Siamo tutti bombardati da telefonate che arrivano da numeri sconosciuti e con le quali gentili signori e signorine ci rompono le scatole dall’Albania o dalla Romania per venderci un contratto telefonico. In teoria uno non dovrebbe ricevere telefonate del genere se non è sull’elenco telefonico o si è iscritto al “Registro delle Opposizioni”. In realtà i gestori danno in appalto il lavoro a call center all'estero ottenendo il doppio scopo di spendere meno e depistare le autorità che dovrebbero proteggerci dall’abuso (che sono, evidentemente, depistabilissime).
Come reagiamo di solito all’ennesima telefonata?
Bloccando il telefono esasperati, e spesso dopo avere mandato a quel paese il chiamante.
In ogni caso, ce ne liberiamo nel minor tempo possibile.
ERRORE!
Ora vi spiego - e non lo faccio da scrittore, ma da ex direttore marketing di una società, quindi fidatevi.
Questi call center sono ossessionati dai tempi. Sanno bene che statisticamente, solo pochissime telefonate, poniamo una su cento, va a buon fine. Il loro obiettivo è quindi quello di fare quante più telefonate/ora possibile, perché più ne fanno, più clienti agganciano. Se i novantanove chiamati che non vogliono "comprare" bloccano subito, gli fanno un piacere, perché gli consentono di fare più telefonate totali/ora e quindi più contratti.
Cominciate a capire come difendervi, eeeh?
Bravi: la strategia più efficace consiste nel fargli perdere tempo, la cosa che temono di più.
E quindi siate gentili. Fingete interesse. “Davvero posso risparmiare? E come funziona, cosa dovrei fare?”. Chi vi ha chiamato già si frega le mani, pensa di avere beccato quello buono. Poi, dopo una trentina di secondi, dite che suonano alla porta, o che avete qualcosa sul fuoco, o che vi piange il bambino. Pregate di attendere: “la cosa mi interessa, non se ne vada, solo un secondo... ” e tornate dopo un minuto. Quello sarà probabilmente ancora in linea. Riprendete la conversazione, chiedete spiegazioni ma senza accettare niente. Siete voi che avete agganciato lui! Poi chiedete scusa di nuovo e vi allontanate, e così via finché sarà lui a bloccare. Se lo fate con costanza, vi metteranno probabilmente in un elenco - "Maledetti Disgraziati Da Non Richiamare" - e vi lasceranno in pace. Se invece insisteranno, perlomeno vi prenderete la soddisfazione di essere voi a fare arrabbiare loro, e non viceversa.
Carlo Barbieri
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.