Dante è sempre una novità. A Ravenna dal 16 al 20 settembre Festival Dante2021, V edizione


DANTE2021, manifestazione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, giunge alla sua quinta edizione continuando il percorso che mira alle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri.
Il ricco programma dell’edizione 2015 si svolgerà dal 16 al 20 settembre - come sempre gli appuntamenti sono ad ingresso libero - nell’anno che segna i 750 anni dalla nascita del poeta cerca di accompagnare gli “amatori” della poesia dantesca ai limiti della ricerca storica, linguistica, letteraria proiettando le nuove acquisizioni nel futuro. La scelta del motto di quest’anno, «come piante novelle rinovellate di novella fronda» (PurgatorioXXXIII,  vv. 143-44) sottolinea proprio questo sforzo, così inerente alla scrittura e al progetto poetico e morale dantesco: storia e contemporaneità prendono luce dal futuro e collocano il lettore comune e lo studioso, in una prospettiva che progressivamente si rinnova.
Due sono gli aspetti che quest’anno saranno in particolare sviluppati: il valore di Dante come “ambasciatore” della cultura e della lingua italiana: all’estero (con testimonianze dirette da Marocco, Tunisia, Giordania e Giappone) e anche in “territori” nostrani ma apparentemente lontani, come la musica di oggi (Francesco Bianconi dei Baustelle); l’interazione tra discipline artistiche diverse: esemplare la collaborazione tra Mimmo Paladino e Alessandro Haber sotto il segno degli scritti danteschi di Jorge Luis Borges, per un lavoro commissionato dal Festival che sarà presentato in prima assoluta. Massimo Cacciari e Carlo Ossola ci additeranno radici comuni e nuovi slanci che da Dante promanano, in un “drammatico”, cioè inarrestabile, dialogo che riguarda l’umanità in ognuno di noi, mentre il confronto  tra Ferruccio de Bortoli e Antonio Patuelli dai loro rilevati punti di osservazione (giornalismo ed economia) aggancia ancora una volta la critica sociale di Dante, e dei suoi tempi lontani, alla riflessione e alla perpetua necessità di azione morale. La fine arte interpretativa di Virginio Gazzolo porterà in scena un testo poco noto, potenzialmente dantesco, “attribuibile” (secondo la dizione di Gianfranco Contini) a Dante: Il fiore: un altro e così diverso viaggio molto prima della Commedia.  
“Dante2021si conferma quindi – come sottolinea il direttore artistico Domenico De Martino - ‘festival in movimento’, indirizzato verso le celebrazioni del VII centenario della morte dell’Alighieri ma, per sua natura, sempre in gioco e continuamente, come dicevamo accompagnandoci a Dante, propositivo di approfondimenti e di «novelle fronde».

Mercoledì 16 settembre (ore 17) nei Chiostri Francescani l’inaugurazione del Festival - dopo i saluti di Lanfranco Gualtieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca e Domenico De Martino, direttore artistico del Festival - propone il primo degli incontri/conversazioni che caratterizzano i pomeriggi della manifestazione: “Dante per me: i narratori rispondono”. Un incontro che vuole essere anche una sottile provocazione, Stefano Salis, giornalista dell’inserto “Domenica” de Il Sole 24 ore, interroga e stimola quattro importanti narratori di successo: Maurizio De Giovanni, Francesco Recami, Roberto Riccardi, Marco Vichi. Che cosa ha rappresentato Dante nella loro formazione e nella loro cultura? Ce ne sono tracce, evidenti o nascoste nei loro romanzi e racconti? Insomma, chi è Dante per loro?  
 
Giovedì 17, sempre a partire dalle 17, il primo di una serie di appuntamenti tutti programmati ai Chiostri Francescani: “Anche io parlo la lingua di Dante” incontro organizzato in collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena in cui la rettrice Monica Barni introdurrà le testimonianze di alcuni studenti stranieri, sul significato da loro percepito dell’opera di Dante, anche come “grimaldello” e accesso per avvicinarsi alla cultura e alla realtà italiana. Racconteranno in varie forme le loro esperienze Saad Bakkali Tahiri (Marocco), Amani Barboura (Tunisia), Sanaà Masoud (Giordania), Junko Masuda (Giappone).
Seguirà una riflessione a due voci sul tema “Dante in guerra. Letterature italiane tra i due conflitti mondiali”. Domenico Scarpa, del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino, e Martina Mengoni, studiosa della Scuola Normale Superiore di Pisa, indagheranno e  illustreranno la presenza e l’uso dei testi danteschi in autori novecenteschi sottolineando, anche con documenti inediti, il ruolo di Dante nella scrittura di Primo Levi, così come si manifesta anche nelle pagine in cui l’Ulisse di Dante è citato in Se questo è un uomo. L’attore Amerigo Fontani accompagnerà la conversazione con la lettura di alcuni brani significativi a cui si farà riferimento: da Levi a Gobetti, da Bobbio a Pavese.
Nell’ambito della serie “Ne la pittura tener lo campo” sarà poi inaugurata la mostra fotografica di Giampiero Corelli “Dante ci guarda” (catalogo con presentazione di Franco Zabagli) in cu il fotografo ravennate ha colto negli sguardi del Poeta, nelle statue disseminate nel paese, da Venezia a Napoli, da Firenze a Ravenna, da Trento a Padova, da Verona a Mulazzo in Lunigiana, il senso di un lungo ragionare sull’Italia (anche di oggi). Al fianco delle statue, gli uomini di oggi, distratti o consapevoli.
Dopo il consueto Aperidante, alle ore 21.00, torna al Festival Virginio Gazzolo che presenta, insieme ai giovani attori partecipanti al laboratorio del Festival Orizzonti Verticali di San Gimignano, e al musicista Stefano Albarello (canto e strumenti medievali), “Il Fiore di Ser Durante” la sua personale rilettura di un testo poetico poco noto al pubblico, Il Fiore, attribuito al giovane Dante. Il testo è tramandato da un unico manoscritto anonimo e senza titolo della Biblioteca di Medicina di Montpellier. Si tratta di una sequenza di 232 sonetti che parafrasano il Roman de la Rose (di Guillaume de Lorris e Jean de Meung). Come nel testo francese, troviamo Amante, ferito dalle frecce di Amore, che benché dissuaso da Ragione, tenta di cogliere il Fiore posseduto da Bellaccoglienza. L’attribuzione all’Alighieri, suggerita dal fatto che in due circostanze l’autore si cita come Durante (Dante ne è la forma abbreviata), è stata sostenuta dal grande filologo Gianfranco Contini, sulla base di numerose corrispondenze stilistiche, lessicali e fonico-ritmiche tra i versi del Fiore e quelli delle Rime e della Commedia. Lo spettacolo è coprodotto con Orizzonti Verticali - Compagnia Giardino Chiuso - San Gimignano.
Al termine dello spettacolo Luciano Formisano (Università di Bologna), che recentemente ha curato l’edizione del Fiore per la “Nuova edizione commentata delle Opere di Dante” (Salerno editore) si interrogherà, sulla base degli studi più recenti: “Chi era Ser Durante?”. 

Venerdì 18 (doppio appuntamento alle 11 e alle 16) sarà riproposta in una nuova edizione rivista ed aggiornata, dopo il successo della scorsa edizione, “Dante e altri tesori nascosti” la visita in forma di spettacolo alla tomba di Dante Alighieri ed ai luoghi danteschi (la suggestiva “zona del silenzio”, la tomba di Dante, il Quadrarco di Braccioforte e la Basilica di San Francesco) di e con Alessandro Libertini (il professore) e Veronique Nah (la guida straniera) della Compagnia Piccoli Principi. Tra un verso e l’altro del Sommo Poeta, si ha modo di apprendere, con ironia e leggerezza, notizie relative alla storia dei luoghi visitati. Lo spettacolo, destinato ad un pubblico di bambini e adulti, è realizzato in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense e con il Centro Dantesco dei Frati minori conventuali di Ravenna, sarà replicato anche sabato 19 (sempre alle 11 e alle 16). Prenotazione obbligatoria alla biglietteria del Museo Dantesco oppure al numero 0544 482116.
Alle 17, sempre negli Antichi Chiostri Francescani - fulcro di tutte le iniziative pomeridiane di Dante2021 - si inizia con la lettura della famosa invettiva politica con la quale, nel VI canto del Purgatorio Dante denuncia con appassionata intensità i mali dell’Italia del suo tempo: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave senza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!». La lettura è opportunamente affidata alla voce fresca ma intensa di un giovanissimo interprete Vittorio Baldini, studente di seconda media di Poggibonsi (Siena), che si è segnalato nel premio nazionale di lettura dantesca “La selva, il monte, le stelle” promosso da Loescher editore.
Sarà questa la giusta premessa a uno dei momenti qualificanti di questa edizione di Dante2021.  A seguire infatti, Ferruccio de Bortoli, per molti anni Direttore del Corriere della Sera, e Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, si confronteranno, portando anche il contributo di una intensa visione dell’oggi, colta da significativi e diversi punti di osservazione, sul tema “La comunicazione nella commedia: dalla denuncia della corruzione all’invettiva”.

Alle 21 il Festival si trasferisce al Teatro Dante Alighieri per un doppio appuntamento: in apertura, in prima assoluta su commissione di Dante2021,“La commedia di Mimmo Paladino” con Alessandro Haber, da un’idea del critico d’arte e curatore di mostre Sergio Risaliti. “Da sempre Mimmo Paladino – sottolinea Risaliti - ama i classici della letteratura, e da sempre ha il coraggio di affrontarli, traducendone con i mezzi della pittura e del disegno, le mitiche figure, gli episodi più o meno noti, le atmosfere e i sentimenti; attualizzando di quei classici i versi e le parole più memorabili con il suo personale linguaggio, così visionario e così espressivo, così arcaico e così contemporaneo. Pochi artisti al mondo avvertono come Paladino la forza comunicativa della letteratura, il carattere universale dei personaggi inventati dai grandi poeti e scrittori antichi e moderni.  Dopo aver affrontato i classici della letteratura mondiale (Iliade di Omero, Le Metamorfosi di Ovidio, l’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto, Don Chisciottedi Cervantes), non poteva mancare all’appuntamento con la Divina Commedia. Come altri illustri predecessori, Botticelli, Blake, Doré, anche Paladino attinge dall’universo della Commedia episodi e figure senza tempo, la cui efficacia narrativa e figurativa è senza pari: la notte oscura, la porta dell Inferno, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, e poi Beatrice e le sublimi visioni delle corti angeliche, la rosa mistica, San Bernardo”.
I disegni di Paladino dialogheranno con i versi della Commedia ed eccezionalmente con una brano di Jorge Luis Borges nel quale il celebre scrittore argentino fa i conti con Dante, e porta in evidenza alcuni personaggi del poema, in particolare le figure di Francesca da Rimini e del Conte Ugolino. I testi saranno interpretati da Alessandro Haber.  Regia e luci sono di Cesare Accetta, fotografo, light designer e direttore della fotografia in film, tra gli altri, di Mario Martone, Mimmo Paladino e Pippo Delbono.
Concluderà la serata al Teatro Alighieri una originale lettura musicale che, partendo dai testi danteschi e dalle tradizioni mediterranee del medioevo, si sviluppa nel dialogo con new age, world music e vintage: per questo si intitola “Dante-AGE”. Forte e decisiva presenza quella della voce di Luisa Cottifogli; con la partecipazione straordinaria di un mito del tamburo, Alfio Antico. Partecipano inoltre Stefano Albarello (voce, strumenti a pizzico, elettronica) e Enrico Guerzoni (violoncello) che hanno curato gli arrangiamenti; Luigi Lupo (fiati), Giovanni Calcaterra(contrabbasso) e Roberto ‘Red’ Rossi (percussioni).
 
Sabato 19 settembre la giornata, oltre alle due repliche “Dante e altri tesori nascosti” (alle 11 e alle 16) prevede tre diversi luoghi ed occasioni. Alle 17 in Piazza del Popolo, in una sorta di flash mob musicale, la Filarmonica di Loro Ciuffenna diretta da Orio Odori si presenta con tutta la sua energia. Il titolo “Quando m’apparve amor subitamente” (verso tratto dal primo sonetto composto da Dante e raccolto nella Vita nova) allude proprio al carattere di “improvviso”: la musica sarà una sorpresa per tutti.
Subito dopo, alle 17.30 negli antichi Chiostri Francescani, il filosofo Massimo Cacciari entra nella mistica dantesca con “Toccare il Dio”. Una lettura sentita e personale quella che Cacciari dà di Dante del quale ha scritto più volte e su svariati argomenti, temi ed interessi che chiaramente lo appassionano più di altri.
E il pubblico si appassionerà all’ascolto della lettura di un filosofo che è anche un politico e opinion leader e che nel padre della poesia italiana vede un maestro di pensiero ma anche di azione politica e spiritualità. Il misticismo di Dante parte da due concetti, la facoltà di parola e il libero arbitrio. “Nessun autore medievale – sottolinea Cacciari –  rivendica la Libertà, l’essere libero della volontà, l’arbitrio della volontà come il sommo dono che ci ha fatto Dio. Dio ci ha fatto due doni, che vanno assolutamente letti insieme; questi sono la Lingua e la Libertà.” Il perno della filosofia della Commedia, la sua ‘spiritualità’ è nei canti centrali del Paradiso, nel cielo degli Spiriti Sapienti di cui Cacciari leggerà alcuni passi. Canti alla luce di una spiritualità tutta francescana. Sarà interessante approfondire il modo in cui Dante parla, di Francesco da un lato, e di Domenico dall’altro, per scoprire delle differenze di tono. Francesco insieme alla sapienza e alla mistica paupertas francescana deve anch’esso in qualche modo diventare dotto, non deve disprezzare il sapere. Domenico deve farsi francescano e Francesco deve farsi un po’ domenicano. Un’armonia delle parti che caratterizza l’idea di pace di Dante che poi dominerà per tutto l’Umanesimo fiorentino.

Alle ore 21.00, la giornata si concluderà al Teatro Alighieri, per l’attribuzione dei premi Dante2021 di questa edizione: il premio “Dante-Ravenna”sarà assegnato a Carlo Ossola, mentre il premio “Musica e Parole” a Francesco Bianconi.
Carlo Ossola, critico letterario italiano, professore di Letteratura italiana nelle università di Ginevra (1976-82), Padova (1982-88) e Torino (1988-1999), dal 2000 è professore al Collège de France di Parigi, cattedra di Letterature moderne dell’Europa neolatina. Condirettore delle riviste «Lettere Italiane» e «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa»; socio dell’Accademia dei Lincei dal 1995; membro del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha diretto, con Cesare Segre, l’Antologia della poesia italiana (3 voll., 1997-99) per la «Pléiade» Einaudi-Gallimard; per l’Istituto della Enciclopedia Italiana, oltre alla collana «Classici Ricciardi», della quale ha curato il volume Libri d’Italia. 1861-2011(2011), ha diretto la collana «Classici Treccani. I grandi autori della letteratura italiana», per la quale ha curato D. Alighieri, Commedia, 2011. Con particolare riferimento a Dante: Introduzione alla Divina Commedia, 2012, e, tra le altre, la sezione dedicata a Dante in Letteratura italiana, Canone dei Classici (UTET Grandi Opere, 2012).
Il premio ha quest’anno il patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, proprio per la rilevante presenza di Ossola nella cultura anche svizzera, in quanto direttore dal 2007 dell’Istituto di studi italiani dell´Università della Svizzera Italiana (Lugano). La consegna del premio sarà accompagnata da un intervento musicale di Stefano Albarello (voce liuto), Alfio Antico (voce e tamburi) e Naomi Berril (voce e violoncello).
Francesco Bianconi, front leader dei Baustelle, compositore e autore di testi per canzoni, è anche significativo scrittore di testi narrativi. Recentissimo il suo romanzo La resurrezione della carne (Mondadori, 2015), che racconta le vicende dell’autore di una serie TV sugli zombie: in qualche modo un viaggio alla ricerca della verità. La parola letteraria è sempre stata per Bianconi un elemento fondamentale nella sua esperienza anche musicale, in particolare con il gruppo dei Baustelle.
Introdurrà al ricco mondo espressivo di Bianconi il critico Ranieri Polese, giornalista del Corriere della Sera, anch’egli uomo di confine, curioso osservatore tra cultura popolare, cinema e letteratura. Bianconi, con Sebastiano De Gennaro (vibrafono), Ettore Bianconi (computer) e Diego Palazzo (chitarra), offrirà al pubblico un reading di suoi testi con musiche e canto. Sarà una interessantissima e rara occasione per conoscere meglio e apprezzare in una luce particolare l’esperienza espressiva di un artista di grande originalità.

Il festival si concluderà domenica 20 settembre (ore 10), nella suggestiva cornice della Sala Muratori della Biblioteca Classense, con un importante manifestazione, realizzata con la collaborazione dell’Istituzione Biblioteca Classense, del Centro dantesco dei Frati minori conventuali di Ravenna e delle Edizioni di Storia e Letteratura: “A capire Dante: omaggio a Francesco Mazzoni”. Carlo Ossola e Ernesto Ferrero (scrittore e critico letterario, già direttore editoriale di Einaudi e, dal  1998 al 2015, direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino) ricorderanno il grande dantista Francesco Mazzoni (1925-2007), che fu presidente della Società Dantesca Italiana dal  1968 al 2005. Fu titolare dal  1967 al 2001 della prima cattedra italiana di Filologia dantesca (Università di Firenze). Nell’occasione si farà riferimento anche della recente meritoria pubblicazione presso le Edizioni di Storia e Letteratura dei primi due volumi di Con Dante per Dante. Saggi di filologia ed ermeneutica dantesca, che raccoglie appunto i saggi danteschi di Mazzoni.
Fattitaliani

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