FRANCESCO MONTANARI e 16 giovani attori in "Cattivi Ragazzi" al Teatro della Cometa fino all'8 novembre. La recensione di Fattitaliani

Francesco Montanari, lasciati i panni del Libanese di Romanzo Criminale, torna in un Carcere questa volta minorile, nel ruolo di Giuseppe, un Professore “rottamato” come lo appellano i ragazzi al primo incontro, a causa di un suo leggero zoppicare (link).
Accanto a lui, sette adolescenti, (due cast di sedici giovani attori che si alternano, ed una ragazza che compare in un colloquio), sette vite sbagliate e la rassegnazione come comun denominatore. Il primo impatto con gli allievi è molto forte. Ognuno di loro ha una storia alle spalle e per il Professore è molto difficile ridare loro la speranza. Poco alla volta riesce a conquistarli ed a creare un rapporto di fiducia reciproco. Quando i ragazzi gli sottraggono il taccuino si scopre che anche il Professore è stato segnato dalla sofferenza.

La scena è divisa in due piani, sul palcoscenico c’è l’aula dove i ragazzi in attesa che il Professore arrivi, giocano anche a calcio. Le celle sono sospese, quasi a voler creare una netta separazione ed a sottolineare che il loro mondo è diviso in due. Quando sono in aula sono come animali feriti che attaccano per paura di soffrire. In cella buttano la corazza e sviscerano i loro pensieri, le loro storie, la loro paura sull’incertezza del futuro.
I ragazzi sono della Compagnia Omnes Artes e recitano come degli attori consumati. Il lavoro di Guido Governale e Veruska Rossi che li hanno diretti con grande maestria, è stato scrupoloso soprattutto per quanto riguarda i dialetti diversi (milanese, napoletano, siciliano, rumeno) visto che gli attori sono tutti romani. Una pièce che ci mostra una verità atroce: adolescenti forti e crudeli che invece di godersi la vita, se la rovinano anche per dei piccoli reati e conducono un’esistenza senza colori.
Tuttavia, lo spettacolo ha alcune pecche, si sarebbe potuto osare di più nel tema, Marco Risi nell’89 ci regalò il capolavoro Mery per sempre. E’ vero che i ragazzi sono adolescenti e la legge che tutela i minori è molto rigida ma è come se alcuni temi (la messa alla prova di un ragazzo appena arrivato e la sua amicizia con un altro ragazzo) vengano lasciati in sospeso.
Rimane comunque uno spettacolo bello e curato nei minimi dettagli, la scenografia è di Lisa De Benedittis, la musica rap è di Geimitaz.
Questi bravi e giovani attori hanno lo sguardo sul futuro e siamo certi che non ci deluderanno.
Elisabetta Ruffolo


Teatro della Cometa
Via del Teatro di Marcello, 4 - 00186
Roma (RM)
Fattitaliani

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