Jacopo Di Cera, “White Entropy” mostra personale del fotografo e digital artist al PhotoSquare di Milano Malpensa

 

White Entropy di Jacopo Di Cera - installation view - Foto di Luca Pompei

Tra le iniziative dell'Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, “White Entropy”, mostra personale del fotografo e digital artist Jacopo Di Cera  a cura di Massimo Ciampa, al PhotoSquare di Milano Malpensa dal 4 dicembre 2025 al 31 marzo 2026, trasforma il paesaggio in esperienza sensibile tra arte, fotografia e sostenibilità.

Un percorso di fotografie zenitali in grande formato, realizzate tra Alpe di Siusi, Monte Bianco, Val di Fassa, Val Badia, Roccaraso, Cortina d'Ampezzo e Madonna di Campiglio, in cui il manto nevoso si scompone in trame quasi astratte, segni di passaggi, ferite e riscritture del paesaggio, trasformando l'area aeroportuale in un osservatorio sospeso, dove il bianco diventa materia di riflessione sul nostro rapporto con la natura e con il tempo.

“White Entropy” conduce attraverso 23 opere di grande formato in un viaggio che dal candore assoluto dei paesaggi dell'arco alpino arriva alla presenza sempre più evidente dell'uomo. Il percorso passa dalla purezza iniziale all'apparire di figure minime, fino alla folla che trasforma la montagna in superficie vulnerabile. Tracce, solchi e ferite rivelano un territorio consumato, dove la memoria del ghiaccio si assottiglia. Dietro il percorso di “White Entropy”, ospitato nello scalo lombardo crocevia internazionale per milioni di passeggeri in transito ogni giorno, si apre uno spazio inatteso: un territorio fragile, quasi sacro, in cui l'immagine zenitale dei ghiacchiai diventa un pavimento su cui camminare, da attraversare con consapevolezza e responsabilità, per narrare visivamente l'impatto ambientale e il senso cosmico dell'irreversibilità che governa ogni trasformazione.

White Entropy di Jacopo Di Cera - installation view - Foto di Luca Pompei

Una grande superficie di delicata carta fotografica si stende a terra e sulla sua pelle è stampata una visione dall'alto del ghiacciaio del massiccio del Monte Bianco. E poi accade ciò che non ci si aspetta in un luogo espositivo: si cammina. Ogni passo lascia un segno, una lacerazione. Ogni traccia inciso, consuma, deteriora. Come per i ghiacciai, che sotto il peso dell'uomo si assottigliano, arretrano, cambiano per sempre. È l'installazione site-specific che rende fisico e sensoriale il tema dello scioglimento dei ghiacciai e che coinvolge direttamente il visitatore nel processo di deterioramento, rendendo palpabile la responsabilità collettiva. Il gesto, semplice e quotidiano, diventa rivelazione: non si può tornare indietro, né ripristinare ciò che è stato consumato. La fotografia si anima proprio mentre si degrada, la fragilità diventa voce, il suo dissolversi diventa essa stessa narrazione.

L'installazione rovescia così lo sguardo zenitale delle fotografie, trasformandosi in un altare ribaltato che muta con il passaggio dei visitatori e la mostra in toto racconta una Terra fragile ma ancora portatrice di speranza, indicando un possibile nuovo equilibrio tra uomo e ambiente.

Il Monte Bianco è molto più di una vetta: è un simbolo europeo, un mito alpino. Chiamato un tempo Mont Maudit - “Monte Maledetto” - a causa della sua fama di massiccio inaccessibile, temuta e quasi soprannaturale, nel 1786 Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard raggiungono per la prima volta la cima, sancendo la nascita ufficiale dell'alpinismo moderno. Oggi continua ad affascinare, ma anche a preoccupare. Il suo ghiacciaio, il Brenva, è arretrato di 200 metri negli ultimi 20 anni: un termometro naturale del cambiamento climatico. “White Entropy” mette a sistema queste storie, questi record, queste fragilità attraverso un contatto diretto: il pubblico poggia i piedi proprio su quel paesaggio che ha segnato la storia dell'alpinismo e che oggi porta i segni della sua lenta dissoluzione.

L'Assessore alla Cultura Francesca Caruso commenta: «Questa esposizione mostra con grande chiarezza quanto sia cambiato il nostro rapporto con la montagna e quanto le nostre azioni pesino sul paesaggio. È una riflessione che si inserisce pienamente nel percorso dell'Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 che i territori e coinvolge le comunità attraverso progetti, come questo, che raccontano identità, luoghi e patrimoni legati ai Giochi. Portare la mostra all'aeroporto di Malpensa significa inserirla nel flusso quotidiano di migliaia di persone, in un luogo dove il messaggio arriva senza filtri. La cultura serve anche a questo: a farci vedere meglio ciò che consideriamo di conoscere già».

«È per noi un vero onore ospitare, qui all'aeroporto di Milano Malpensa, una mostra così suggestiva dedicata al tema della montagna, proprio mentre ci prepariamo ad accogliere gli atleti in transito per i prossimi Giochi Olimpici invernali. Saremo qui per dare il benvenuto non solo agli atleti, ma anche agli spettatori ea tutti i passeggeri - dichiara Riccardo Kustermann, Direttore Progetto Olimpico e Paralimpico presso SEA Aeroporti di Milano - Ci auguriamo che questa splendida esposizione di Jacopo Di Cera sappia emozionare e ispirare tutti coloro che condividono la passione per la montagna».

Inserita nell'ambito dell'Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, la mostra è promossa da SEA Milan Airports e realizzata da GLAC Consulting con la collaborazione di Deodato Arte. Media partner della rivista Artuu. L'artista Jacopo Di Cera - rappresentato da Deodato Arte - sarà inoltre protagonista di una mostra personale all'interno della sede principale della galleria nel gennaio 2026.

Jacopo Di Cera, nato a Milano nel 1981, dopo l'esperienza nella comunicazione si trasferisce a Roma e si dedica alla fotografia studiando con maestri internazionali. Nel 2010 vince il concorso National Geographic. Nel 2016 sviluppa il “Fotomaterismo” con Fino alla Fine del Mare, esposto al PAN di Napoli, Paris Photo, MIA Fair, Les Rencontres d'Arles, Paratissima e Ginevra Atelier Photo. Nel 2017 partecipa alla Biennale di Venezia, presenta opere sull'imbarcazione Edipo Re di Pasolini e alla Galleria Accorsi. Seguono Il Rumore dell'Assenza, MiRo e il progetto con droni Sospesi. Dal 2020 esplora l'arte digitale con Infinity e altre opere esposte a Roma, Milano, Miami, New York, Dubai, Lisbona e Parigi. Nel 2024 rappresenta l'Italia alla Dubai Art Fair, dove nel 2025 realizza l'installazione principale Retreat. Le sue opere, tra fotografia e digitale, sono presenti in gallerie e collezioni private nazionali e internazionali.

White Entropy di Jacopo Di Cera - installation view - Foto di Luca Pompei

White Entropy di Jacopo Di Cera
A cura di Massimo Ciampa
Dal 5 dicembre 2025 al 31 marzo 2026
Inaugurazione: giovedì 4 dicembre ore 12
Luogo: Spazio espositivo PhotoSquare all'interno dell'Aeroporto di Milano Malpensa - Terminal 1

Ingresso libero

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top