A fine ottobre è uscito il disco d'esordio della band romana Blooming Iris dal titolo "Amondawa": il nome deriva da un piccolissimo gruppo etnico del Brasile. Gli si deve il titolo dell’album perché questa popolazione non conosce il concetto di tempo e gli individui che ne fanno parte cambiano nome a seconda della fase della vita che stanno attraversando. L’intento dell’album è quello di catapultare l’ascoltatore in una dimensione che, per l’appunto, non conosce il tempo, libera da ogni sorta di fardello che la vita di tutti i giorni comporta. “Amondawa” raccoglie brani che fanno parte di un rock senza tempo che si sposa con sintetizzatori e campionamenti propri della musica elettronica. Le atmosfere intime, talvolta surreali e le ritmiche trascinanti si mischiano con una voce calda che si muove velocemente tra registri vocali differenti. L'intervista di Fattitaliani ai Blooming Iris.
L'album "Amondawa" che cosa riassume dei vostri sforzi e della vostra gavetta?
“Amondawa” riassume la voglia di cambiamento e rinnovamento che ci ha spinto lungo tutta la fase di scrittura. È un’istantanea senza filtri, senza modifiche. Eravamo noi, ora siamo già diversi.
La scelta del titolo in che maniera ha a che vedere con il contenuto del cd?
Mentre scrivevamo sentivamo sempre il bisogno di dover evadere la realtà, poiché gli impegni, gli orari, rendevano sempre più difficile fare ciò che amiamo per davvero: musica. Ci siamo dovuti ritagliare momenti, spazi, anche di notte, tardi. Quando siamo venuti a conoscenza degli Amondawa, una tribù che vive senza conoscere il concetto di tempo, abbiamo subito deciso che quello sarebbe stato il titolo dell’album. Tra le altre cose, a distanza di tempo ci siamo resi conto che quasi tutti i testi parlano di cose o persone che non fanno più parte della nostra vita, o che non abbiamo mai avuto. In questa mancanza, ci siamo sentiti simili agli Amondawa.
Potete raccontare un aneddoto curioso legato alla creazione del disco?
Daniele e Nicolò frequentano la stessa università. Una volta, presi dalla voglia di finire un pezzo, hanno abbandonato la lezione e si sono seduti in biblioteca. Non curanti del silenzio che regnava, un po’ appartati, si sono messi a scrivere, computer alla mano. Sono stati cacciati dalla bibliotecaria, che tuttavia si è complimentata con loro due perché le piaceva quello che stavano scrivendo.
Quell’immagine ci ha sempre riscaldato. Volevamo che colori e figure rispecchiassero la nostra musica e allo stesso tempo ci facessero sentire a casa. Lo stesso vale per il font, volevamo fosse tutto più vero possibile.
Fra esperienze in comune e underground diverso, in che modo "Amondawa" vi ha unito ancora di più?
Ha svelato dei lati che erano ancora rimasti nascosti. Questo non ha fatto che rafforzare e far maturare la nostra amicizia. La musica cresce assieme alla persona, e vogliamo che nel nostro caso racconti di noi. “Amondawa” è anche il punto di contatto tra tutte le nostre differenze.
Alcune vostre canzoni nascono dal caso, dal momento: Roma è una città che si presta bene ad essere territorio e risorsa creativa?
Sinceramente no. Ci piacerebbe isolarci dal mondo per scrivere, magari in campagna, tra le montagne o in una località di mare. In passato lo abbiamo anche fatto e forse lo rifaremo. Roma offre spunti di riflessione ma ti distrae, infastidisce, come una mosca che ti ronza attorno mentre cerchi di dormire. Non a caso “Amondawa” è per noi una realtà parallela che ci protegge dal caos e dalla frenesia. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
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I Blooming Iris sono Nicolò Capozza (voce), Daniele Razzicchia (chitarra, synth), Guglielmo Sacco (basso), Andrea Orsini (chitarra) e nascono nell'autunno del 2010.
Dopo due anni di lavoro pubblicano il loro primo EP "Field": 5 brani rock graffianti che collocano subito la band come nuova interessantissima realtà rock della capitale. Nel settembre del 2012 esce il videoclip ufficiale del primo singolo estratto "Li(f)e". Durante la promozione di "Field" la band arriva a suonare sopra numerosi ed importanti palchi romani (Circolo degli Artisti, Traffic Live Club, Init) dividendo il palco con artisti come M+A, Sadside Project, About Wayne e gli inglesi Amusement Parks On Fire. Nel giugno del 2013 esce il videoclip del secondo singolo "Hello Wonderland!" che porta la prestigiosa firma de IL POLIMORFO e che si colloca al terzo posto tra i miglior video del 2013 nella classifica Cheap Sound (cheap-sound.com). Il 24 giugno 2014 esce il singolo "Woodlack" che preannuncia una crescita dal punto di vista musicale che la band vive e concretizza col secondo disco "Amondawa", in vendita dal 23 ottobre. Dal 18 novembre esce “Raw”, un brano che è una promessa di fedeltà verso se stessi, verso i propri valori e verso la strada che si è scelto di percorrere. È una delle tracce più potenti del disco e quella da cui emerge tutta la voglia di sorprendere e trascinare con forza l'ascoltatore.
Nicolò Capozza (voce) - Fondatore dei Blooming Iris. Ha iniziato a studiare canto non appena fondata la band. Autore di tutti i testi del gruppo.
Daniele Razzicchia (chitarra e synth) - Producer e DJ per i Blooming e per se stesso. Prima di questo progetto ha avuto esperienze in studio e live anche con altre formazioni, insieme a Guglielmo.
Guglielmo Sacco (basso e campionatore) - Ha da sempre suonato insieme a Daniele nei gruppi che hanno preceduto il progetto Blooming Iris, anche lui DJ.
Andrea Orsini (chitarra e seconde voci) - Ha avuto numerose esperienze chitarristiche e collaborato con artisti quali Frank Gambale, Andrea Braido e Alessandro Benvenuti. Insegna chitarra in una scuola di musica ed ha alle spalle alcuni progetti che l’hanno portato anche fuori dall’Italia.
Siti Di Riferimento:
Facebook: www.facebook.com/bloomingirisofficial