Eugenio Murrali - Città del Vaticano
“La pace sia con voi!”, ha esordito questa (ieri) mattina Papa Leone XIV, rivolgendosi alle personalità del cinema presenti in Sala Clementina, per l'udienza del Pontefice con i rappresentanti della "settima arte". Gli artisti lo hanno sentito davvero vicino e hanno risposto con calore ed entusiasmo: "Un discorso semplice e profondo, da vero amico delle arti e del cinema", dice ai media vaticani la regista Francesca Archibugi. Fare del cinema un’“arte dello Spirito", per essere “testimoni di speranza, di bellezza, di verità”. Quello di Papa Leone XIV è un invito raccolto dai maestri della cinematografia, numerosi e assorti, questa mattina, nel Palazzo Vaticano che ha ospitato circa 300 persone.
Mettere in moto la speranza
"Un'emozione indelebile", afferma Stefania Sandrelli, attrice amatissima e Leone d'oro alla carriera, riferendosi alle parole del Papa, semi che cresceranno nei fertili terreni creativi di questi protagonisti internazionali del cinema: Marco Bellocchio, Cate Blanchett, Liliana Cavani, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Matteo Garrone, Spike Lee, Kenny Lonergan, Giuseppe Tornatore e moltissimi altri. Perché quest’arte popolare nel senso più nobile non è solo immagine in movimento ma è mettere in moto la speranza.
Luce che perfora il buio
Silenzio e voce, buio e luce, sguardi che si educano, immaginazioni che si dilatano e, persino, forme di dolore che trovano senso. “Crocevia di desideri, memorie e interrogazioni”. Perché la bellezza “non è solo evasione, ma soprattutto invocazione”. Francesca Lo Schiavo, tre volte premio Oscar per le sue scenografie, commenta: "Ha spronato tutti noi a dare attraverso il cinema l'idea della bellezza, l'idea della speranza". Mentre Dante Ferretti, che condivide con lei i molti riconoscimenti, ha trovato bellissima l'idea di riunire tutte le persone che fanno questo mestiere e ha sentito nelle parole di Leone XIV "la forza di andare avanti".
Un appello per il cinema
"Ha fatto un appello per il cinema - evidenzia l'attrice Maria Grazia Cucinotta - senza dimenticare nessuno, ha parlato dell'importanza del lavoro di tutti, anche di quelli che non si vedono, persone che rappresentano intere famiglie". Gli artisti hanno applaudito con forza la vicinanza del Pontefice di fronte ai pericoli che il cinema corre: sale cinematografiche che chiudono, un algoritmo che cerca ciò che “funziona”, al posto di “ciò che è possibile”. La settima arte non deve solo consolare, ma anche interpellare, ha messo in guardia Papa Leone.
“Pellegrini dell’immaginazione”
Una strada quella dell'arte visiva che si misura in immagini e che aiuta l’essere umano a tornare in sé stesso. Il cinema sa infatti confrontarsi con le ferite del mondo, sa raccontarle, trovando la speranza anche nella tragedia. E quest'attenzione all'altro è molto presente anche in un'attrice come Cate Blanchett che, al momento del baciamano, ha potuto parlare al Papa del Displacement Film Fund, un nuovo programma di sovvenzioni per cortometraggi da lei guidato come ambasciatrice dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. L’iniziativa mira a sostenere e finanziare il lavoro di registi sfollati o con una “comprovata esperienza nel creare storie autentiche sulle esperienze delle persone sfollate”.
Anche Blanchett si è sentita toccare dalle parole di Leone XIV: "Le parole di Sua Santità oggi sono state davvero stimolanti, ci hanno invitato a non rifuggire dalle storie difficili e dolorose. Ha parlato delle lacrime che spesso le persone non riescono a versare nella loro vita quotidiana, così come delle risate che spesso si sentono al cinema. Ci ha davvero esortato a tornare al nostro lavoro quotidiano e a ispirare le persone e a creare questi spazi".



