Virginio a Fattitaliani: "Connessi" è un invito ad ascoltare il proprio corpo come si ascolta il battito del proprio cuore. L'intervista

 



Virginio presenta 'Connessi' (video), brano che fa da colonna sonora al corto 'Compagni per la vita' di Alessandro Guida.

Un film che mette al centro le patologie cardio-renali-metaboliche, condizioni strettamente interconnesse che si influenzano reciprocamente: la presenza di una aumenta infatti la probabilità che se ne sviluppino altre. Attraverso la metafora dei “Compagni di scuola”, il cortometraggio mostra come la salute di cuore, reni e metabolismo sia legata da un equilibrio comune e come il diabete non sia una malattia isolata, ma possa favorire l’insorgenza o il peggioramento di queste problematiche. Il racconto sottolinea così l’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce.

Virginio firma il brano che fa da colonna sonora al cortometraggio, un brano cantato con chitarra, voce e strumenti che si aggiungono pian piano che il brano prende corpo. 'Connessi' esprime in maniera densa, diretta e raffinata, come solo Virginio sa fare, un tema complesso che trova un equilibrio tra la musica e il peso delle sue parole. Scritta appositamente per accompagnare il corto “Compagni di scuola” ,'Connessi' traduce in musica il cuore della campagna che mette al centro il valore delle relazioni, l’importanza dell’ascolto di sé e la consapevolezza dei cambiamenti fisici ed emotivi che segnano il percorso di ogni individuo.

Virginio in questo brano riesce a sintetizzare l'intero messaggio dell'iniziativa: crescere, cambiare o affrontare difficoltà non spezza ciò che ci unisce davvero. Restiamo “connessi” agli altri e a noi stessi.

Ciao Virginio, come stai? Ogni volta che ascolto un brano trovo un Virginio nuovo, stavolta è come se ti fossi connesso al Virginio delle origini, sbaglio?

«Ciao Antonino, tutto bene. Forse sì, anche se realtà non mi sono mai disconnesso da quel Virginio, mi piace evolvere, giocare con la musica, il pop di permette di variare, di mixare vari generi, mi piace sfruttare questa caratteristica. Il pop ti permette di variare, farmi influenzare, ha un approccio più aperto di quanto non lo sia per il metal o per il jazz che hanno un altro tipo di scrittura.»

Com'è nata 'Connessi'? Come hai fatto a fondere un tema così complesso come quello raccontato nel corto in questa canzone così limpida?

«Ma sai, è quello che faccio sempre con le mie canzoni, quello che scrivo non vuole essere soltanto intrattenimento, è una cosa a cui sono abituato, probabilmente mi sono abituato a trasformare le parole più specifiche in parole più ampie che esprimano metaforicamente un concetto. Ascoltare il proprio corpo, come si ascolta il battito del proprio cuore. Ci sono diversi punti della canzone in cui questa cosa si manifesta in maniera chiara: il filo rosso che lega le persone è in qualche modo il sangue. Poi, ti dirò, io sono un amante della lingua italiana, mi piace l'idea di giocare col significato delle parole. Poi sai quanto a me non sfugga nessun dettaglio, anche la copertina del singolo ha una serie di significati, il taglio di luce che ti fa vedere oltre, il rapporto fra me in primo piano e lo sfondo, credo che anche una copertina non sia mai fine a se stessa, ogni gesto, ogni in colore serve per dare luce al brano che contiene.»

Dal giro di chitarra a un finale quasi sinfonico, come è nato questo arrangiamento?

«Ho cercato di seguire le sensazione che mi dava la storia, spero tu abbia modo di vedere il corto per cui è nato questo brano, si tratta di una campagna che racconta il tema del prendersi cura di se stessi.»

È più importante rimanere connessi a se stessi o agli altri?

«Le due cose sono complementari, certo, prima è importante restare connessi a se stessi, allo stare bene in generale. Ho scritto questo brano con l'idea di mettere al centro proprio questo tema, che è il tema principale del corto. C'è un paragone nel prendersi cura dei propri organi come degli altri. È una connessione complessa, ma non c'è dubbio che per essere ben connessi agli altri, bisogna prima essere ben connessi con se stessi. Nel corto si evidenzia questo discorso, ha senza dubbio una finalità sociale e racconta la storia di un’amicizia che resiste al tempo e ai cambiamenti della vita, diventando metafora di un equilibrio più profondo: quello tra il corpo, le sue connessioni interne e la capacità di ascoltarsi.»

Nel ritornello c'è: “dolce, dolce, dolce che è quasi amaro come te” che ti resta subito in testa.

«Eh sì, si chiama ritornello proprio perché deve in qualche modo “ritornare” (ride, nda). Pensa che tornando a quello che mi chiedevi poco fa sulle parole usate in modo metaforico, questo “dolce amaro” è proprio il diabete di cui si parla nel corto.»

In questi anni ti sei dedicato alla scrittura per grandi (nomi come Laura Pausini) e per piccoli (vincitore dello Zecchino d'oro col brano 'Il panda con le ali'), a chi ti rivolgi, con chi ti connetti quando scrivi per te?

«Anche in questo caso, in linea generale sono sempre connesso con me stesso. Sto parlando di me anche quando scrivo per gli altri, certo, c'è da dire che mi piace anche interpretare il linguaggio degli artisti per cui scrivo, una Fiorella Mannoia, ad esempio, comunica in maniera diversa da come comunica Laura (Pausini, nda).»

Diamo uno sguardo all'anno prossimo, so che avrai un 2026 pieno di nuove canzoni, le tue canzoni ti hanno portato a connetterti col mondo sudamericano, immagino che questo input te l'abbia dato Laura Pausini.

«Sì, in questo Laura è stata determinante, lei è molto amata in quel mercato discografico, tutto è nato nel 2018 con la vittoria del Latin Grammy, Laura ha giocato un ruolo importante, mi ha messo in contatto con produttori coi quali collaboro tuttora.»

Che programmi hai per queste feste?

«Intanto sarò a Natale con la mia famiglia, poi torno a Miami per continuare a lavorare a nuova musica che pubblicherò nel corso del 2026.»

Antonino Muscaglione

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Fattitaliani

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