di Caterina Guttadauro La Brasca - Giovanna Vigilanti, ideatrice
del filone dei Giobini, nasce a Belvedere Marittimo, sulla magnifica
Costa dei Cedri, nel febbraio del 1983, trascorre l’infanzia e l’adolescenza
sulle Dolomiti Bellunesi, per trasferirsi nel 2001 a Ravenna, dove risiede
attualmente. Amante della scrittura, fin dalla tenera età, è vincitrice di
svariati Premi Letterari Nazionali ed Internazionali, tra i quali i prestigiosi
“Città di Cattolica Pegasus Literary Awards” e “Il Canto delle Muse”, con il
Primo Premio per la Narrativa Inedita, il “Premio Montefiore”, “Scrittura
Creativa Antonio Bruni”, che annoverano tra i partecipanti grandi autori
italiani e internazionali. Scrive racconti per fanciulli e per tutti coloro che
lo sono rimasti nel cuore. Oggi si dedica non solo alla letteratura, ma anche
al teatro, sia come attrice, sia come produttrice di testi per letture
spettacolo. L'intervista di Fattitaliani.
D. Lei
ha esordito ed ha continuato con un filone, definito Fantasy. Ci spiega cos’è?
R. Il mio esordio
letterario è avvenuto con il libro Fantasy dedicato ai bambini dal titolo “1001
Giobini avventure” pubblicato dalla casa editrice Pegasus Edition. Il Fantasy è
un genere letterario in cui il mito, l’immaginazione e gli elementi fantastici
si fondono insieme creando storie irreali di cui 1001 Giobini avventure ne è un
esempio. Il libro infatti è una miniera di avventure in mondi immaginari e
affascinanti, in cui non esistono confini invalicabili o imprese impossibili da
affrontare.
I protagonisti si troveranno
coinvolti in eventi ricchi di sfide da superare, che li metteranno alla prova
e, dopo mille difficoltà, il “Bene” trionferà sempre.
I racconti sono educativi
poiché richiamano il rispetto per gli altri e la natura, il senso della
comunità, dell’amicizia e dell’amore.
D. Alla luce dei riscontri che
ha avuto, a suo parere, questa tipologia di Letteratura è ormai a tutti gli
effetti equiparabile alla Narrativa e agli altri generi?
R. Sicuramente ci
troviamo in un periodo in cui si sta riscoprendo il genere Fantasy, che sta
addirittura contagiando altri generi letterari, apparendo in opere drammatiche
o poliziesche, opere che inizialmente non l’avrebbero considerato consono al
proprio settore. Quindi si può affermare che la narrativa e tutti gli altri
generi letterari iniziano a percepire il genere Fantasy in maniera diversa.
Anche alla luce delle esperienze personali, questo genere è molto apprezzato
soprattutto da bambini e i ragazzi, tanto da essere equiparabile a tutti gli
effetti agli altri generi letterari.
D. Da dove parte il suo
interesse per il FANTASY?
R. Credo che anche
se siamo oramai in un’epoca prettamente virtuale, in cui parliamo e ci
confrontiamo quasi esclusivamente attraverso i social media e il computer, non
siamo diversi da come erano i nostri genitori a venti anni, e come loro
cerchiamo ancora modelli da seguire; abbiamo bisogno di sperare di farcela con
le nostre forze e sogniamo di poter vincere i nostri limiti, scoprendo in noi
stessi risorse sorprendenti. I personaggi dei libri fantasy sono chiamati a
superare una lunga serie di ostacoli con astuzia e intraprendenza e questo ci
fa sentire in stretto contatto con loro. Abbiamo in comune più di quanto
immaginiamo! Ed è proprio questa somiglianza che ci fa apprezzare maggiormente
questo genere, la sua irreale realtà.
D. E’ una letteratura per tutti
o solo per le fasce giovani? Ha esperienze di Interazioni con le scuole?
R. Il Fantasy è un
genere letterario adatto a tutti, ma credo che sia visto con un po’ di
diffidenza dagli adulti, forse perché si è portati a credere che distragga
dalla realtà, dai problemi reali, dai pericoli veri. Ma per affrontare la
realtà servono strumenti, guide, qualcuno che ci insegni a distinguere il bene
dal male, il vero dal falso, serve poter sperare e per fare questo ci sono i
genitori, gli insegnanti e… i libri: un eroe positivo che trasmette un
messaggio di speranze è un buon inizio.
Perciò lunga vita al Fantasy e
alla fantasia, agli insegnamenti positivi e necessari, ai messaggi di speranza
e ai libri che li contengono.
Da qualche anno porto avanti
progetti di lettura, scrittura e laboratori incentrati sui miei libri presso le
scuole dell’infanzia e le scuole primarie. I bambini sono molto curiosi e
attenti ed è davvero piacevole vederli immersi nell’ascolto della favola che
sto leggendo loro. Nelle scuole primarie le attività prevedono l’ascolto delle
favole e le attività manuali sono legate ai personaggi, alle loro
caratteristiche caratteriali e agli insegnamenti delle storie.
Gli alunni delle scuole
elementari apprezzano in modo particolare il genere Fantasy e grazie a questo
interesse riesco a stimolare in loro l’attenzione e la fantasia, attraverso
l’ascolto, l’apprendimento, la discussione sul testo letto, la scrittura e la
manualità, con le attività pratiche utilizzando i materiali più svariati.
I progetti svolti presso le
scuole secondarie di primo grado, invece, prevedono l’approfondimento dei testi
e degli a autori affrontati in classe quali La Divina Commedia di Dante
Alighieri oppure l’Odissea di Omero: non siamo forse di fronte ai due più
grandi Fantasy della letteratura?
D. Lei ha partecipato al
Festival delle Dolomiti per il Fantasy, che esperienza è stata?
R. Il Dolomity
Fantasy è la prima grande manifestazione dedicata al mondo del gioco e del
cosplay, che si svolge a Trichiana, paese della provincia di Belluno. In questa
bellissima manifestazione si fanno rivivere i personaggi dei fumetti, dei
videogiochi, dei film, dei film d’animazione e della letteratura fantasy. Nelle
due giornate dedicate alla manifestazione, lungo le vie e nelle piazze del
paese puoi imbatterti nei personaggi di Star Wars, del film Ladyhawke, e anche
nei Prestogiobini; ti sembra di essere all’interno del tuo libro o del tuo film
preferito. Durante l’evento ho presentato con grande piacere il mio libro
fantasy “1001 Giobini avventure”, facendo vivere sul palco i Prestogiobini, i
personaggi delle mie storie. La partecipazione a questo evento è stata
emozionante e magica. All’interno della manifestazione si è svolta la
premiazione del concorso letterario “Trofeo del lupo” dove un mio racconto
inedito a tema fantasy si è classificato al secondo posto. Porto un bellissimo
ricordo di questa esperienza, che spero di poter rivivere negli anni a seguire.
D. È contenta di avere editato
con la Pegasus?
R. Sono davvero
felice dell’esperienza editoriale che sto vivendo con la casa editrice Pegasus
Edition di Cattolica in tutti i suoi aspetti. L’editore ha saputo creare un prodotto
di alta qualità, dalla carta pregiata all’impaginazione, mi ha coinvolta in un
percorso ricco di presentazioni, fiere e rassegne; percorsi fondamentali per
dare una buona visibilità sia all’autore che al libro. Gli autori Pegasus sono
inseriti in un contesto letterario fascinoso, fatto di incontri con personalità
del mondo dello spettacolo e con altri tantissimi autori, ma quello che più
conta è il fantastico rapporto d’amicizia che si è creato con tutto lo staff
dall’inizio di questa bellissima avventura.
D. Quali
libri ci sono attualmente sul suo comodino?
R. Nei mesi passati
mi sono dedicata alla lettura di alcuni testi di generi diversi, fra cui anche
fantasy di autori Pegasus che ho trovato ben scritti e molto interessanti, ma
attualmente mi sto dedicando alla lettura e allo studio della Divina Commedia,
di cui conosco anche alcune parti a memoria e che considero la storia fantasy
fra le più antiche.
D. L'ultimo
"grande" libro che ha letto?
R. “Jane Eyre” di
Charlotte Bronte è il romanzo vittoriano, che ho riletto con molto piacere di
recente. E’ un romanzo d’amore, psicologico e sociale, in cui il contesto
storico viene svelato durante la narrazione. Le osservazioni di Jane sulla
società che la circonda e su se stessa, la descrizione dei luoghi e della
natura sono elementi di verità. Jane è un personaggio con il quale il lettore
non può che entrare in sintonia e con il quale non può che condividere le gioie
e le delusioni; si tratta di un’eroina che fa della dolcezza e della fermezza
le sue armi vincenti. E’ da considerarsi un romanzo splendido, scritto in modo
piacevole ed evocativo, che ci ricorda come l’amore e l’affetto nascano anche e
soprattutto dai cuori più feriti.
D. Chi o cosa influenza la sua
decisione di leggere un libro?
R. Prima di leggere
o acquistare un libro mi soffermo sia sulla quarta di copertina che
sull’incipit e credo che lo facciano un po’ tutti gli appassionati di libri.
Ultimamente le righe che concedo ad un autore per catturami vanno diminuendo,
come se mi bastassero davvero poche parole per capire se ho voglia di investire
il mio tempo o passare oltre. Le occasioni in cui mi sono lasciata consigliare
da una persona fidata nella scelta di un libro sono state rare e in alcuni casi
sono stata anche fortunata.
D. Quale
classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?
R. Il Ritratto di
Dorian Gray è un classico scritto da un autore che possiede una capacità
letteraria indiscutibile. E’ una storia affascinante, apparentemente molto
semplice ma che, in fondo, racchiude una grande morale. Vivere senza regole,
inseguendo cose fittizie, si rischia di perdere la propria anima. E una storia
attuale, che per l’iniziale ricerca continua del piacere e della bellezza
estetica rispecchia molto bene il materialismo moderno. I protagonisti del
racconto, Dorian e Henry, ricordano alcuni giovani di oggi, che si illudono di
poter vivere andando contro tutte le regole della morale. Come tutte le opere
del decadentismo, è scritto con uno stile incantevole, molto piacevole da
leggere, grazie alla scelta accurata delle parole, proprio per creare, in ogni
pagina, un capolavoro stilistico.
D. L'ultimo
libro che l'ha fatta commuovere/piangere?
R. L’ultimo libro
che mi ha fatto commuovere è stato il romanzo “Storia di una ladra di libri” di
Markus Zusak. La storia è ambientata nella Germania nazista del 1939, in cui la
morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l’inizio. Il giorno del
funerale del suo fratellino, Liesel la protagonista raccoglie un libriccino
abbandonato nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante allo stesso
tempo. Quindi senza pensarci due volte lo raccoglie come prova tangibile di un
ricordo per il futuro. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia
d’amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un
talismano contro l’orrore che la circonda.
D. L'ultimo libro che l'ha fatta
arrabbiare?
R. L’ultimo libro
che mi ha fatto arrabbiare è stato sicuramente “E’ Savòr, il sapore della
Romagna”, libro scritto magistralmente da Marco Galizzi. “E’ Savòr” è una
storia ambientata in Romagna nel settembre del 1944, ormai verso la fine della
Seconda Guerra Mondiale. E’ un libro che si presta molto bene alle letture
spettacolo, ed è in grado di farti vivere i momenti tragici della guerra, la
sofferenza, la fame e la violenza ingiustificata; ma ti fa anche ribollire il
sangue, fa salire quella rabbia per gli eventi dolorosi, ingiusti e crudeli che
hanno sconvolto la nostra terra e non solo la Romagna.
D. Quale libro sorprenderebbe i
tuoi amici se lo trovassero nella sua libreria?
R. Il libro che
sorprenderebbe i miei amici se lo trovassero nella mia biblioteca è sicuramente
il “Corso di egiziano geroglifico” un testo aggiornato alla luce delle più
recenti ricerche grammaticali e linguistiche che si basa su un progressivo
apprendimento della lingua e della scrittura dell’egiziano antico, in
particolare quella in uso durante il Medio Regno.
D. Qual
è il suo protagonista preferito in assoluto? E l'antagonista?
R. Il mio
protagonista preferito in assoluto è sicuramente il personaggio di Alice nel
libro di Lewis Carroll “Alice nel paese delle meraviglie”. Alice incarna tutte
le qualità apprezzate dalla società vittoriana di Carroll, quelle che i maestri
si impuntavano ad insegnare ai bambini. Ma è anche una bambina come tante e
probabilmente è proprio questo il motivo del grande successo del libro.
Il mio antagonista preferito è
sicuramente il Follotto, un fantomatico mostro che ha il potere di trasformare
Winnie the Pooh, Tigro e gli altri personaggi in una zucca, nel film di
animazione intitolato “Winnie the Pooh- il primo Halloween da Efelante, ma che
se viene catturato ha la capacità di esaudire ogni desiderio. E’ un antagonista
che è stato creato dalla fantasia degli stessi protagonisti e che in realtà non
esiste, ma che dimostra che è più difficile affrontare l’ignoto rispetto a
qualcosa che realmente esiste. E’ un film d’animazione che ti rimane dentro proprio
per la sua innocenza.
D. Organizza una cena: quali
scrittori, vivi o defunti, inviteresti?
R. Sarei molto
felice di cenare con Andrea Camilleri, uno dei più grandi scrittori
contemporanei viventi, converseremmo di Vigata, il paese immaginario nel quale
ambienta i suoi racconti misteriosi e sicuramente di cucina mediterranea e di
quale sia la fonte di ispirazione delle sue storie. Charles Dickens, per
discutere dei suoi romanzi sociali, ma in particolare del “Canto di Natale”, un
racconto di genere fantastico, che narra una delle più commoventi favole sul
Natale. Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l’impegno nella lotta
contro la povertà e lo sfruttamento minorile. Incontrerei anche con enorme
piacere Walt Disney, noto altresì per la sua grande abilità nella narrazione e,
infine, Giovanni Verga il maggiore esponente della corrente letteraria del
Verismo. I protagonisti della sua produzione sono soprattutto gli umili, e
anche se la sua poetica è fortemente pessimista e nega ogni possibilità di
miglioramento, apprezzo la sua fisionomia di scrittore particolare, che si
allontana dalla tradizione degli autori con una profonda cultura umanistica.
Amo profondamente la sua tecnica narrativa innovativa e originale che si
distacca completamente dalla tradizione e dalle esperienze contemporanee.
D. Ricorda l'ultimo libro che
non è riuscito a finire? Perché?
R. Qualche anno fa
ho acquistato “Momo” il romanzo fantastico dello scrittore Michael Ende, lo
avevo già letto alle scuole medie ma non ne ricordavo più il contenuto. Ho
iniziato la lettura aspettandomi di trovare una lettura interessante e
scorrevole, ma ben presto mi sono resa conto di avere qualche difficoltà
nell’affrontarla. Non riuscivo ad entrare nella storia, ad immedesimarmi nei
personaggi e nelle loro avventure, la narrazione risultava difficile da
seguire, sebbene il tema principale fosse molto interessante: il tempo e il
modo in cui esso viene impiegato nella società occidentale moderna, oltre alla
feroce critica al consumismo e alla frenesia del vivere moderno, che nel suo
progresso tecnologico e produttivo perde completamente di vista l’obiettivo
della felicità delle persone e della qualità della vita.
D. Quale
scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?
R. Sicuramente lo scrittore
Gianni Rodari che leggo e apprezzo profondamente. La sua produzione è percorsa
dal dato costante del rapporto tra adulto e bambino. Il suo obiettivo è sempre
quello educativo che, grazie alla favola, è realizzato in modo leggero e
divertente, anche quando i temi sono seri e importanti, il tutto coronato da
una morale finale. Ha contribuito ad un rinnovamento nella letteratura per
l’infanzia con una vasta produzione attraversata da una vena di intelligente
comicità, dando sempre spazio ai temi della vita contemporanea.
Ringraziamo Giovanna per le
sue interessanti risposte che ci ha letterariamente chiarito un genere
letterario che dà voce alla fantasia, al gioco, alla rappresentazione e si
presta non solo ad un pubblico di piccoli ma a tutti, perché sappiamo bene che
in ognuno di noi adulti vive un eterno bambino.