Con
“Quando c’era il Liga”, Mac Parak riporta in musica la nostalgia degli anni
’90, tra ricordi personali, primi amori e quella libertà acerba
dell’adolescenza. Il brano nasce all’interno dell’album Non era previsto, un progetto iniziato
per pura passione e diventato presto la fotografia di un sentimento condiviso.
Per
Fattitaliani, l’artista racconta il
passato che lo ha costruito e il presente che lo spinge a ripartire.
Parliamo
del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?
Il singolo è parte integrante dell’album “Non era previsto”, che – come dice il titolo – non era nato con un intento divulgativo, ma solo per passione personale. Poi, vedendo un crescente interesse da parte di amici e conoscenti, ho capito che questo brano racchiudeva in pieno una nostalgia condivisa verso gli anni ’90. È nato come un piccolo sfogo, una valvola per incanalare malinconia e ricordi, e ho deciso di lanciarlo perché potesse arrivare a più persone possibile.
A
quale idea si ispira il videoclip?
È un tuffo nel passato, nei miei anni, nei miei luoghi e nella mia fidanzata dei primi ’90. Quelle sensazioni, quei colori, quell’aria di libertà che solo l’adolescenza può dare: tutto è racchiuso lì, tra immagini che parlano di un’epoca e di un modo di sentire che non esiste più, ma che continua a vibrare.
Quali
sono le tue influenze musicali?
Principalmente l’hair metal degli anni ’80, ma è inevitabile che Ligabue e i Timoria siano stati le mie colonne portanti. Hanno rappresentato quella miscela di potenza e autenticità che mi ha segnato e che cerco ancora oggi di trasmettere.
Come
e quando è iniziata la tua passione per la musica?
Si va indietro di ere geologiche – ride – perché la scintilla è nata nel 1987. Solo nel 1995, però, ho iniziato a prendere la cosa sul serio e a mettermi davanti a un microfono. Da lì in poi non ho più smesso di scrivere, sperimentare e cercare la mia voce.
Con
quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?
Mi piacerebbe lavorare con Ema Stokholma o Clara Soccini. So che non appartengono al mondo rock, ma proprio per questo sarebbe interessante: la contaminazione musicale porta sempre cose nuove. Una loro presenza darebbe un tocco imprevisto, e credo che verrebbe fuori qualcosa di davvero figo.
Progetti
futuri?
Sto
lavorando al nuovo album, che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2026, forse
già a gennaio. È un lavoro che chiuderà un cerchio e ne aprirà un altro, più
maturo e riflessivo.


