Cesare Pizzetti – Make It Happen: un viaggio moderno nella black music

Ascoltare Make It Happen, il nuovo lavoro di Cesare Pizzetti disponibile da fine novembre, è come intraprendere un viaggio attraverso le diverse anime della black music, guidati da una sezione ritmica che non sbaglia un colpo. L'album, edito da Irma Records, si dipana lungo otto tracce che funzionano come capitoli di un racconto coerente, dove ogni brano aggiunge un tassello alla visione musicale del contrabbassista e compositore.

L'apertura è affidata a Funk Prez (Intro), un biglietto da visita che mette subito in chiaro le cose: qui si mescolano jazz, funk ed elettronica, con un titolo che omaggia Esa, pioniere dell'hip hop italiano, a sottolineare che le radici di Pizzetti affondano nel cemento urbano tanto quanto nelle aule di conservatorio. L'energia sale subito con Ready One, un brano jazz-funk che celebra la prontezza di riflessi, l'istinto del musicista che si lancia nel vuoto dell'improvvisazione.

Il cuore centrale del disco è un saggio di maestria ritmica. In The Nick Of Time ("Proprio in tempo") gioca con le aspettative dell'ascoltatore: parte come un tema funk serrato per poi aprirsi in uno swing liberatorio, metafora sonora di quell'attimo sospeso in cui tutto può ancora accadere. Segue Lunedì e Altri Disastri, introdotto da un magistrale assolo di batteria di Maxx Furian, che trasforma la frustrazione delle giornate "no" in un groove terapeutico e trascinante.

Il cambio di passo arriva con Lambro Night. Qui Pizzetti imbraccia il contrabbasso per una ballad dalla struttura non convenzionale, evocando una passeggiata notturna nel quartiere milanese di Lambrate. È un momento di riflessione e silenzio, dove il quartiere si fa complice dei pensieri dell'artista.

Il gran finale è affidato al trittico che vede la partecipazione dello straordinario Flavio Boltro alla tromba. Si parte con la velocità di Miles’s Tones, tributo al genio di Miles Davis alla vigilia del suo centenario, per poi scivolare nella nostalgia anni '80 di December 23, brano che rievoca la gioia infantile della pre-vigilia di Natale. L'album si chiude con Lascia Andare, una ballad onirica e sospesa: dalle ombre iniziali emerge l'assolo luminoso di Boltro, un invito a guardare avanti e a lasciare che il passato scorra via. Un percorso emotivo completo, che merita di essere ascoltato dall'inizio alla fine.

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