Musical, Fattitaliani intervista Alfonso Lambo, autore e regista di "Sarà perché ti amo": vi parlo della mia "creatura"

Prodotto da Kansas Dj Produzioni, ha debuttato al Barclays Teatro Nazionale di Milano il musical "Sarà perché ti amo" che resterà in cartellone fino al 15 marzo: un affiatato cast (Andrea Verzicco, Altea Russo, Paola Ciccarelli, Giada D’Auria, Tiziana Lambo, Lucia Blanco, Giorgio Camandona, Marta Belloni, Andrea Rossi, Fabrizio Corucci e Bruno De Bortoli) racconta quattro intense e diverse storie con le coreografie di Andrea Verzicco e la regia di Alfonso Lambo che lo ha anche scritto. Fattitaliani lo ha intervistato.

 Come mai un musical incentrato sulle canzoni dei Ricchi e Poveri?
Perché avevo il desiderio di trovare una colonna sonora che avesse lo stesso linguaggio diretto e dinamico della storia che stavo scrivendo e quando ho incontrato il repertorio dei ricchi e poveri è scattata la magia... e così è nato il musical! 
Quali sono i brani del musical e in che modo si legano alla narrazione della storia? 
I brani del musical spaziano dal periodo anni 70 a quello 80/90: si parte da "Che sarà" a "La prima cosa bella" per arrivare a "Se m'innamoro", "Mamma Maria" , "Voulez-vous danser", "Canzone d'amore", la bellissima "Come vorrei" e ovviamente "Sarà perché ti amo"! Inoltre ho riscoperto brani come" Piccolo amore mio" per il quale sono completamente impazzito, "Baciamoci", "M'innamoro di te" e tanti altri. Tutti i brani si legano principalmente alle dinamiche e agli intrecci della storia che cambiano di atmosfera ed emotività e anche alle caratteristica di ogni personaggio. 
Difficile piazzare, produrre e rappresentare un musical italiano tutto nuovo e originale? ci racconti le fasi salienti della gestazione? 
È molto difficile produrre uno spettacolo totalmente nuovo e soprattutto far capire le sue potenzialità. Ci ho messo sette anni, in cui mi sono battuto e ho difeso il mio progetto (quasi un figlio per me) cercando di non perdere la sua purezza iniziale. Sarà perché ti amo nasce da amore e ho cercato di non perdere mai quel punto di partenza. Ci sono state più fase salienti: dalla scrittura all'incontro con i primi produttori, alla chiacchierata con i Ricchi e poveri. Ma il momento più importante è stato l'anno scorso quando ho deciso di investire da solo in un workshop per presentare finalmente la mia idea: e da lì ho avuto la fortuna di avere un cast strepitoso e un team creativo di altissima professionalità, geniale e capace di valorizzare tutto con i pochi mezzi a disposizione. E poi l'incontro con il Barclays Teatro Nazionale: un teatro di grande prestigio che ha accolto mio figlio e lo ha coccolato e lo coccola anche ora. Quest'anno essere parte della stagione del teatro è veramente un onore. Ringrazierò per sempre Matteo Forte e Sergio Zafferini per avermi dato questa possibilità.
Avevi subito pensato di farne anche la regia oppure no? 
Assolutamente sì. Mentre impostavo la scrittura immaginavo già la messa in scena. 
Quali sinergie avete messo in atto con il coreografo Andrea Verzicco? 
Sono sinergie che ci portano ad avere lo stesso linguaggio scenico e che rende quello che viene raccontato sempre chiaro che sia parlato cantato o ballato... Ci basta solo raccontarci quali sono le emozioni che proviamo in quel momento specifico dello spettacolo. Andrea Verzicco è stato il primo, sette anni fa, a sapere della mia idea e se n'è innamorato subito. Le sue coreografie sono semplici ma d'impatto (come i brani dei Ricchi e poveri) e sanno arrivare dritte al cuore mettendoti anche una gran voglia di scatenarti! 
Qual è il tuo background?
Il mio background è fatto di teatro (tra assistente alla regia e scrittura) e musica: da ragazzino volevo essere una rockstar! Il linguaggio teatrale e musicale per me viaggiano sullo stesso binario! 
Il musical della tua vita?
Chicago (Bob Fosse mi ha sempre affascinato) ma ci sono anche titoli nuovi che mi hanno conquistato e ispirato nel mio lavoro. 
Il ruolo per antonomasia?
L'antagonista in generale, che sia cattivo, ironico o entrambe: i ruoli fuori dagli schemi mi intrigano sempre. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata

L'INTERVISTA A BRUNO DE BORTOLI
Fattitaliani

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