Jesus Christ Superstar, prima mondiale a Roma con la reunion storica del cast

L’anteprima di Jesus Christ Superstar di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice si doveva fare all’Arena di Verona ma per il consenso tributato dai romani nella passata stagione (Cinquantamila spettatori in due mesi, interminabili standing ovation e applausi a scena aperta ad ogni replica), si terrà nella capitale il 19 settembre. 

Sarà a Verona il 12 ottobre con lo stesso allestimento scenografico ma commisurato allo spazio. Per la prima volta dopo quarant’anni le stars del film, insieme dal vivo. Ted Neeley (Jesus), Yvonne Elliman (Maddalena) e Barry Dennen (Ponzio Pilato). 
Ted Neeley, Yvonne Elliman e Carl Anderson (il Giuda nero del film, scomparso prematuramente nel 2004), avevano girato il film nel 1972, programmato nel '73. Prima avevano già recitato a Broadway e Yvonne e Carl avevano a loro volta già registrato l’Lp poiché erano stati loro a creare i personaggi di Maddalena e Pilato. L’ultima volta che hanno recitato insieme con Yvonne era il 2006, a Los Angeles per raccogliere fondi per giovani attori. 
Ted è il più anziano della compagnia. Alla domanda di cosa sia cambiato nei loro personaggi dopo tanti anni, Yvonne ha risposto che aveva diciassette anni e pensava che Maddalena fosse la mamma di Gesù. Con gli anni, ha imparato a conoscerla. Barry Dennen: Pilato era quasi coetaneo di Gesù è normale che in età matura lo si interpreti diversamente. Neeley: Lunghi intervalli in cui non ha visto gli altri interpreti ma tutti hanno sempre sentito una sorta di connessione spirituale. Ogni volta che tornano a lavorare insieme. 
È come se si fossero lasciati il giorno prima. Come opera, crea l’atmosfera dello stare insieme che non ha trovato in nessun altro spettacolo. Tutte le persone che lavorano in questo spettacolo è come fossero una persona sola. L’energia viene trasmessa anche dal pubblico quando entra in platea. Un’energia che li arricchisce anche dietro le quinte. Quando iniziano le prime note dello spettacolo, l’energia cresce ancora di più. 
Quando entrano in scena è come se la restituissero al pubblico. Ogni performance è cresciuta con lui. Negli ultimi anni sono state ritrovate alcune scritture e quindi ha avuto modo di approfondire ancora di più il suo personaggio. 
Per il film si era presentato al provino per il ruolo di Giuda ma il regista ha voluto provinarlo anche per il ruolo di Gesù e poi glielo ha assegnato, dandogli molti consigli per renderlo migliore. Solo dopo molti anni dall’uscita, vedendolo con amici, ha compreso l’essenza spirituale del film. Era ciò che voleva realizzare il regista, vedere gli ultimi sette giorni di vita di Gesù con gli occhi degli amici. 
All’epoca il film nasceva avvicinando il movimento pacifista al movimento Hippy, oggi viviamo in un periodo di guerre, è ancora valido il messaggio utopico di pace? Ho recitato in Hair per tre anni, anche quello era un periodo di guerra (Vietnam), noi attori venivamo invitati nelle Università per parlarne. Sul palco portavamo ciò che avveniva nelle strade. Adesso è molto diverso, le persone parlano di guerra solo nella cerchia degli amici. In Italia c’è difficoltà a comunicare con il potere. Bisogna imparare ad accettare di essere d’accordo con chi non lo è. Entrambi potremmo imparare qualcosa. 
Nel ruolo di Giuda, Feysal Bonciani, fiorentino classe 1990, scelto da Massimo Romeo Piparo e da Ted Neeley, tra oltre cinquecento candidati arrivati da tutta Italia per le audizioni del precedente spettacolo e che dice di essere emozionato ed orgoglioso di interpretare questo personaggio. Lo spettacolo rigorosamente in lingua originale, far rivivere tutte le emozioni della rivoluzionaria pellicola degli anni 70. Rimarrà in scena ffino al 28 settembre e poi si sposterà all’Arena di Verona ed al Teatro Arcimboldi di Milano dal 16 ottobre al 2 novembre. Sul palco anche l’Orchestra dal vivo di 12 elementi diretti dal Maestro Emanuele Friello e l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce: le scenografie sono di Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso; i costumi di Cecilia Betona. Elisabetta Ruffolo.
Fattitaliani

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