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| Antonino - Ph. by Fabrizio Cestari |
Con “VENTI25” Antonino celebra vent’anni di carriera tra successi, trasformazioni e un nuovo capitolo artistico. Il singolo “XSempre” segna un ritorno alle emozioni più intime e al suo modo inconfondibile di raccontarsi attraverso la voce. In questa intervista, l’artista ripercorre il viaggio che lo ha portato fin qui, tra passato, presente e futuro.
“XSempre” viene definita una canzone sull’assenza ma
anche sul coraggio di ricordare. Qual è stato il momento in cui ha capito che
sarebbe stato il brano perfetto per rappresentare questo nuovo ciclo?
«L’ho capito nel momento esatto in cui l’ho scritta.
“XSempre” è nata a settembre, quasi per istinto, ed è stata l’ultima canzone
aggiunta al progetto. Avevo già l’album completo, ma sentivo che mancava
qualcosa che chiudesse davvero il cerchio, una frase che mettesse ordine alle
emozioni.
Quando è arrivata questa melodia, così nuda, e quelle
parole che parlano di presenza dentro l’assenza, ho capito subito che era lei.
L’ho incisa immediatamente, senza esitare: era come se il disco aspettasse
proprio questo pezzo per respirare nella sua forma definitiva.»
“VENTI25” raccoglie dieci tappe fondamentali della sua
storia artistica. Qual è stato il criterio più difficile nella scelta dei brani
da includere e quelli da lasciare fuori?
«Il criterio più difficile è stato accettare che non
potevo raccontare tutto. Vent’anni di musica sono un viaggio enorme, pieno di
canzoni che rappresentano momenti importanti della mia vita. Alla fine ho
scelto i brani che non erano solo successi, ma porte aperte su chi ero in quel
momento.
È stato complicato lasciarne fuori alcuni, ma “VENTI25”
non è una raccolta celebrativa: è una storia emotiva. E una storia, per essere
vera, ha bisogno dei capitoli giusti, non di tutti i capitoli.»
Il nuovo arrangiamento di alcuni pezzi storici le ha
permesso di riscoprire parti di sé. C’è un brano che l’ha sorpresa più degli
altri durante questo processo?
«Sì, “Resta ancora un po’” mi ha completamente spiazzato.
È un brano che porto addosso da sempre, ma rileggerlo oggi, con una vocalità
diversa e una vita diversa, mi ha fatto sentire quanto sono cambiato.
Nel nuovo arrangiamento c’è meno bisogno di dimostrare e
più bisogno di raccontare. È stato come incontrare il me stesso di anni fa e
riconoscerlo da un’altra prospettiva.»
Il progetto è frutto di un anno di lavoro con il
management guidato da Daniele Palano. In che modo questa collaborazione ha
influenzato il suo approccio creativo?
«Ho imparato che avere una squadra non significa solo
avere qualcuno che organizza, ma qualcuno che comprende. Con Daniele si è
creata una sintonia rara: mi ha dato spazio, ascolto, direzione quando serviva
e protezione quando era necessario.
Questa collaborazione mi ha permesso di rischiare, di
spogliarmi, di essere onesto con me stesso e con la mia musica. È una libertà
che non avevo da tempo, e credo si senta in tutto “VENTI25”.»
Vent’anni di carriera significano anche una relazione
profonda con il pubblico. Come è cambiato il legame con i suoi ascoltatori nel
corso del tempo?
«È diventato più adulto, più intimo. All’inizio c’era
l’entusiasmo, la corsa, il bisogno di farsi vedere. Oggi c’è un ascolto
diverso, quasi reciproco.
Il pubblico mi percepisce anche nelle sfumature, nei
silenzi, nelle fragilità. E io sento un affetto che non ha bisogno di rumore
per essere forte. Vent’anni dopo, è come se ci stessimo scegliendo ancora, ma
con più consapevolezza.»
Dopo un percorso così ricco di esperienze, cosa immagina
per il suo futuro musicale dopo “VENTI25”?
«Lo immagino più libero. “VENTI25” è stato un viaggio
nella memoria, ma anche una pulizia emotiva. Dopo aver guardato indietro con
sincerità, ora posso guardare avanti senza pesi.
Mi piacerebbe sperimentare suoni nuovi, collaborare,
sorprendermi ancora. E soprattutto continuare a cantare cose vere, anche quando
fanno male.
Non so esattamente cosa arriverà, ma so che sarà un
capitolo più maturo e ancora più sincero.»



