Bullismo e rinascita: Maria Giovanna Tarullo presenta il suo romanzo “Quel 14 novembre” a Roma

 


Venerdì 26 settembre si è tenuta la presentazione del romanzo breve (su una vicenda di bullismo) di Maria Giovanna Tarullo, dal titolo “Quel 14 novembre” (Edizioni Cofine, 2025).
Hanno dialogato con l’Autrice, Maurizio Rossi e Vincenzo Luciani
Intermezzi di ‘Armonie Musicali’
Anche questa serata ha goduto dell’emozione degli intermezzi musicali (applauditissimi) dei giovani artisti al piano Edoardo Barbieri, Emma Messineo e Stoil Ianakiev diretti dal M° Stefania Piarulli che ha eseguito due brani al violino.

Vincenzo Luciani che ha condotto la serata ha presentato autrice del romanzo “Quel 14 novembre” Maria Giovanna Tarullo, nata nel 1989 a Roma, dove vive. Giornalista pubblicista, iscritta all’Odg del Lazio dal 2011, che ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo nella redazione di Abitare e Abitare a Roma. Ha collaborato con numerose testate online, dove ha maturato una pluriennale esperienza in diversi campi: dalla cronaca locale, allo spettacolo. È autrice, con Vincenzo Luciani, del volume Storie del Commercio e dell’Artigianato Locale (Edizioni Cofine, 2013, che racchiude 83 interviste ad aziende commerciali ed artigianali, con oltre 25 anni di attività, dislocate nei quartieri del Municipio Roma 5.

Luciani ha fatto notare che la Tarullo accompagna le sue mail con questa citazione “Perché la vita non ha senso se non la racconti a qualcuno”. Ed è esattamente quello che lei ha fatto, con coraggio, pubblicando questo libro che contiene riferimenti alla sua vita perché possano servire di insegnamenti agli adolescenti vittime di bullismo e perché trovino il coraggio di denunciare i soprusi.

Una più dettagliata presentazione del libro è stata condotta dal critico letterario e poeta Maurizio Rossi che si è complimentato con l’autrice per aver scelto un argomento caldo soprattutto per le nuove generazioni e per voler trasmettere loro il coraggio necessario per battersi. Ha fatto anche notare i riferimenti nel titolo e nel testo al cantante preferito di Maria Giovanna Max Pezzali, chiedendo in cosa possono essere utili le sue canzoni per gli adolescenti di oggi e in cosa sono state utili per quelli di allora.

Nel suo breve intervento, M.G. Tarullo ha confessato che scrivere questo romanzo «non è stata una scelta, ma un bisogno. Sentivo che la mia esperienza, per quanto comune a molti, non poteva restare solo dentro di me. Doveva trasformarsi in parole, in una storia che potesse aiutare chi, leggendo, si riconosce in quelle ferite che troppo spesso il bullismo lascia dietro di sé. Perché sì, le cicatrici restano… ma dentro ognuno di noi c’è anche la possibilità di rinascere, di scoprire una forza nuova che forse non sapevamo nemmeno di avere.

Ho deciso di affrontare questo tema perché so bene cosa significhi viverlo sulla propria pelle. Quando sei vittima, la tentazione più grande è chiudersi, sparire, non chiedere aiuto. Ma il silenzio diventa una prigione.
Per questo vorrei che questo libro parlasse non solo ai ragazzi, ma anche ai genitori, agli insegnanti, a chiunque incontri ogni giorno un giovane che porta dentro di sé un dolore invisibile. Vorrei che servisse a ricordare che il bullismo non è un gioco, non è una fase da superare: è una ferita che può cambiare un’intera vita.

Il messaggio che desidero trasmettere è semplice, ma vitale: tu non sei quello sbagliato. Nessuno lo è. E anche chi ti ha fatto del male, in fondo, è vittima di un sistema distorto, in cui per sentirsi accettati bisogna piegarsi alle regole di un branco. La vera forza è saper scegliere un’altra strada, anche quando sembra la più difficile. Ecco, questo è il cuore del mio romanzo: un invito a non sentirsi soli. Perché nella vita, come nella musica, c’è sempre una possibilità di rinascere, di ritrovare la speranza, e di scoprire che proprio nelle cicatrici si nasconde la nostra forza più grande.» 

Fattitaliani

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