Ecco una notizia che farà
felice i cultori di arte nonché quelli di storia locale e che allo
stesso tempo rappresenta un motivo di orgoglio e di onore per la
Ciociaria e tutto il Paese.
In effetti alle cosiddette
Scuderie del Quirinale a Roma è stata inaugurata da pochi giorni dal
Presidente della Repubblica stesso, una esposizione di prestigio di
opere di Matisse, artista che, come si sa, con Picasso è il più
grande del Novecento.
Henri Matisse, alla guisa
di Degas, di Manet, di Renoir, di Rodin e di tanti altri aveva
necessità quasi irrinunciabile di contemplare davanti a sé in posa
il corpo di un modello, maschio o femmina. Il modello o la modella
era sia motivo di ispirazione e sia attore delle parti e ruoli che
l’artista aveva in mente in quel momento, non di rado il
protagonista stesso dell’opera in fieri. E in realtà Matisse ha
realizzato alcune opere notevoli con il modello Cesidio
Pignatelli che lui chiamava Bevilacqua, e
poi con Carmela Caira,
poi con Rosa Arpino,
tutti originari di Gallinaro, paesetto appollaiato su un cucuzzolo al
centro della Valcomino che fa fatica a comprendere pienamente il
ruolo incredibile che la Storia gli ha destinato e cioè quello di
essere l’Olimpo, la Giverny, delle modelle e dei modelli di
artista. Ma la modella ciociara che più è stata accanto a Matisse
e che più di tutte ha significato nella sua storia
artistica e anche personale, fu la sorella
della summenzionata Rosa Arpino, Loreta, che l’artista chiamava
Lorette e anche
Laurette, come testimoniano la maggior parte delle almeno cinquanta
opere che Matisse dipinse da lei ispirato. Ed ecco la notizia: alle
Scuderie sono esposte tre opere che ci illustrano Lorette: una
intitolata “l’Italienne”, la prima che Matisse dipinse in una
fredda giornata del fine-estate o autunno del 1916 al quarto piano
di un edificio lungo la Senna, quasi di fronte a Notre Dame, a
Parigi. Loreta, intimidita e timorosa -si tratta di lavoro, di
guadagnare il proprio pane!- indossa un abitino modesto e consunto
che, in aggiunta, mal si adatta a quella giornata, che in verità
sarà la prima di un lungo periodo di parecchi mesi. L’artista ha
47 anni ed è considerato uno dei grandi dell’epoca, epperò anche
lui è indeciso e impacciato, quasi
condizionato e suggestionato da quella
presenza goffa e umile e in manifesta soggezione davanti a lui. E
questo quadro, “l’Italienne”, rispecchia e fa tralucere
pienamente l’imbarazzo e la insicurezza dei due in quei loro primi
incontri: l’uno il grande artista affermato e l’altra la povera
modella; si osservi bene, un fatto quasi inaudito: l’artista ha
dipinto a Loreta quattro mani,
prova evidente dei dubbi e della insicurezza. Il secondo quadro in
esposizione invece, intitolato “Lorette con il copricapo
persiano”, già connota e evidenzia altre atmosfere e altre intese
e situazioni: l’armonia tra l’artista e la modella è ormai
realizzata e completa. E vi ammiriamo Lorette distesa e serena, le
sue lunghe ciocche nere luccicanti che fecero scrivere ad Alberto
Arbasino che ‘erano nere come anguille’. E’ esposta poi una
terza opera, probabilmente è pure la più importante e significativa
di tutta l’esposizione, la perla del Museo della Orangerie alle
Tuileries a Parigi che è la sua casa abituale: “Le tre sorelle”.
Così intitolato dall’artista stesso in quanto illustra Loreta,
Rosa e la terza sorella Maria Elena, la minore. Un soggetto che molto
attrasse il pittore tanto che, sempre con le tre sorelle davanti a
lui, ne fece una edizione a forma di trittico, di formato maggiore,
che oggi si ammira in Philadelphia.
Torneremo in prosieguo sul
tema allo scopo di fornire altri e più adeguati particolari su
queste opere e su Lorette. Si rammenta che è presente nelle librerie
un volume dal titolo di “MODELLE E MODELLI CIOCIARI”
che ben illustra questi personaggi affascinanti e unici che hanno
improntato della loro presenza la storia dell’arte occidentale.
L’esposizione dura fino al 21giugno ed è aperta tutti i giorni,
senza interruzione settimanale e il costo del biglietto è di dodici
Euro.
Michele Santulli