Introdotti da Carlo Freccero e da Antonio Visca, responsabile del canale Sky Atlantic HD, Pino Insegno e Adriano Giannini hanno raccontato ai giornalisti le difficoltà riscontrate nell'affrontare i personaggi complessi di Martin Hurt (Woody Harrelson) e Rustin Cohle (Matthew McConaughey), detective protagonisti della prima stagione di True Detective, in onda su Sky Atlantic dal 3 ottobre.
E' stata una vera sfida doppiare il personaggio di Matthew McConaughey in True Detective, racconta Adriano Giannini.
Un ruolo appassionante ma complesso. Ero in giro per il mondo ed ho visto la serie tv in originale. Tornato in Italia ho chiamato la sala doppiaggio e mi sono proposto per doppiare questo personaggio. Lo volevo fare a tutti i costi.
E l'ho fatto.
Che difficoltà hai incontrato in questo lavoro?
Premetto che non sono un assiduo doppiatore ma ho trovato tecnicamente difficile doppiare questo personaggio per diverse ragioni. Però allo stesso tempo è più semplice doppiare personaggi di alto livello che attori con meno qualità. Voglio dire che mi sono trovato a lavorare su un personaggio premio Oscar come McConaughey e tutto quello che mi serviva era lì a portata di mano. Bastava guardare lo schermo, entrare negli occhi del personaggio, respirare insieme a lui per cercare di capirlo.
Data la sua complessità ho cercato di non razionalizzarlo e di seguire "la sua filosofia". Lui vive in una sorta di allucinazione che fai fatica a capirlo.
La prima difficoltà riscontrata è sicuramente il viaggio temporale che fa l'attore nella storia. Ho fatto un lavoro sui timbri e i colori della sua voce.
Voce che subisce delle trasformazioni a causa dell'alcool, delle sigarette e della droga. Ho lavorato sulla grassezza della voce.
Il personaggio è strafatto, più che parlare, rantola. Quindi il timbro della voce si doveva adattare a queste sue problematiche.
Che altra tecnica hai usato?
Bè certamente ho fatto un notevole sforzo fisico, perché il dialogo fosse influenzato anche da una certa predisposizione fisica derivata dallo stato d'animo del personaggio.
Quante ore di lavoro avete dedicato a questo doppiaggio?
Tantissime, circa 8-9 ore al giorno.
E dopo il lavoro in sala doppiaggio come ti sentivi?
Di solito non porto il lavoro a casa ma devo dire che per questo film ho dovuto faticare a distaccarmi dal ruolo, dopo essere uscito dalla sala doppiaggio ho impiegato del tempo per tornare alla normalità.
Per quanto riguarda Pino Insegno che lavora al doppiaggio da circa 35 anni ha confermato che nel lavoro del doppiatore è importante anche coinvolgere la propria fisicità che sicuramente aiuta.
Pino Insegno: Sono stato felice di lavorare con Adriano e Rodolfo Bianchi direttore del doppiaggio ha fatto un ottimo lavoro.
Che difficoltà hai incontrato invece tu rispetto ad Adriano nel doppiaggio?
Sicuramente i preconcetti che quando uno è un attore comico non può recitare il drammatico.
Ho insegnato al centro sperimentale di cinematografia e credo che ogni attore debba dedicarsi al doppiaggio al di là se poi decide di lavorare come doppiatore. Questa tecnica è fondamentale per la recitazione ed aiuta lo stesso attore nella sua professione. Emanuela Del Zompo.