La
giuria internazionale di qualità -
quest'anno composta da Lada Laura (Croazia), Rachel
Manoukian (Grecia), Stefania Rimini (Italia) e Alice Nozza (Italia) – ha restituito il
tema centrale di questa XV edizione assegnando il premio
“ArcheoVisiva” al film prodotto da Anemon Productions ed Epo Film
(Grecia- Austria 2025) che affronta il tema dell'omosessualità nell'antichità. “Army
of Lovers” racconta
la storia affascinante e spesso dimenticata del Battaglione Sacro di Tebe
un’unità militare composta da coppie di amanti, la cui forza nasceva dal legame
profondo tra i suoi membri. Si legge nelle motivazioni della giuria: “Lefteris
Charitos trasforma questo episodio della storia antica in un racconto
contemporaneo, vibrante e inclusivo, capace di dialogare con il presente senza
tradire la complessità del passato. L’originalità del soggetto si unisce a un
livello produttivo impeccabile, a grafiche raffinate e a una fotografia di
grande eleganza, che valorizzano la potenza emotiva e simbolica della vicenda.
Il film si distingue per un linguaggio cinematografico moderno e coinvolgente,
capace di lasciare nello spettatore una visione intensa e duratura”.
Il
premio
“Antonino Di Vita”, che ogni anno viene
riconosciuto una personalità che si è impegnata nella promozione della
conoscenza del patrimonio culturale, è stato assegnato al classicista Maurizio Bettini, professore emerito dell’Università di Siena, autore di
testi scientifici e divulgativi del mondo antico: “Per aver dedicato la sua
intera attività scientifica alla comprensione profonda dell’antichità – si
legge nelle motivazioni - restituendo al pubblico e alla comunità accademica
una visione del mondo romano capace di illuminare anche il nostro tempo. Per
l’impegno costante nella divulgazione, capace di tradurre la complessità del
mondo classico in un linguaggio accessibile senza mai rinunciare alla
profondità, contribuendo a formare generazioni di studenti, insegnanti e
lettori. Per aver promosso un’idea di cultura umanistica che non si limita alla
conservazione del passato, ma la mette in dialogo con le trasformazioni del
presente, difendendo il valore civico della conoscenza e il ruolo etico della ricerca”.
Soddisfatto Bettini della sua
partecipazione al Festival: «E' una grande espressione di cultura: l'ho visto
attraverso il laboratorio del gusto che ci ha illuminati su tanti aspetti della
vita naturale in maniera saggia e attraverso le proiezioni che parlano di
passato e di futuro, perché trovo sia importante ragionare anche sulle eredità
che lasceremo ai nostri posteri. Qui a Licodia Eubea mi sono sentito molto
confortato perché ho conosciuto persone che mi piacciono, da cui posso
imparare».
Il premio
“Città di Licodia Eubea” assegnato attraverso la votazione del pubblico è
andato al film spagnolo “La festa” di Manuel Gutierrez
Aragón e Pablo Más Serrano (che ha ottenuto una media di 8,77 preferenze) che
ha preceduto il francese “Sardaigne, la mystérieuse civilisation des nuraghes”
(secondo) e “Io non dimentico” (terzo).
«Il
festival si conclude con un bilancio più che positivo – dicono i direttori
artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio - è cresciuto, anche in termini di qualità, diventando vario
e multiforme. Siamo soddisfatti di essere riusciti a coniugare il termine
archeologia alla quotidianità, perché archeologia non è solo lo scavo, il
coccio, il monumento, ma può essere un'antica tradizione che continua a vivere
all'interno di una comunità, come ha ben raccontato il film che quest'anno il
pubblico ha deciso di premiare. Grazie alla pluralità dell'offerta culturale
siamo riusciti a instillare una
riflessione sul patrimonio culturale, su quello che è stato e quello che sarà.
La tappa catanese ci ha permesso di raggiungere un pubblico più ampio che non è
stato solo numeroso, ma anche attento, e partecipe. Ciò significa che fare
cultura è possibile, se lo fai con autenticità. E noi ce la metteremo tutta per
continuare su questa scia, e crescere ancora».
Il premio “Studenti UniCt” - di nuova istituzione ed affidato ad una giuria formata dagli studenti dell'Ateneo catanese - è andato al cortometraggio di Nikos Dayandas “Mary Lefkowitz & women in ancient greece” “Per aver raccontato, attraverso una comunicazione chiara e un’ottima visione artistica – si legge nelle motivazioni della giuria composta dagli studenti dell'Università di Catania - l’importante contributo di una studiosa alla comprensione del complesso ruolo delle donne nel mondo antico, in particolare quello greco, portando alla luce storie sorprendenti, spesso sottaciute, grazie a un ardente di dar voce a una componente fondamentale della società antica”.
Informazioni
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