Dopo le vetrine del Festival Internazionale di Roma 2013 - Alice nelle città e all’estero (Santa Barbara International Film Festival 2014), presentato a Roma al Nuovo Cinema Aquila, al Farnese e al Madison “Se chiudo gli occhi non sono più qui” regista Vittorio Moroni che ha scritto anche la sceneggiatura e che dopo cinque anni di gestazione, insieme a Mark Manaloto, Giorgio Colangeli, Beppe Fiorello e Hazel Morillo ha voluto trasformare l’uscita del film in una notte on the road in cui interpreti e regista si sono spostati da un cinema all’altro.
Riuscito perfettamente l’intento di Moroni, presente in sala con gli interpreti, ci ha fatto sentire a casa nostra o di amici, quando dopo un film, scambiamo impressioni e commenti.
Ambientazione nel Nord-est, dove ogni giorno si discute di integrazione e nei quali la società multietnica stenta ancora a decollare. Protagonista è Kiko, interpretato dall’esordiente Mark Manaloto, un immigrato di seconda generazione, figlio di madre filippina e padre italiano morto in un incidente stradale, lasciando un grande vuoto ed un mare di debiti. Ed è per saldarli che Kiko dopo la scuola è costretto a lavorare, in un cantiere edile, trascurando lo studio e rischiando di venire bocciato per la seconda volta.
A gestire il cantiere è Ennio (Beppe Fiorello), nuovo compagno della mamma di Kiko. Il ragazzo è in piena adolescenza ed attraversa momenti di rabbia e di dolore causati dalla morte del padre. Il regista riesce con grande sensibilità, maestria e con la potenza espressiva delle immagini, a “dipingere” un affresco poetico di emozioni intorno alla storia di un ragazzo speciale. Kiko “non è più qui” perché si rifugia in un bus abbandonato, nascondiglio ma anche santuario alla memoria del padre. La condizione di orfano per Kiko è un “dato di fatto narrativo ma anche una metafora della sua generazione” che in un’Italia allo stremo delle forze non ha speranze per il futuro. Kiko è senza padre, la mamma non è capace di sognare con lui e non ha maestri credibili in grado di aiutarlo a trovare la sua strada.
Incontrerà Ettore (Giorgio Colangeli) che si presenta come ex professore e amico del padre. E’ lui che accende in Kiko l’amore per la conoscenza (“la filosofia non serve per la scuola, serve per te”) e lo studio e lo stimola a ribellarsi e lottare per il proprio futuro. E’ come se Ettore volesse “passare il testimone” a Kiko. Riuscirà il ragazzo a compiere il suo faticoso percorso di formazione?
“Davvero senza parole...” è il commento di Vittorio Moroni sull’accoglienza che è stata riservata al film in tutte le sale che hanno visitato, qualcosa che non aveva mai sperimentato in vita sua. Un'infinità di persone che ha riempito e fatto traboccare i cinema aggiungendo proiezioni e facendo cambiare le sale, da piccole a grandi...! Conserverà come ricordo indelebile ciò che è avvenuto dopo la proiezione: “occhi sospesi, facce di chi torna da un lungo viaggio, parole calde, grate, una specie di abbraccio vastissimo. Mi sono sentito come un naufrago sull'isola, che all'improvviso vede passare una nave e dalla nave vede braccia che si tendono promettendo accoglienza”.
Il film è da non perdere.. facciamo in modo che queste braccia diventino tantissime.
Elisabetta Ruffolo.