Giornata mondiale dell'ambiente: la Cina ridurrà emissioni. Parla Luca Mercalli

“Sette miliardi di sogni. Un Pianeta. Consumare con cautela”: è il titolo dell’odierna Giornata internazionale dell’Ambiente promossa dalle Nazioni Unite, che quest’anno viene ospitata dal Governo Italiano nell’ambito di Expo. Alla vigilia dell’appuntamento, l’Onu ha fatto sapere la Cina è pronta ad assumere entro giugno un impegno formale per un accordo globale sui gas serra. La firma è prevista durante il vertice mondiale sul clima che si terrà a dicembre a Parigi. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana: 

R. – Non è la prima volta che la Cina annuncia di voler prendere dei provvedimenti importanti per la riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti. Se oggi lo conferma, si mette nel solco di quello che dovrebbero fare tutti gli altri governi mondiali in vista della grande Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, attesa a Parigi all’inizio di dicembre, dove tutti gli Stati dovranno prendere dei seri provvedimenti vincolanti per la riduzione del loro carico di emissioni. Lo dovranno fare i Paesi occidentali che già avevano adottato il Protocollo di Kyoto, ma che escludeva allora i Paesi in via di sviluppo. E dovrà farlo l’intero pianeta, ovviamente, con una gradazione diversa a seconda delle condizioni economiche e sociali di ogni Stato. Ormai non ci sono più scuse: il problema climatico sta andando così avanti che non ci possono essere più sconti per nessuno.
D. – Quali sono le speranze legate alla Conferenza di Parigi, anche alla luce dei sostanziali fallimenti che si sono registrati in occasione di altri appuntamenti del genere in passato?
R. – Da osservatore, guardo che cosa accade nel mondo. Fino adesso, gli allarmi scientifici sono stati limpidi e assolutamente chiari. Invece, negli scorsi anni, si è fatta campagna contro questi messaggi anche da parte di gruppi negazionisti che, ovviamente, avevano sia interessi ideologici sia economici per rallentare e invischiare il processo di transizione dall’energia fossile a quelle rinnovabili. Adesso mi sembra che ormai tutti questi elementi siano chiari e vengano ribaditi ogni giorno dai fatti climatici che si stanno già verificando un po’ su tutto il pianeta, pur essendo dei fatti ancora fortunatamente locali e temporanei. Tuttavia, sappiamo che i danni maggiori cominceranno a palesarsi nei prossimi decenni e a quel punto sarà troppo tardi. La fase di prevenzione scade adesso, per cui è in questi anni che devono essere presi gli ultimi provvedimenti: questi potranno spostare la traiettoria di aumento della temperatura dai cinque-sei gradi, verso la quale siamo proiettati ora, a quella più ragionevole dei due-tre gradi, con la quale è più facile scendere a compromessi.
D. – Il 18 giugno uscirà l’Enciclica del Papa sull’argomento e la Chiesa ha sempre sollecitato a rispettare e tutelare l’ambiente…
R. – Questo potrà aiutare sia i grandi leader politici alla Conferenza di Parigi a prendere delle decisioni più incisive, ma credo che sia importante anche per gli individui: chiunque si riconosca nella religione cristiana, a questo punto, anche se non capisce nulla di scienza, se non ha voglia di informarsi, avrà un principio autorevole a cui rispondere, quindi anche un principio etico che, essendo diramato dal Papa, sarà punto di riferimento anche per i comportamenti individuali.
D. – Cosa può fare il singolo concretamente?
R. – Tantissime cose. Prima di tutto la consapevolezza: il singolo deve prendere coscienza – cosa che ancora non ha fatto, dato che larghi strati della popolazione ritengono che l’ambiente e la natura siano dei giacimenti infiniti, dai quali prelevare tutto ciò che ci serve e restituire rifiuti. L’altro punto fondamentale da cui si può partire è l’abbattimento di tutti gli sprechi di cui oggi la società, occidentale in particolare, è immersa. Noi siamo una società che spreca tantissimo: lo spreco certamente genera danno ambientale senza creare vantaggi per nessuno. L’abbattimento dello spreco non ci fa perdere nulla, anzi, ci fa guadagnare e può essere il primo passaggio intelligente per ridurre anche le emissioni e l’inquinamento. Eugenio Bonanata, Radio Vaticana, Radiogiornale del 5 giugno 2015.
Fattitaliani

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