“Percezioni - Festival di Musica e Immagine” a Casteltermini: 3 domande a Gerardo Schiavone, Salvo Caruso e Sara Bonaventura

L’Associazione Culturale “La Stiva” con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale nell’ambito dell’Avviso Giovani per il Sociale e in partnership con Casteltermini (provincia di Agrigento) la seconda edizione di “Percezioni - Festival di Musica e Immagine” che si terrà il 1° luglio nel comune siciliano al Dejavu di Piazza Duomo.

Vi prenderanno i seguenti dieci artisti: Per la sezione “Immagine”: Elena Baroglio (Roma) con Qui non ci sono alberi; Simone Loi (Dorgali – NU) con Autism Disorder 2.0; Chiara Caterina (Salerno) con Untitled; Sara Bonaventura (Treviso)con Temple dragonfly; Gerardo Schiavone (Grassano – MT) con DBTE e Salvo Caruso (Altofonte – PA) con Luci nella notte.
Per la sezione “Musica”: Alessandro Di Maio (Roma) con Dichotomia; Duo Mediterraneo (Porto Empedocle - AG) con Avalos; Simona Mancini (Roma) con Desert Moon e Stefano Greco (Copertino - LE) con Breathe.
Fattitaliani ha rivolto tre domande a: Gerardo Schiavone, Salvo Caruso e Sara Bonaventura.
Gerardo Schiavone
1. In che maniera la tua opera porta la tua idea personale sul paesaggio?
Gerardo Schiavone:
L'idea é stata rappresentata narrativamente con immagini contrastanti e surreali (anche grazie all'uso della computer grafica). Oltre a questo, molte simbologie sono nascoste all'interno della narrazione del corto.
Salvo Caruso:
Il paesaggio per me è qualcosa capace di influenzare l'esistenza di ogni singolo individuo. Nel mio elaborato, infatti, ho provato a far percepire questa importanza che ha il paesaggio.
Sara Bonaventura:
La mia opera Tremble Dragonfly è un videoclip ufficiale ma ho avuto carta bianca per farlo dal punto di vista della regia e quindi anche delle locations. Il mio leitmotif era questa libellula protagonista del pezzo, ma anche un grande archetipo, fin dai tempi più remoti, simbolo di trasformazione, processo, cambiamento. Seguendo questo volo di libellula ho montato locations diverse, principalmente due, agli antipodi per vari aspetti. Ho usato delle mie riprese fatte molti anni prima in Australia, in un'isola del Queensland che si chiama Fraser Island, dalla natura imperante e molto selvaggia, la più grande isola di sabbia al mondo. Avevo fatto queste riprese nel 2000 con una VHS amatoriale che per continuità ho usato anche per girare le scene nuove. Queste ultime sono state girate lungo un fiume che in Veneto rievoca significati intrisi di memoria storica, della Prima Guerra Mondiale, e in generale si situa in un territorio caratterizzato da isotropia urbana e relativi “capannoni” (a gestione familiare, adiacenti alle dimore). Ho scelto quindi un tratto del Piave in cui tutto ciò non si vede, quasi a ricercare una natura un po' intatta. Direi che questo video è esemplare di una mia idea nostalgica di natura, sempre attratta da quella incontaminata, sono però cresciuta in questa regione negli anni Ottanta, nel boom che ha corrotto forse irreversibilmente un paesaggio originariamente molto bello.
Salvo Caruso
2. Un «paesaggio» cui tieni particolarmente? Quale effetto sortisce sul tuo stato d'animo?
Gerardo Schiavone:
La mia terra, la Basilicata, é ovviamente un posto a cui tengo perché ci sono nato e cresciuto. Ma anche perché solo da poco ho imparato a conoscere i luoghi stupendi di cui é composta. Oltre a questo peró ho scoperto anche alcuni lati negativi, legati all'inquinamento e allo sfruttamento incondizionato. Questo ovviamente disturba il mio star d'animo perché so che possono esserci alternative per conservare al meglio le bellezze naturali di cui è composta la Basilicata. 
Salvo Caruso:
Trovo una particolare attrazione per le spiagge durante il periodo invernale con la loro immensa calma, penso siano molto affascinati e misteriose.
Sara Bonaventura:
Amo molto la laguna che tutti associamo a Venezia, però ci sono moltissime altre isole, alcune disabitate, altre più note, alcune con monasteri ancora attivi (l'Isola degli Armeni), isole affascinanti ma deserte (San Francesco del Deserto), altre isole che celano fantasmi di storia locale (Isola di Poveglia o Lazzareto Nuovo), isole spaesanti (l'agricola Sant'Erasmo e l'isola della Certosa con il suo forte), mi affascinano anche le isole che non ci sono più (come la nostra Atlantide, l'isola di Ammiana). Mi affascina la laguna tutta, nel lungo lembo dell'isola di Pellestrina sono rimasta ore ad intervistare un vecchio pescatore che mi spiegava come un tempo ci si orientava immersi nelle nebbie della laguna, grazie ai venti. Amo molto la barena e la laguna Nord (Lio Piccolo), meno nota forse, ma direi anche: per fortuna! Un grande problema di cui si parla troppo poco è che tutto questo patrimonio ambientale demaniale è ormai alienabile e rischia di finire in pasto a privati, spa e hotel. Non so se sia meglio dell'oblio, dell'acqua alta o di un maremoto, ma tant'è. Il paesaggio lagunare mi rilassa come il mare, senza l'ansia di un orizzonte infinito; la laguna protegge, l'ha sempre fatto nei secoli e spero riesca a continuare a farlo.
3. Che cosa ti ha convinto a presentarti al festival di Casteltermini?
Gerardo Schiavone:
Penso che il tema del corto si sposi bene per un linguaggio internazionale su qualunque tipo di inquinamento e sfruttamento terrestre. Ma ancor di piú si lega ad una terra piena di sole, mare e natura. Il mediterraneo

Salvo Caruso:
La tematica mi ha molto incuriosito.
Sara Bonaventura
Sara Bonaventura:
Mi ha contattata un regista, un ragazzo che credo parte dello staff, Giuseppe Cimino. Non conoscevo il festival, purtroppo non sono mai stata in Sicilia anche se ho molti amici siciliani e spero di riuscire a venirci prima o poi! Mi ha attratto proprio il fatto che si tratti di un bel borgo e mi piaceva l'idea di entrare in contatto con gli organizzatori e in particolare con questo Hub, questa residenza creativa de La Stiva. Quest'anno causa lavoro non riesco a scendere per il festival, ma spero di rimanere in contatto e trovare future occasioni! Tra l'altro ho appena concluso una residenza artistica nel Nord della Spagna, con Joan Jonas mentore, proprio sul tema del paesaggio! Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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