e continua oltre
l’impossibile.
Tornatore
cos’è questo suo ultimo lavoro così diverso …
“È
una storia sull'amore che non conosce ostacoli di nessuna natura,
sulla forza di questo sentimento così grande e misterioso. L'idea
del film, risale a parecchi anni fa. Originariamente prevedeva un
protagonista maschile e più personaggi femminili, ma non mi
persuadeva del tutto. Continuavo così a tenerla nel cassetto. Poi
però ho pensato di basarla solo su due persone. Un uomo e una
donna. Grazie anche alle evoluzioni della tecnologia in tema di
comunicazione, è diventato un progetto pronto per essere
raccontato”.
Irons,
secondo
lei,
le relazioni interpersonali come sono state modificate dalle odierne
tecnologie?
“Credo
sia molto interessante vedere come le relazioni possano continuare a
vivere anche senza che le due persone coinvolte continuino a vivere
insieme. Come abbiamo visto anche nelle storie del passato. E che
vediamo ancora oggi grazie alla tecnologia. A volte incontri persone
solo dopo un contatto online. Qui è esattamente il contrario. Per
me la tecnologia non aiuta la comunicazione emotiva, perché è
tutto troppo veloce. La lentezza con cui pensavi e scrivevi una
lettera invece, ti permetteva di riflettere, cosa che non esiste
quando scrivi una mail. Secondo me le nuove generazioni non hanno
abbastanza comunicazione emotiva, fisica e personale. Quali saranno
le conseguenza di tutto questo nelle nuove generazioni”?
Olga
Kurylenko,
lei è una fruitrice di queste nuove tecniche di comunicazione?
“Sono
indubbiamente comode, soprattutto in ambito lavorativo, per
comunicare velocemente con le persone. Ma non so se tutti questi
social network siano ancora fedeli al loro scopo originario. Credo
invece che oggi portino alla luce solo il nostro egocentrismo,
amplificandolo. Penso che tutto questo contribuisca ad uccidere il
momento, mentre non ci accorgiamo più di quello che realmente
accade intorno a noi.”
Vi
abbiamo incuriositi, allora andate a vederlo, intanto perché è un
lavoro che merita e poi perché siamo sicuri che non ve ne pentirete.