C’è chi dalla musica si lascia semplicemente ispirare e chi, come Stefano,
la trasforma in un linguaggio universale capace di unire mondi, culture e
generazioni. Il suo nuovo brano “Jubilation” nasce da un’idea tanto semplice
quanto geniale: un abecedario sonoro, un elenco di parole in rigoroso ordine
alfabetico, trasformato in un’esperienza musicale che fonde voci, ritmi
africani e sonorità elettroniche.
Tutto è iniziato quasi per gioco, grazie a un abecedario sfogliato dal
nipote marsigliese e a una chiacchierata con il padre, DJ radiofonico. Da
quella scintilla è nato un progetto che celebra la forza delle parole, la gioia
del movimento e la ricchezza della collaborazione tra culture diverse.
In questa intervista, Stefano racconta la genesi di “Jubilation”, il significato profondo dietro al suo abecedario musicale, la scelta di coinvolgere i Masaka Kids Africana nel video ufficiale e il valore di affrontare l’arte senza timori, anche senza essere musicista di professione. E, naturalmente, il lascito spirituale di Franco Battiato, figura che ha segnato la sua direzione artistica e personale.
Stefano, il tuo nuovo brano “Jubilation” è costituito da un elenco di parole in rigoroso ordine alfabetico, come in un abecedario….
Ti racconto come è nato il tutto: mio nipote marsigliese un girono era qui da me e stava sfogliando un abecedario. Ho detto subito a suo padre Tom, DJ radiofonico, “perché non facciamo qualcosa assieme? Facciamo qualcosa di strano però, divertiamoci innanzitutto. Metti assieme tante parole quante sono le lettere dell'alfabeto” Poi lui, con la sua voce, le ha recitate e da lì è partito tutto. E il divertimento è stato il fatto di creare questo abecedario musicale.
E da lì nasce “Jubilation” dove si fondono sonorità italiane, africane su un tappeto elettronico. Quale è il significato di questo brano?
Mi piaceva pensare a un progetto che mettesse assieme più energie, più culture. Diciamo che partendo da una base di elettronica mi sono fatto affiancare da un paio di produttori africani con i quali poi abbiamo collaborato insieme. Da lì sono nati “Jubilation”, “Benediction” e altri brani. Il significato era semplicemente l'importanza delle parole. Spesso e volentieri ci dimentichiamo delle parole oppure le usiamo anche fuori contesto. Spesso e volentieri sento persone che dicono anche parole molto carine ma svuotate di senso.
“Jubilation” è accompagnato da un video in cui vediamo tanti bambini africani felici mentre ballano. Perché la scelta del ballo nel video?
A me piace molto ballare, ma quando sono da solo, perché noi fondamentalmente viviamo nel nostro corpo e alle volte ce lo dimentichiamo. Invece il nostro corpo ha bisogno di movimento, ha bisogno di armonia e via dicendo. Avevo visto ballare questi Masaka Kids Africana dell'Uganda e mi avevano trasmesso una felicità e una voglia di vita che mi ha portato a contattarli. Va da sé che loro accettano di ballare solo se il brano li convince. Solo se il brano musicale li porta a ballare. La loro è un'associazione che aiuta i bambini provenienti da famiglie in difficoltà. Il responsabile di questa associazione ha fatto ascoltare ai bambini il brano e per cui si sono resi subito disponibili. Ovviamente è anche un modo per aiutare queste comunità. Su YouTube potrai anche vedere il backstage di come è stato girato. Non sono solo i bambini, ma c'è una comunità che si mette a disposizione dei musicisti per creare questi video.
“Jubilation” è un esperimento sonoro e in tutto questo tu non sei neanche musicista: cosa ci insegna tutto questo?
Quando mi capita di insegnare nelle scuole, molte volte trovo delle persone che hanno paura di cimentarsi in determinati campi o situazioni perché non si sentono pronti. Io ero nella stessa situazione. Non so suonare, però amo immensamente la musica più o meno di tutti i tipi, da Battiato alla musica sperimentale, alla musica classica. Tutto ciò che ha una certa struttura, un certo pensiero, mi piace. Mi piace molto la natura, i boschi, mi piace camminare in mezzo alla natura. E avevo paura effettivamente di cimentarmi nella musica. Sviluppata l'idea musicale ho chiamato dei musicisti veri.
Nel tuo percorso di vita anche l’incontro con Franco Battiato. Quale è stato per te il psuo più grande lascito?
Il grande
lascito fondamentale che mi ha lasciato Battiato, che mi ha poi influenzato
tutta la mia vita, tutta la mia crescita, da “La Voce del Padrone” ad oggi, è
la direzione. Fondamentalmente Battiato mi ha indicato una strada e da lì ho
iniziato il mio percorso. Per cui il grande lascito di Battiato è
l'indicazione. Mi ha indicato una strada con i suoi dischi, i
suoi libri, le sue interviste e poi è stato a me continuare su quella strada.