PESCARA - Maria D’Alessando
è autrice del libro “Racconti
nella memoria degli immigranti abruzzesi“,
italiano e spagnolo, con la prefazione di Goffredo
Palmerini, pubblicato a
Buenos Aires
nel 2010 ed uscito in seconda edizione nel 2013.
Così tra l’altro
scrive Palmerini nella prefazione al volume: “La
memoria non
è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un
presente che non finisce mai di passare (Octavio
Paz, premio Nobel per la letteratura).
Lo si scopre leggendo
questo lavoro, prezioso se non altro per la passione che lo anima e
per la corale partecipazione d’una comunità regionale, residente
in una città d’Argentina, ansiosa di non disperdere nell’oblio
il senso profondo del proprio passato, talvolta lontano nel tempo.
Maria D’Alessandro questo fa, documentando non solo lacerti della
propria cultura e della memoria collettiva d’una comunità, partita
in gran parte dalla provincia di Chieti, in Abruzzo, nel secondo
dopoguerra e ritrovatasi in Argentina a costruire la prospettiva del
proprio futuro, ma anche rafforzando quel senso di comune
appartenenza che illustra al meglio l’associazionismo d’origine
abruzzese in ogni continente. Dunque, per quanto questo volume appaia
nella sua sobrietà ed innocente freschezza, in effetti è un
prezioso contributo al rafforzamento del legame tra coloro che
condividono comuni radici, coltivandone con orgoglio la memoria e
scrivendone, fors’anche inconsapevolmente, una tessera di storia
civile (...)”.
Maria
D’Alessandro
così ci dice come è nato il suo libro: “L’opera, che è stata
scritta raccogliendo le storie dalla viva voce dei corregionali che
hanno vissuto a cavallo di due continenti, è una raccolta di
racconti memorie, poesie, indovinelli, aneddoti. Molti
emigranti abruzzesi raggiunsero l’Argentina per riavviare la
vita in un paesaggio di pianura con molte divisioni delle varie terre
che comunicavano tuttavia tra loro con la ferrovia. Qui le mani
febbrili dei nostri conterranei modellarono abitazioni, magazzini,
chiese. Con grande passione operarono: Enrico Spinelli, Antonio Di
Pietrantonio, Maria e Aurora Di Nardo, Antonio Lattanzio, insieme a
molti altri. E’ successo in Bernal, Quilmes, San Francisco
Solano, Florencio Varela e Berazategui. I ricordi dell’anima
sono rimasti intatti, come un cofanetto di gioielli, collane, anelli
e spille. Gli undici capitoli che riflettono la giocosità,
l’ingegno, la religiosità, la testardaggine, gli affetti,
l’attaccamento alla terra spesso venivano ascoltati nel
silenzio della sera, quando avevano finito la lavorazione della terra
e la cura per le greggi, altri seduti in classe, e tutti oggi tessono
queste storie che ammiriamo e magnifichiamo. Quando mi sono
avvicinata al Circolo Abruzzese avevo questa idea e la sentivo come
una missione: raccogliere ricordi, emozioni, storie imparate intorno
al focolare. Fui ascoltata da Angelo Di Donato, allora
Presidente del Circolo Abruzzese e della FEDAMO, la Federazione
delle Associazioni Abruzzesi in Argentina, e
così cominciai. Si direbbe che la memoria ha la sua dinamica, come
un fiume che scorre: a volte lo fa in fretta, mentre altre volte non
tanto. Ma va sempre alla ricerca di qualcuno che l’ascolti e
ne faccia tesoro. Così questi ricordi, che i miei amici mi
hanno confidato, forse ci avvicinano maggiormente alla terra dei
nostri antenati”.
La
scrittrice Enrica
Filippi,
nel suo volume “Donne
coraggiose. Storie dell’emigrazione femminile”,
dice che è ancora poco conosciuta la storia di queste donne
coraggiose che intrapresero viaggi lunghissimi a fianco del padre o
del marito e talvolta da sole. Nel libro viene delineato anche il
profilo di Maria
D’Alessandro,
tra altre donne ricche di forza e coraggio, che si fa apprezzare per
la capacità culturale, l’intelligenza, lo spirito
associazionistico e l’attaccamento alla tradizione italiana. Nel
suo libro bilingue “Racconti
nella memoria degli immigranti abruzzesi”
l’autrice compendia proverbi, favole, racconti, poesie, custodite
con amore per gli abruzzesi e molisani arrivati all’Argentina
negli ’50. “Maria
D’Alessandro comincia ogni mattina, accende il computer e dopo aver
dato un’occhiata alla posta, passa a Facebook, al Foro Inmigracion
Abruzzesa, rinnovando giorno per giorno lo spazio virtuale quale
luogo d’abbraccio tra gli immigrati italiani sparsi per il mondo,
che come lei si riconoscono nella cultura italiana”.
Maria
D’Alessandro nasce il 3
marzo 1947 in Italia a San
Vito Chietino, in provincia
di Chieti. All’età di 5 anni, nel 1952, con la madre e le sorelle
raggiunge il padre in Argentina
e la famiglia si riunisce. Nel 1982 torna in Italia e per due anni
frequenta
l’Università degli Studi di Firenze. Ritornata
in Argentina, si laurea in Geografia. E’ sposata e ha un figlio.
Nel 2005 consegue il Primo premio al Concorso di letteratura FEDAMO,
indetto dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina.
Nel 2010 raccoglie i ricordi dei suoi compaesani nel libro bilingue
“Memorie di racconti
abruzzesi”. Il 23 maggio
2013, con “Racconti nella
memoria degli immigranti abruzzesi”,
seconda edizione del libro,
viene invitata a Pescara
al “Rosadonna - Festival dell’Eccellenza femminile d’Abruzzo”.
Il 30 agosto e il 14 novembre 2013 presenta il libro a Rosario
(provincia di Santa Fe) e
Paraná
(provincia di Entre Ríos). Nell’ottobre del 2012 e 2014 viene
invitata all’evento “Buenos Aires celebra l’Italia” dal
Comitato degli Italiani all'Estero (Comites) della capitale
argentina. Nell’ottobre 2013 viene intervistata da Generoso
D’Agnese per la rivista Il
Messaggero di Sant’Antonio in un articolo dal titolo “Italiani
nel Mondo: Argentina. Memorie abruzzesi”.
Il 23 aprile 2014 viene intervistata come scrittrice ed emigrante in
una conversazione con gli abitanti del Comune 6 della Città di
Buenos Aires.
Con
il patrocinio dell’ANFE
(Associazione
Nazionale Famiglie Emigrati)
il volume “Racconti
nella memoria degli immigranti abruzzesi”
di Maria
D’Alessandro
è stato presentato a Pescara
il 14 maggio 2015 da Goffredo
Palmerini,
nella Rassegna di libri “Un libro in un quarto d’ora”,
nell’ambito della seconda edizione del “Rosadonna - Festival
dell’Eccellenza femminile d’Abruzzo”.
Dal
18 al 28 maggio 2015 la scrittrice partecipa con la poesia
“Sradicamento”
alla mostra
fotografica “Ritratti poetici in controtempo”, allestita negli
spazi dell’ex-Aurum di Pescara, dove gli scatti di Ginevra
Di Matteo
interagiscono con le installazioni del regista teatrale Sabatino
Ciocca
e del videomaker Loris
Ricci,
sotto la curatela di Massimo
Pamio.
Tra i volti che si sono distinti c’è quello di Maria D’Alessandro
dall’Argentina.
“Sei
venuta dal mare e dalla montagna, da un paesaggio di ghiaia e
colline...” (Sradicamento). La
scrittrice ha inoltre partecipato a
vari
incontri in
“Omaggio alle donne immigrate”.
Come coordinatrice del
Foro Inmigracion Abruzzesa di Buenos Aires Maria
D'Alessandro è stata Ospite
d’onore alla 58ª Settembrata Abruzzese Cenacolo, tenutasi l’8
maggio 2015 a Pescara Colli, nell’incontro “Poesia Teatro Musica,
tutto rigorosamente in dialetto”, condotto dalla presidente
Gabriella Serafini.
La scrittrice italo-argentina, commossa, ha ringraziato nel
ricevere dalle mani della presidente Serafini la raccolta antologica
di poesie dialettali “Poeti d’Abruzzo” ed ha espresso la
grande emozione di essere presente nel volume. Commossa ancora
nell’ascoltare le poesie della sua terra d’origine, il monologo
‘Anniversario di nozze’ e una parte di ‘Rosario Rosario’,
infine i canti accompagnati dall’organetto che hanno segnato la
fine della serata. In Italia ha
ricevuto due riconoscimenti: il Premio
Dean Martin a Montesilvano
(Pescara), per aver diffuso la cultura italiana fuori dall’Italia,
e il Diploma di Merito al Concorso letterario “Lettera d’Amore
2014” a Torrevecchia Teatina (Chieti). Qui di seguito tre brani
tratti dal suo libro “Racconti
nella memoria degli immigranti abruzzesi”.
Il
cane scappa
Guarda, guarda il cane scappa,
ha portato via la pappa
via la pappa del mio bambino
per portarla al cagnolino
il suo cagnolino tutto contento
se la mangia in un momento
se la mangia e fa bu bu
e la pappa sparì.
Guarda, guarda il cane scappa,
ha portato via la pappa
via la pappa del mio bambino
per portarla al cagnolino
il suo cagnolino tutto contento
se la mangia in un momento
se la mangia e fa bu bu
e la pappa sparì.
(Bianca
Ciarniello: imparata
da nonna Sunta quando ero bambina)
Stella
stellina
Stella, stellina,
La notte si avvicina
La fiamma se spegne
La mucca nella stalla
La mucca e il vitello
La chioccia e il pulcino
La pecora e l’agnellino
Ognuno ha il suo bimbo
Ognuno ha la sua mamma,
Tutti fanno la ninna nanna.
Stella, stellina,
La notte si avvicina
La fiamma se spegne
La mucca nella stalla
La mucca e il vitello
La chioccia e il pulcino
La pecora e l’agnellino
Ognuno ha il suo bimbo
Ognuno ha la sua mamma,
Tutti fanno la ninna nanna.
(Antonio
Lattanzio: imparata
a 10 anni)
Il
nonno e il nipote
C’era una famiglia contadina che lavorava la terra. Il nonno si chiamava Gregorio e il nipote Ciccio e ragionavano in maniera differente. Il nipote sosteneva che con i soldi si potesse comprare tutto.
Ciccio: Con i soldi si compra il pane
Gregorio diceva: Il pane sì, ma non l’appetito
C: Compro il letto
G: Ma non il sonno
C: Compro un libro
G: Ma non l’intelligenza
C: Compro i vestiti
G: Ma non la bellezza
C: Compro la casa
G: Ma non il focolare
C: Compro le medicine
G: Ma non la salute
C: Compro una donna
G: Ma non l’amore
C: Compro divertimenti e lusso
G: Ma non la felicità
C’era una famiglia contadina che lavorava la terra. Il nonno si chiamava Gregorio e il nipote Ciccio e ragionavano in maniera differente. Il nipote sosteneva che con i soldi si potesse comprare tutto.
Ciccio: Con i soldi si compra il pane
Gregorio diceva: Il pane sì, ma non l’appetito
C: Compro il letto
G: Ma non il sonno
C: Compro un libro
G: Ma non l’intelligenza
C: Compro i vestiti
G: Ma non la bellezza
C: Compro la casa
G: Ma non il focolare
C: Compro le medicine
G: Ma non la salute
C: Compro una donna
G: Ma non l’amore
C: Compro divertimenti e lusso
G: Ma non la felicità
(Antonio
Di Pietrantonio: imparata
dal nonno tra i 13 e i 14 anni)