Verrà
presentato Martedì 21 Aprile presso la Libreria Mondadori di Via del
Pellegrino il romanzo “16 Maggio 1977.
Storia di un crimine vero” scritto da Roberto
Giansanti
con Raffaella
Perleonardi
(David and Mattahus Edizioni). A distanza di circa 40 anni il noto
gioiellerie romano racconta i 53 drammatici giorni della sua
prigionia, avvenuta in un covo romano mai identificato ad opera di
esponenti della Banda della Magliana.
Quello
di Roberto Giansanti fu l’inizio di una lunga e terribile stagione
di sequestri eccellenti, che annoverano tra i tanti quello del Duca
Grazioli, dell’imprenditore Danesi, fino a quello dell’On. Aldo
Moro.
“Ci
ho messo così tanto tempo a liberarmi di questo “segreto” per
vari motivi - dichiara l’Architetto Roberto Giansanti, oggi tra i
massimi esperti di preziosi nonché perito del Tribunale di Roma - ma
finalmente ce l’ho fatta. Avevo paura delle possibili ritorsioni ma
soprattutto non mi sentivo ancora pronto ad esternare pubblicamente
quella maledetta violenza che ho vissuto. Ho cercato di nasconderla
negli anni, agli altri e a me stesso. Ma è stato impossibile”.
Nel
racconto di Giansanti raccolto dalla Perleonardi in forma di romanzo,
sono facilmente rintracciabili certi personaggi riconducibili a
persone realmente esistite. Ci sono ‘Oto, Il Moro, Il Riccetto,
Mezza Tacca, Due Nei, Janbon detto “Il Francesino”. Tutti
balordi, cattivi e spregiudicati. Tranne uno, L’Uomo del Sud, il
più umano, quello che al prigioniero portava acqua e bende e che
nell’orecchio del Giansanti sussurrava: “Non
ti faccio morire qua, ti prendo e ti lascio davanti ad un ospedale se
stanno per ammazzarti”.
Ed
ecco i ricordi, lucidi e ancora incredibilmente vivi nella mente del
“detenuto”. “Sono
stato pestato, minacciato con la pistola in bocca, deriso e umiliato.
Un naso rotto, un’infezione agli occhi che mi faceva impazzire per
non so quale spray urticante mi avevano schizzato al momento del
sequestro, avvenuto sotto casa, a Talenti, dopo vari appostamenti
anche in Via Lanciani”.
Giansanti
ricorda: “Nonostante
i tappi di cera alle orecchie sentivo qualcosa, a volte riconobbi dei
nomi, o il modo di parlare di uno dei carcerieri che sembrava proprio
quello di un noto cantante romano dell’epoca. Ho sentito che con i
soldi del mio sequestro e con quelli del Duca Grazioli avrebbero
preparato qualcosa di eclatante. Per un mese sono stato bendato, poi
non più, mentre loro usavano i passamontagna, ma a volte qualcuno
pensando che dormissi qualche leggerezza l’ha commessa: nel ’79,
a distanza di due anni dalla liberazione, riconobbi quello che nel
libro chiamo “Il Moro”. Fu arrestato, ma incredibilmente poco
dopo fu rilasciato, prima che fosse ammazzato…”.
Il
sequestro Giansanti, tra prove occultate, depistaggi e false
dichiarazioni, resta ancora oggi un caso irrisolto
Alla
presentazione del volume parteciperanno esponenti delle istituzioni,
delle forze dell’ordine, del giornalismo e della cultura.
Scheda
tecnica:
Titolo:
16 maggio
1977 Storia di un crimine vero
Autore:
Raffaella Perleonardi e Roberto Giansanti
Prezzo:
€ 19,90
Pagine:
252
Editore:
David and Matthaus
Lingua:
Italiano
ISBN:
978-88-6984-003-6