Da un decennio il Teatro Libero di Rebibbia ha “aperto” le
porte alla Città col Festival dell’Arte Reclusa che
trasforma la “Città Dolente” in un luogo di promozione
culturale per artisti, attori, musicisti, autori, cittadini reclusi e
cittadini liberi. La Ribalta - Centro Studi
Enrico Maria Salerno organizza il progetto
sotto la direzione di Laura Andreini Salerno e Fabio
Cavalli, con la collaborazione artistica di Valentina
Esposito.
Col sostegno di Roma Capitale-Assessorato alla Cultura, il
contributo del MIBACT, della Regione Lazio, in
collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria e la Direzione della C.C. Roma Rebibbia N.C.,
si offrono ai cittadini reclusi laboratori di formazione e corsi di
specializzazione ai mestieri dello spettacolo. Al pubblico si propone
un ricco Cartellone fra teatro, musica, cinema che ha
trasformato Rebibbia N.C. in uno dei principali teatri della Capitale
per qualità della proposta artistica ed affluenza di pubblico
esterno al carcere.
Nel 2012 i detenuti-attori della Compagnia, guidati da Fabio Cavalli,
hanno accettato la sfida lanciata dai fratelli Taviani:
portare al cinema il Giulio Cesare di Shakespeare. Così è
nato il film Cesare deve morire, co-prodotto dal Centro
Studi Enrico Maria Salerno, vincitore dell’Orso d’Oro al
Festival di Berlino, che ha proiettato l’esperienza di Rebibbia
a livello internazionale.
I concetti di Bellezza e Giustizia – declinati artisticamente nelle
forme più varie - sono le linee guida dell’esperienza del Festival
dell’Arte Reclusa. Nella visone dell’antica grecia kalos
(il bello) e agathos (la virtù civile, il giusto agire) sono
i termini con cui si definisce la massima aspirazione umana. L’unione
di Bellezza ed Eticità fu il fondamento dell’agire artistico e
dell’intera costruzione della cultura occidentale. Il carcere,
luogo così lontano da ogni armonia, può essere il banco di prova
per verificare se Bellezza e Giustizia non possano essere tutt’ora
elementi fondanti del fare artistico. Oltre ogni orpello, moda e
convenienza. Per la pura necessità di una dolente comunità umana di
riscattare colpa e sofferenza attraverso i potenti strumenti della
poesia, della cultura, dell’arte.
Questi sono gli appuntamenti fra Teatro, Musica, Cinema, Incontri
ed Editoria:
Il 3 luglio,
al Teatro del Carcere IL
VIOLINISTA SUL TEVERE,
opera musicale con i
detenuti attori e musicisti e l’Orchestra
Popolare Romana.
Direzione musicale di Franco
Moretti. Coordinamento artistico di Fabio Cavalli. Il 24
luglio e poi il
27 novembre Arturo Ué
Reloded,
ispirato a La
resistibile ascesa di Arturo Ui
di Brecht, surreale adattamento di Fabio Cavalli per i Liberi
Artisti Associati, resi
celebri dal film dei Taviani.
A settembre
TEMPO BINARIO,
drammaturgia e regia di
Valentina Esposito, con la Compagnia degli ex-detenuti del carcere di
Rebibbia. Ad ottobre
Segnalibro 2015:
“IL
BUONO E IL GIUSTO – L’ETICA VISTA ATTRAVERSO LE SBARRE”
con la presentazione
dell’e-book
“DALLA CITTÀ
DOLENTE”
realizzato dai detenuti di
Rebibbia sull’INFERNO
di Dante. Poi il “radiodramma
dal vivo” SONATA
A KREUTZER, da
Tolstoj, adattamento
di Massimiliano
Griner e Antonella
Ferrera, regia di Fabio Cavalli. A novembre
il CINEMA A REBIBBIA,
con proiezione di una selezione delle migliori opere della Stagione
sul tema della Giustizia. Si chiude il 14
dicembre al Teatro Argentina
con PER L’ALTO MARE
APERTO, storie
di naufragi ed approdi, dalla voce dei detenuti-attori provenienti da
ogni sponda del Mediterraneo,
drammaturgia e regia di Laura
Salerno e Valentina Esposito - composizione e direzione musicale di
Franco Moretti con l’Orchestra Popolare Romana.
Info e prenotazioni su
www.enricomariasalerno.it
– laribalta@tiscali.it
“Il
violinista sul Tevere”
Direzione
musicale di Franco Moretti
con
i detenuti musicisti ed attori di Rebibbia e
l’Orchestra
Popolare Romana
Coordinamento
artistico di Fabio Cavalli
Prosegue la collaborazione fra i detenuti-musicisti di
Rebibbia guidati da Franco Moretti e l’Orchestra Popolare Romana.
Il questa Stagione debutterà uno spettacolo che, come sempre,
coinvolge musica e narrazione. Sette musicisti “reclusi” e dieci
“liberi” si accordano sulle tavole del palcoscenico di Rebibbia
per presentare al pubblico un’opera originale, ispirata al viaggio
nella Capitale di un musicista ebreo proveniente dal lontano Est
europeo, col suo bagaglio di tradizioni culturali e musicali.
Cosa sarebbe accaduto se quel violinista, sul finire
dell’ ‘800 fosse giunto a Roma portando con sé le sue musiche
così diverse da quelle che risuonavano nella Città Eterna? E se il
nostro violinista - parente stretto di quell’altro tante volte
raffigurato da Chagall - avesse potuto comprendere e parlare il
linguaggio muto ed eterno delle innumerevoli statue che popolano
Roma? Partendo da queste premesse fantastiche si è sviluppata una
storia che, alternando brani klezmer e popolari romani, racconta del
confronto tra due musiche e due culture così diverse sulle rive del
Tevere.
“Il violinista sul Tevere” ha
la durata di circa un’ora, senza intervallo, e
prevede la partecipazione di più voci narranti e due cantanti scelti
fra i detenuti attori e musicisti di Rebibbia. Gli strumentisti sono
diciassette. Repertorio klezmer, sefardita, liturgico e della
tradizione romana. Direzione musicale di Franco Moretti.
Coordinamento artistico di Fabio Cavalli.