Libri, "La mia testa danzante" di Armando Fusco, in arte Army. L'intervista di Fattitaliani: è bello creare e donare, lasciare tracce di sé

La musica espressione di sé e dei propri pensieri, creata prodotta e condivisa senza perseguire alcun fine di guadagno, ma solo per il gusto di regalare qualcosa agli altri, gratuitamente, liberamente. È la filosofia di Armando Fusco, in arte Army, artista napoletano con all'attivo finora quattro dischi pubblicati. Domani, con l'arca e l'arca editore esce "La mia testa danzante", il suo primo libro con due racconti e composizioni in versi: "c'è tutto il mio mondo dentro - afferma - quello che ho vissuto, che mi ha fatto soffrire, meditare, meravigliare, amare... è una presa di coscienza di quello che sono oggi, un uomo adulto con un cuore da eterno adolescente sempre in lotta con se stesso ma che non si danna più per questo ". Fattitaliani lo ha intervistato.

Perché hai deciso di scrivere il libro? Lo stimolo definitivo ti è venuto grazie a qualcuno o a qualcosa? 
Per dare un’immagine completa di me; in questi anni mi sono descritto attraverso le canzoni e ancora lo faccio, la scrittura è un modo più incisivo per esserci e per mandare messaggi. 
La scelta del titolo? 
Io sono una testa danzante, ovvero uno che pensa, che ritratta con se stesso di continuo, vivo tutto nella mia testa, fuori esce una terza parte di quello che sono dentro. Questo può essere interessante ma può anche condurti alla pazzia; per fortuna ho trovato un modo per acquietarmi, ovvero l’arte che dà un senso al mio vivere. 
Allegare un cd è una questione di identità o che cosa? 
È un altro aspetto di me e un progetto che mi affascinava; naturalmente sono sempre lavori autoprodotti, faccio quello che posso, spero solo di aver avuto buon gusto. 
I brani inediti in che cosa possono essere riconducibili al contenuto del libro? 
L’inedito Trascorre riprende parole del mio primo racconto del libro cioè Castano chiaro cenere, narra l’inquietudine di una persona che si riflette nel cambiar sempre taglio e colore dei capelli mentre Dear darkness è una cover di PJ Harvey, cantautrice inglese, ed è un omaggio all’oscurità nella quale ho voluto vivere per anni; entrambi i brani sono stati curati da Dagon Lorai, quello che ha scritto Vanità che mi ha lanciato sul web, una persona e un artista sensibile, forse l’unico vero amico che ho nel mio ambiente musicale. 
Tempo fa a Fattitaliani hai dichiarato i tuoi modelli ispiratori per la musica. In fatto di lettura, quali sono i tuoi gusti? 
Leggo un po’ di tutto, non ho autori preferiti; spesso vado in libreria e mi aggiro tra gli scaffali alla ricerca di titoli che possano colpirmi, mi lascio sedurre dalle note di copertina anche. Da un po’ di tempo ho riscoperto i classici come Leopardi, Dostoevskij, Pirandello mentre mi piace la scrittura fresca e intrisa di magia di Banana Yoshimoto. Grande stima poi per un intellettuale come Pasolini e per la poesia di Alda Merini. Un libro ti fa davvero compagnia e ti insegna tanto. 
Foto di Giuseppe Barbato, cui s'ispira il disegno di copertina del libro di Army
Si legge che il libro "contiene fatti vissuti e visti in giro"...: guardandoti attorno che mondo scorge il tuo sguardo? 
Un mondo che vive di apparenze, di cose futili, dove anche le tragedie vengono vissute come fiction televisive; in definitiva, è un mondo fatto di finzioni. Io ho vissuto poco e anche se non sembra ho sofferto molto dentro e ho scoperto la Fede che devo però coltivare meglio, ho capito che la spiritualità ti salva la vita, ti dà un senso a tutto anche se credi di non avere nulla e di non aver realizzato nulla. 
Un artista vede cose che altri non vedono? 
L’artista è un osservatore della realtà,un’anima sensibile che riporta poi tutto a suo modo in varie forme di espressione. 
Sei appassionato anche di disegno: che soggetto rappresenti soprattutto? 
Forse non ho mai raccontato che a sette anni io disegnavo fumetti di fantascienza sullo stile dei Fantastici 4, i giornalini per ragazzi che andavano in voga negli anni '70; mi insegnò un amico alle elementari e da lì poi sono diventato un abile figurinista, disegnavo intere collezioni di abiti per signora meravigliando tutti che mi raccomandavano di iscrivermi al Liceo artistico poi ho anche dipinto su tela. Il fatto è che però io ho vissuto l’arte sempre come una passione da coltivare e non da guadagnarci sopra e ancora faccio così, regalo le mie cose anche a chi non lo meriterebbe... non importa, è bello creare e donare, è bello lasciare tracce di sé.
Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top