Leon Seti racconta “Oh, London”: quattro tracce per perdersi nei ricordi. L'intervista

 


Arezzo non ha avuto un ruolo diretto nella nascita della sua sensibilità artistica - anzi, da giovane sognava soprattutto di andarsene - ma è proprio dalla distanza che Leon Seti ha trovato la sua voce. È infatti in Inghilterra, dove si era trasferito per studiare, che a 19 anni ha iniziato a scrivere musica. Da allora il suo percorso non si è più fermato: dal primo EP del 2016, passando per l’album Cobalt (2019), fino a Grimoire (2023), prodotto a Roma, Leon ha costruito un universo sonoro intimo e riconoscibile.

La scintilla è nata nel 2011, davanti a una performance di Lady Gaga: in quel momento, sedicenne, ha capito che il palco e la musica sarebbero stati la sua strada. Oggi, il suo processo creativo parte sempre dalla strumentale - cuore pulsante dei suoi brani - a cui si intrecciano testi intensi e personali. E se il pop resta la sua cifra, Leon sogna di esplorare anche i territori caldi e profondi del soul.

Con il nuovo EP Oh, London, Leon Seti celebra la tarda estate con quattro tracce intime e cinematografiche: una poesia sospesa tra luce e malinconia, dove i ricordi si mescolano ai sogni e all’attesa. Da “August”, delicato racconto d’amore, alla travolgente “Bluffer”, passando per la title track “Oh, London” e la stellare “Universe”, l’artista costruisce un piccolo rituale pop, un viaggio tra emozioni effimere e conquiste personali. L'intervista.

Di dove sei e come la tua città ha contribuito a sviluppare una tua sensibilità artistica?

Io sono di Arezzo, e la mia sensibilità artistica non é molto legata alla mia città, quando ero giovane volevo solo andarmene.

Raccontaci il tuo percorso musicale dalle origini fino ad oggi.

Ho cominciato a scrivere musica a 19 anni, in Inghilterra, dove mi trovavo per studiare. Nel 2016 ho pubblicato il mio primo EP, a cui sono seguiti un album nel 2019, Cobalt, e uno prodotto a Roma, uscito nel 2023, Grimoire.

Quando hai capito di voler fare questo mestiere/di avere questa passione?

Ho capito di voler essere un cantante guardando una performance di Lady Gaga nel 2011, quando avevo 16 anni.

Come nasce di solito un tuo brano ?

Un mio brano nasce sempre dalla scrittura della strumentale, poi arrivano i testi.

Quale altro genere ti piacerebbe suonare oltre a quello che suoni già ?

Mi piacerebbe cantare oltre al pop anche musica soul

Chi è nel tempo libero Leon Seti?

Quale tempo libero?

 

L’ep

"Oh, London", il nuovo EP di Leon Seti, è un’esaltazione poetica della tarda estate: quella fase sospesa tra la luce e la malinconia, dove i giorni sembrano allungarsi nell’aria calda e i ricordi iniziano già a sbiadire. Quattro tracce intime e cinematografiche raccontano emozioni effimere e nostalgiche, tipiche di una stagione che si spegne lentamente, lasciando spazio ai sogni, all’attesa e a una dolce inquietudine.

L’EP si apre con “August”, il primo singolo, che ne definisce subito l’atmosfera: calda, avvolgente, come il vento di fine agosto. Il brano è un racconto delicato di un amore passato, tra sussurri elettronici e malinconie luminose.

Segue “Bluffer”, una traccia travolgente e giocosa, che si fa portavoce di una rabbia euforica: cori stratificati e synth brillanti creano un inno liberatorio che sbeffeggia tutti i detrattori di Seti e la sua esperienza nel mondo della musica.

La title track, “Oh, London”, arriva come una brezza al tramonto. Parte tranquilla, cresce lentamente e si apre in un finale corale con un beat e campane che richiamano la capitale britannica. Il brano è una riflessione intensa sul rapporto ambivalente che Leon Seti intrattiene con la città che lo ha accolto per anni: un intreccio profondo di amore, frustrazione, crescita e conquista e che, come dice nel pezzo, lo riporta sempre allo stesso punto.

A chiudere il progetto è “Universe”, una sorta di notturno stellare, come la sera di San Lorenzo: una ballata che volge lo sguardo al cielo, riflettendo sull’amore e sul nostro posto nell’infinito. Una canzone dedicata al partner di Leon che ci ricorda quanto siamo grandi e piccoli allo stesso tempo, parte dello stesso universo.

Con questo nuovo lavoro, Leon Seti si presenta come una divinità dell’estate tardiva: un’immagine mitica e contemporanea, con spighe tra i capelli e melodie cariche di speranza, desiderio e luce lontana.

Leon: “Oh, London è un piccolo rituale pop, un invito a perdersi nei ricordi e nelle promesse dell’estate che finisce e un assaggio di quello che verrá.”

Fattitaliani

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