Georges Blin, "normalien" e pioniere della "critica filosofica", già professore alla Sorbona e al Collège de France, è scomparso il 14 maggio scorso. I funerali si sono svolti il 18 maggio a Parigi.
In Italia non era tanto noto come Georges Bataille, Maurice Blanchot o Jean Starobinski, forse per ragioni politiche e non solo editoriali. Ma il suo magistero, in Francia e all'estero, soprattutto in Giappone, è inconfutabile. Grande baudelairista e stendhalista, Blin è stato un cultore della filosofia di Kierkegaard, di Heidegger e di un certo esistenzialismo. Gaston Bachelard, a proposito del breve scritto "L'incisione", aveva detto che egli aveva fondato una "psicoanalisi materiale del desiderio di incidere".
Nel suo discorso di prolusione al Collège de France, dal titolo "La Cribleuse de blé", egli aveva criticato lo strutturalismo degli anni Sessanta e Settanta, reo, secondo lui, di voler sopprimere l'autore che rimane invece indissociabile dall'opera. Il critico, nell'ottica di Blin, deve essere considerato come l'«ombra» dello scrittore, in un modo tale che quell'ombra, però, «non sia più lunga dell'uomo, altrimenti ci troveremmo nell'ora in cui il sole è basso». L'ombra cui egli alludeva, ovviamente, è quella di «mezzogiorno», a segnalare la presenza discreta, non invadente, dell'esegeta. Una postura diremmo intenzionale e fenomenologica che non gli preclude di organizzare il discorso con dissertazioni e collegamenti personali, senza mai negare, come faceva spesso Sartre, da lui duramente attaccato a proposito del suo "Baudelaire", il diritto all'autonomia estetica.
L'editore Solfanelli è il primo in Italia ad aver proposto da tempo, e pubblicato proprio in questi giorni, un suo straordinario trattato filosofico sul dolore ("Di un certo consenso al dolore"), edito nella collezione Arethusa a cura di Giuseppe Grasso. Altri lavori del grande cattedratico francese sono in cantiere da tempo sempre presso Solfanelli per rendere omaggio a un intellettuale che ha lasciato una profonda traccia del proprio pensiero nella cultura del secolo scorso. Il 12 giugno il libro sul dolore, con vari interventi e moderato dal prof. Giulio Alfano, sarà presentato a Roma nella splendida Sala dei Papi in piazza della Minerva.