Giornata internazionale della bambina. Intervista a Raffaele Salinari, presidente di "Terre des Hommes"

Il mondo celebra oggi la giornata internazionale della bambina. Secondo i dati di Terre des Hommes, 31 milioni di bimbe non possono andare a scuola, mentre sono 14 milioni quelle costrette a sposarsi. In Italia, invece, sono aumentati dell’87% i maltrattamenti in famiglia. L’Associazione Terre des Hommes ha lanciato la campagna "Indifesa" per proteggere tutti i minori e fermare il fenomeno delle schiave domestiche attraverso un sms al numero 45596. Maria Gabriella Lanza ha intervistato il presidente Raffaele Salinari

R. - Il nostro è un mondo che sembra non amare particolarmente i bambini. Ripensare ai diritti dell’infanzia e centralizzarli, farne un fatto politico, oltre che culturale e naturalmente sociale, vuol dire ripensare il futuro. 
D. - Solo in Cina, a causa dell’aborto selettivo, mancano all’appello ogni anno cento milioni di bambine… 
R. - In alcune società, si crede appunto che una bambina sia una disgrazia e non un’opportunità. Mancano all’appello tantissime bambine che dovrebbero nascere, ma soprattutto si fotografa una distinzione tra generi che non è assolutamente accettabile. Se i generi sono due, vuol dire che hanno una ragione di esistere. Soprattutto, hanno decisamente diritto alla parità di opportunità e, prima ancora, di esistenza. 
D. - Le bambine non godono degli stessi diritti dei bambini, sono 31 milioni quelle che non possono andare a scuola… 
R. - La scuola è una precondizione fondamentale. Se si vuole cambiare la società, si deve permettere alle bambine di poter studiare e quindi all’espressione di se stesse. Una società che non permette alle bambine di andare a scuola, è una società che esprime soltanto una piccola parte delle proprie potenzialità. Per esempio, Maud è una delle nostre testimonial, quando racconta la sua storia - lei è dello Zimbabwe - dice chiaramente: "Io sono una delle tante bambine, che da piccole si alzavano alle cinque, o alle sei per andare a scuola. Facevo cinque chilometri, spesso non mangiavo, poi tornavo a casa e poi lì naturalmente mi dicevano che dovevo fare i lavori di casa. Poi mi potevo mettere a fare i compiti. Nonostante questo però, ero contenta di andare a scuola". Come diceva Nelson Mandela: “L’unica maniera per cambiare la società è, appunto, lo studio e la cultura". 
D. - Anche in Italia sono aumentati i maltrattamenti in famiglia… 
R. - Il problema dell’aumento della violenza nei confronti delle bambine in Italia fotografa una situazione ancora più complessa negli ultimi anni, che sono anni di crisi economica, di crisi sociale. Tutti questi fattori si scaricano sulla famiglia che diventa poi il “collettore” di tantissime frustrazioni e le bambine i “parafulmini” attraverso le quali si scarica tutto ciò. Maria Gabriella Lanza, Radio Vaticana, Radiogiornale dell'11 ottobre 2014. 
Fattitaliani

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