Stasera al Roma Jazz Festival PETER ERSKINE DR.UM BAND feat. MIKE MAINIERI

 


Cinque artisti dalla carriera epica, cinque maestri assoluti del loro strumento si incontrano al Roma Jazz Festival domenica 9 novembre nella Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica "Ennio Morricone" per dar vita a un viaggio musicale fra i capolavori della fusion: dai classici degli Steps Ahead alle atmosfere dei Weather Report. Un grande concerto carico di energia in cui la Peter Erskine Dr.Um Band rivisita i brani più iconici di quello che fu un vero periodo rivoluzionario nella storia del jazz.

Icona della batteria jazz e fusion, Peter Erskine ha scritto pagine di storia musicale. Nasce nel New Jersey e inizia all’età di quattro anni a suonare la batteria. A diciotto inizia già la sua carriera da professionista con la Stan Kenton Orchestra ma è con i Weather Report che il mito ha inizio davvero: insieme a Jaco Pastorius e Joe Zawinul diventa componente fondamentale nell’epoca d’oro della “fusion band” per eccellenza, registrando cinque dischi, tra i quali il celebre live 8.30, premiato con un Grammy Award.

Compositore, produttore e vibrafonista leggendario, Mike Mainieri è il fondatore degli Steps Ahead, gruppo che ha ridefinito la fusione tra jazz, rock e musica elettronica. Nella sua carriera ha collaborato con artisti del calibro di Paul SimonJoni MitchellDire Straits e David Bowie. Il suo stile, caratterizzato da un lirismo inconfondibile e un’incredibile sensibilità armonica, è un elemento chiave in questo progetto.

Pianista, compositore e direttore d’orchestra, John Beasley è noto per la sua collaborazione con Miles Davis e per essere l’ideatore della MONK’estra, l’acclamata big band dedicata a Thelonious Monk. Artista versatile e innovativo, ha lavorato con artisti come Freddie Hubbard, Dianne Reeves, Chaka Khan e Steely Dan.

Uno dei sassofonisti più richiesti della scena jazz e pop, Bob Sheppard ha condiviso il palco e lo studio con artisti del calibro di Chick Corea, Herbie Hancock, Stevie Wonder, Joni Mitchell e Steely Dan.

Figlio d’arte – suo padre è il mitico Jimmy Garrison, bassista di John Coltrane – Matthew Garrison è uno degli innovatori più influenti del basso elettrico. Ha sviluppato un approccio unico allo strumento, combinando tecnica mozzafiato, groove ipnotici e l’uso creativo di effetti e loop. Ha collaborato con artisti come Herbie Hancock, Wayne Shorter, Joe Zawinul e John McLaughlin, portando avanti la tradizione della fusion con uno sguardo al futuro.

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23 giorni di programmazione con artisti provenienti da tutto il mondo, dalle grandi star ai più appassionati innovatori di un genere che non conosce confini. Produzioni speciali, progetti dedicati ai più piccoli e due appuntamenti che immergono il jazz nella dimensione teatrale.

Giunto alla 49° edizione, torna dall’1 al 23 novembre il Roma Jazz Festival fra l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, la Casa del Jazz e il Monk, sconfinando quest’anno anche nella celebre Abbazia di Fossanova a Priverno (Lt), il più antico esempio di architettura gotico-cistercense in Italia.

Prodotto da IMF Foundation in co-produzione con Fondazione Musica per Roma, il Roma Jazz Festival 2025 è realizzato con il contributo del MIC – Ministero della Cultura e il sostegno del Municipio 1 di Roma Capitale.

Makaya McCraven, David Murray Quartet, Joe Sanders, Bilal, Camilla George, Amaro Freitas, Peter Erskine Dr.Um Band, Jemma Collettivo, Dock in Absolute, L’Antidote, Alina Bzhezhinska e HipHarp Collective con Tony Kofi e Brian Jackson, Sade Mangiaracina con Bonnot e Gianluca Petrella, Hakan Basar Trio, Adrien Brandeis, Gilad Atzmon con Daniel Bulatkin, Bernhard Wiesinger, Cecile McLorin Salvant, le Fiabe Jazz, Gianrico Carofiglio, Giovanni Guidi, Paolo Damiani con Rosario Giuliani sono i protagonisti di una programmazione ispirata al pensiero e alle parole di due figure storiche come Martin Luther King e John Coltrane, come sottolinea il direttore artistico Mario Ciampà“Ogni anno mi impegno a individuare il tema più attuale e le tendenze emergenti, cercando di metterli in scena attraverso le storie dei musicisti.  Certo, in momenti così difficili parlare di armonia e gentilezza, può sembrare paradossale. Quindi  mi sono ispirato al pensiero di Martin Luther King Jr. – ‘La vera pace non è solo l'assenza di guerra, ma la presenza della giustizia e l'armonia dell'anima con l'universo’ – e alla figura di John Coltrane – ‘La mia musica è l'espressione spirituale di ciò che sono: la mia fede, la mia esperienza, il mio essere." – affinché la musica e questo festival possano essere veicolo per l'esplorazione interiore e la ricerca di una pace universale.

Prossimo al mezzo secolo di vita, il Roma Jazz Festival si conferma ancora una volta come uno dei più densi e vivaci appuntamenti sul piano internazionale, sempre attento alle nuove tendenze e sensibile alle grandi questioni che segnano il mondo in cui viviamo.

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