“Nothing
at All” segna per Stacy B una nuova tappa nel suo percorso artistico: una
ballad pop intensa e intima, capace di trasformare un frammento di vita
personale in un racconto universale. La canzone è la confessione a cuore aperto
di una fine, di quel momento in cui due strade, dopo essersi intrecciate,
tornano a correre parallele senza più toccarsi. Nel vuoto che rimane, l’artista
scandaglia ricordi, ferite e piccole epifanie emotive, dando voce a un dolore
che non esplode, ma che si deposita lentamente.
La
scrittura di Stacy B è essenziale, diretta, profondamente introspettiva. Le
immagini evocate – stanze silenziose, dettagli che ritornano, parole non dette
– costruiscono un microcosmo emotivo in cui la mancanza diventa quasi
tangibile. Ed è proprio in questo equilibrio tra fragilità e lucidità che la
ballad trova la sua forza.
Sul
piano sonoro, “Nothing at All” abbraccia un pop elegante dalle sfumature soul.
La produzione, pulita e contemporanea, lascia spazio alla voce calda e
avvolgente dell’artista, che guida l’ascoltatore attraverso ogni piega emotiva
del brano. Gli arrangiamenti raffinati sostengono la narrazione senza
sovraccaricarla, creando un’atmosfera sospesa, quasi cinematografica.
Il
risultato è una canzone che non cerca risposte, ma che accoglie la complessità
dei sentimenti. Un viaggio nella memoria di un amore che continua a vibrare,
anche quando sembra non essere rimasto più nothing at all.
Di seguito, l’intervista completa che Stacy B ha rilasciato a Fattitaliani, in cui l’artista ripercorre la nascita del brano, le sue ispirazioni e i progetti futuri.
Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa
rappresenta per te?
“Nothing
At All” è nato dopo una rottura importante della mia vita. In quel periodo
scrivevo molto per sfogarmi e questo brano è uno di quelli che mi rappresentano
di più di quel momento. Parla di quel vuoto che senti quando una storia finisce
e non sai bene come gestire tutto ciò che rimane.
Per me rappresenta un pezzo vero della mia esperienza, qualcosa che avevo bisogno di raccontare.
A quale idea si ispira il videoclip?
Il videoclip si ispira proprio alle sensazioni del brano: solitudine, nostalgia, quel distacco tra ciò che senti dentro e la realtà. Con i miei produttori e con il regista abbiamo scelto un’estetica semplice e malinconica, che lasciasse spazio alle emozioni più che alle parole. Volevo che il video parlasse da solo.
Quali sono le tue influenze musicali?
Le mie influenze arrivano soprattutto dal pop e dal pop-soul. Ascolto tanto Bruno Mars, James Arthur, Olivia Rodrigo, Adele, Ed Sheeran… sono artisti che mettono tanta emotività nella voce, e questo è quello che sento più vicino al mio modo di cantare.
Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?
La mia passione è iniziata da piccolissima, grazie a mia mamma che ha sempre cantato e ascoltato musica in casa. È stato tutto molto naturale. Ho capito di volerlo fare seriamente quando ho iniziato lezioni di canto a dieci anni. Lì ho realizzato che non era solo una passione, ma qualcosa che volevo coltivare seriamente. Da quel momento la musica è diventata una parte enorme della mia vita.
Con quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?
Mi piacerebbe moltissimo collaborare con Bruno Mars. Amo il modo in cui interpreta ogni emozione, è molto vicino al mio modo di sentire la musica.
Progetti futuri?
Sto
lavorando ad altri singoli che usciranno presto. Voglio far crescere il mio
progetto passo dopo passo e, quando sarà il momento, iniziare anche a portare
live la mia musica.



