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Al MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna torna Spazio Neutro, progetto curato da Giorgia Salerno, conservatrice del museo, che offre al pubblico una prospettiva inedita sulla comprensione dell'arte contemporanea con particolare attenzione alle dinamiche relazionali.
Giunto al suo terzo appuntamento, il programma ospita l’artista Jonathan VanDyke con Nell’Eternità del Provvisorio / In the Eternity of the Temporary.
L’artista e performer americano si ispira ai mosaici ravennati, in particolare a quelli di San Vitale, per dar vita a un ambiente modulare in cui le tessere si trasformano in trame di tessuto dipinto e l’elemento decorativo diventa strumento di contemplazione per il visitatore.
La trama emerge da un meticoloso assemblaggio di stoffe tagliate, cucite, ricamate e dipinte – provenienti da abiti indossati da amici e familiari - evocando, attraverso un medium differente, la paziente e precisa costruzione del mosaico.
La lentezza del processo creativo si contrappone alla rapidità del nostro tempo, in cui tutto scorre senza lasciare il tempo di essere compreso; nel frammento, elemento essenziale della composizione, affiora così “l’eternità del provvisorio”, per citare la poetessa femminista Armanda Guiducci (1923-1992). La persistenza della tessera musiva, radicata nella tradizione e nel passato, si rinnova nella sapiente ricomposizione dell’artista, dove la rete familiare si espande attraverso i tessuti, generando nuovi intrecci e nuove architetture.
Completano l’installazione i costumi, realizzati per l’occasione e messi a disposizione del pubblico, che può così fare un’esperienza diretta dell’opera; ogni visitatore, infatti, invitato ad indossare ‘nuove vesti, diviene parte integrante della composizione, contribuendo a rivelare il dialogo continuo tra intelletto, gesto e fruizione artistica.
La ricerca di VanDyke si muove su più registri sottraendosi a definizioni e categorie, per spaziare dalla performance alla pittura, affermando la libertà dei suoi linguaggi.
SPAZIO NEUTRO è un progetto che propone al pubblico un punto di vista alternativo nella visione e comprensione delle opere d’arte. Il museo, nella sua caratterizzazione più classica, e per convenzione, richiede una certa distanza dall’opera per la sua fruizione, richiede compostezza formale, chiede silenzio. La visione di una collezione in un museo è sempre dettata da principi museologici e museografici che in questo spazio neutro, vengono ribaltati, cercando di modificare la relazione con le opere lì installate. Il progetto, ideato e diretto da Giorgia Salerno, curatrice e conservatrice delle collezioni del Museo, vede la presenza di artisti contemporanei chiamati a ripensare la propria opera in relazione allo spazio e al visitatore fornendo un modo alternativo di vivere l’opera e abitare pienamente l’ambiente. Alla base della programmazione, inoltre, vi è l’esigenza di affrontare tematiche attuali che coinvolgono i musei internazionali, come l’evoluzione del museo relazionale, la decolonizzazione delle collezioni e le IA generative.
L’attivazione dell’Arts &New Media Room è sostenuta grazie alle risorse derivanti dal progetto di inclusione digitale Digital Unite, finanziato con fondi PR FESR-Regione Emilia-Romagna 2021/27 e dal progetto VALUE PLUS, finanziato nell’ambito del programma europeo Interreg Italia - Croazia 2021/27.
BIO
Jonathan VanDyke (Brooklyn, NY 1974) crea dipinti, installazioni, video, sculture, scritti, progetti collaborativi e performance dal vivo attraverso i quali cerca di recuperare il regno sensoriale, ponendo l'accento sulle modalità di attenzione e di incarnazione.
Le sue mostre personali sono state allestite, tra le altre, presso 1/9unosunove, Roma; abc Berlin; Four Boxes Gallery in Danimarca; Loock Galerie Berlin; Tops Gallery Memphis; Vox Populi Philadelphia; Scaramouche a NYC; The Columbus Museum in Georgia; Luis de Jesus Los Angeles. Performance personali sono apparse all'Este Arte in Uruguay, allo Storm King Art Center, all'Albright Knox Art Gallery, al National Academy Museum, al Power Plant di Toronto e nell'ambito di Performa 11 a New York. Nel 2019 è stato incluso nella storica mostra Queer Abstraction al Des Moines Art Center e nel 2022 è stato nominato Artist in Residence per il Chelsea Music Festival, attraverso il quale ha presentato opere multimediali in varie sedi di New York. È stato Visiting Artist in Residence presso l'Università dell'Alaska, l'Università di Chicago, l'Illinois State University e il Krabbesholm Højskole in Danimarca e attualmente è Artist in Residence in Studio Arts al Bard College.



