Yasmine Amelie finalista al Valmontone Live Contest. L'intervista di Fattitaliani "ho sempre avuto paura di mettermi alla prova"

Julian Borghesan e Chiara di Gianbattista domani sera nella piazza centrale del Valmontone Outlet di Roma (via della Pace - località Pascolaro - Valmontone - Roma) condurranno la finale del Valmontone Live Contest (organizzato da Umberto Labozzetta) mentre una giuria di esperti e di qualità valuterà le esibizioni degli artisti in gara: tra questi Massimo Calabrese, presidente di giuria per il “Premio Calabrese al miglior testo”


Per l’occasione, l’ospite d’eccezione sarà Anna Tatangelo. Gli artisti finalisti sono: Saverio Martucci, Laica (intervista), Yasmine Amelie, i Gemini e Giorgio Baldari. 
Fattitaliani ha intervistato Yasmine Amelie, una cantautrice di musica pop, influenzata da più generi musicali (classic rock, soul, punk rock, electronic) e catturata dalla penna di alcuni autori italiani quali Fabio Concato, Niccolò Agliardi, Zibba, Federica Camba. Comincia a suonare la chitarra da autodidatta all’età di 14 anni, a 16 insieme all’amico e chitarrista Edoardo Sciallino formano il duo acustico My Way Home che li porta a reinterpretare brani di musica rock e pop. A 19 anni parte per Milano dove vivrà per sei anni, saranno per lei anni di crescita personale e professionale. Attualmente vive da quattro mesi a Londra, dove si è trasferita per regalare alla sua musica un colore più internazionale d’amalgamare alle sue origini, si dedica alla scrittura, alle jam session nei pub di camden town e alla reinterpretazione di una sè stessa che cambia tutti i giorni per restare sempre la stessa.
Arrivare alla tappa finale è costato più fatica o soddisfazioni?

Direi che fatica e soddisfazioni sono dipendenti l'una dall'altra, o almeno così è sempre stato per me. Non ho mai ottenuto niente per niente, è il sottile ed evidente equilibrio della vita che con più o meno fortuna t'insegna il dare e avere.

Forse, a questo giro, posso dire che non vivendo più in Italia la fatica si è fatta sentire, eccome! Quando vivi all'estero, ogni giorno è una lotta contro se stessi, ogni giorno è alti e bassi, insieme e contemporaneamente, circondata da una cultura che non è la tua, lontana dai tuoi affetti, ti svegli ogni mattina e lavori al tuo futuro che svanisce in un secondo se solo pensi a tutte quelle cose che ti stai perdendo, una cena con la tua famiglia, la vacanza con gli amici, l'adolescenza di tua sorella. che ti viene da chiederti: ma che ci faccio qui io?
Ma ti rispondi che va bene così, che arriveranno le soddisfazioni e recupererai il tempo perso anche se sopra al letto della tua singola a Londra hai appeso un foglio con scritto LA VITA È ORA.
Che cosa c'è di buono e di meno buono nei meccanismi di manifestazioni del genere?
Odio i concorsi da sempre, odio la competizione forse perché ho sempre avuto paura di mettermi alla prova. Partendo da questo presupposto sono convinta che dipenda sempre da come ognuno di noi affronta una sfida, magari il primo posto non è fondamentale se hai già vinto la tua fiducia.
Meglio misurarsi in un talent tv o davanti a una piazza?
Talent o piazza? È una parentesi che una volta aperta faticherei a chiudere. Sono più per l'amore a prima vista, sono più per l'impatto emotivo di un piccolo palco con qualcuno che tenta di raccontarti qualcosa nell'unico modo che conosce per farlo. Credo che i talent e la TV facendoci conoscere un artista da una prospettiva non sempre prettamente musicale ci facciano un po' perdere di vista l'aura di magia e mistero che io ho sempre amato nei miei artisti preferiti, il chiedersi: chissa com'è?
Con quali colleghi famosi ti piacerebbe realizzare un duetto o comunque fare qualcosa insieme?
Potrei fare un elenco infinito. Perció vi scriverò i due che mi hanno aiutato in questi ultimi mesi a sopravvivere alla solitudine e al freddo londinese: Sara Bareilles e Tiziano Ferro. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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