Beatrice Schiaffino è “L’Imperatrice”: il potere creativo del femminile in scena. L'intervista di Fattitaliani


di Giovanni Zambito - Dopo il successo de La Papessa, presentato a Teatrosophia tre anni fa, prende vita L’Imperatrice, il secondo capitolo del progetto teatrale Free Women Suite, ideato da Andrea Balzola e Beatrice Schiaffino.

Un percorso di ricerca artistica e drammaturgica dedicato alle figure femminili libere e ribelli della Storia, che attraverso le loro vite e le loro scelte incarnano simbolicamente gli Arcani Maggiori femminili dei Tarocchi.

Al centro di questo nuovo episodio, l’enigmatica e affascinante Contessa di Castiglione, donna di straordinaria intelligenza, bellezza e ambizione, protagonista di un destino intrecciato con la politica, la seduzione e il mito. Attraverso un linguaggio teatrale contemporaneo e multimediale, L’Imperatrice restituisce voce e corpo a una figura che seppe piegare le regole del suo tempo, diventando simbolo del potere creativo e dell’autonomia femminile. L'intervista di Fattitaliani a Beatrice Schiaffino.

Come nasce il progetto "Free Women Suite" e qual è la sua visione artistica dietro questo percorso dedicato alle figure femminili libere e ribelli?
Il progetto “Free Women Suite - Il coraggio delle donne in sette carte teatrali”, a cui ho dato vita insieme al drammaturgo Andrea Balzola, va pensato come un mazzo di carte: a ogni carta “pescata”, una nuova storia. Scegliamo di raccontare la vita di donne valorose del passato, che hanno rotto gli schemi e le regole del loro tempo pur di affermare se stesse con autenticità e forza… E lo facciamo attraverso gli archetipi del femminile suggeriti dagli Arcani Maggiori femminili dei Tarocchi. In pratica, ci chiediamo chi ci sia dietro a quella Carta, chi abbia davvero incarnato quel femminile a cui la Carta rimanda, con le sue peculiarità a livello simbolico e grafico… È un lavoro di ricerca e riscoperta molto interessante, attraverso cui ridiamo vita a storie dimenticate, travisate o nascoste, perché riguardanti donne scomode, che hanno osato cambiare le regole, sconvolgendo i loro tempi e facendo molto scalpore. Mettendo in crisi un sistema, sono diventate donne pericolose… E dunque andavano messe a tacere… Ma noi, con questo progetto, ridiamo loro voce e corpo!
È un percorso che mi smuove profondamente, come donna e come artista. È per questo che, oltre a essere in scena, sono attiva su tutti i livelli, a partire da quello produttivo e manageriale. Andrea è un grande compagno di squadra, oltre che per me Maestro e autore raffinato… In questo caso firmiamo anche la regia insieme. Un grande onore.


Quali sono le principali differenze tra La Papessa e L’Imperatrice a livello drammaturgico e registico?
La Papessa e L’Imperatrice sono due carte profondamente diverse e, al tempo stesso, interconnesse. Sono entrambe donne di grande valore e con moltissime sfaccettature… Se pensiamo alla Papessa, pensiamo subito al sacro, alla conoscenza universale, ma essa racchiude in sé anche un elemento - l’uovo - di grande passione ed energia in potenza…
L’Imperatrice è la carta dove questa energia esplode, l’uovo si dischiude e il femminile può “partorirsi” e godere appieno di tutta la sua forza. Ma anche qui, celato, c’è un elemento di sacralità forte sullo sfondo…
Per la messinscena de La Papessa abbiamo lavorato molto profondamente con la regista Carmen Di Marzo, per restituire una pièce di teatro puro - seppur con il ritmo di un film d’avventura - che restituisse anche la crudezza e la verità di questa donna appartenente al Medioevo…
Con L’Imperatrice ho lavorato insieme ad Andrea in una direzione nuova. Ogni Carta per me deve essere una “puntata a sé”, una nuova sfida, anche da questo punto di vista... Questa volta l’impianto dello spettacolo è multimediale, dando vita a un’intervista impossibile alla straordinaria Contessa di Castiglione, Virginia Oldoini, che verrà invitata nel salotto del fantomatico programma tv “Free Women Suite”.

Chi era, per lei, la Contessa di Castiglione? Che cosa l’ha colpita maggiormente di questa donna enigmatica e affascinante? Come ha lavorato per restituirne sul palco la sua molteplicità?
Virginia incarna a pieno tutta la potenza e l’esplosività - anche caotica - della Carta. E mi ha conquistata subito con la sua molteplicità ed energia… A fine Ottocento lei è una diva indiscussa in tutta Europa, amata, invidiata, calunniata… Usa la sua grande bellezza con astuzia, è una donna libera sessualmente e mentalmente, profondamente intelligente, colta, ambiziosa... Un’influencer ante litteram, usa la sua immagine con sagacia e la fotografia in modo innovativo… È la prima donna a giocare in borsa, diventa agente segreto del re in Francia, è una performer… Come non rimanerne folgorati?
Sul palco mi “piego” alle sue innumerevoli sfumature, che emergono nella parte “pubblica” dell’intervista, ma anche dalle pagine più intime del suo diario e dai tableaux vivants che abbiamo realizzato e che, come delle “incursioni/interferenze”, entrano nel programma tv e mostrano sempre una nuova “faccia” della poliedrica e multiforme Virginia…

E come ha tradotto teatralmente la dimensione ambigua, tra verità storica e mito?
Giochiamo con questa ambivalenza e col mito dell’Imperatrice, ma sempre tenendo teso il filo della storia. Il testo di Andrea è basato sulle vere lettere della Contessa, sui suoi diari… mentre la parte visiva si permette qualche licenza e salto temporale, quasi ad avvicinare questa donna così all’avanguardia - precursora e anticipatrice su così tanti fronti - ai tempi nostri. Sospeso tra più piani temporali e di significato, il pubblico scoprirà la storia di Virginia domanda dopo domanda, insieme alla conduttrice in video, ma anche attraverso lettere, immagini, pagine di diario, tableaux vivants, voci, musiche e suoni…

L’Imperatrice è la terza carta degli Arcani Maggiori femminili dei Tarocchi. In che modo questo simbolo ha ispirato la costruzione del personaggio e dello spettacolo?
Nei Tarocchi, L’Imperatrice rappresenta potere creativo, fertilità, luce. Virginia incarna perfettamente l’energia e la potenza della Carta: è una donna autonoma, capace, che si basta a se stessa e che di se stessa si nutre. Fa di sé una star… e per un soffio del destino non diventa realmente Imperatrice. Nella messinscena le restituiamo in qualche modo questo titolo, ma soprattutto la sua complessità, che a livello storico è stata appiattita, relegata al solo ruolo di “bella seduttrice”, e lo facciamo attraverso un’alchimia di linguaggi.
C’è il video, ci sono le meravigliose musiche che Gerardo De Pasquale ha composto, così come le voci preziose dei colleghi Rigillo, Di Marzo e Masera, e il costume che indosso, realizzato da Loredana Redivo, ispirato a un vero costume d’epoca che fece realizzare Virginia stessa, che restituisce tutta la sua fantasia e la sua ironia… Io mi diverto molto, in questo viaggio mistico tra le pieghe della sua esistenza…

Quanto c’è di improvvisazione o di ricerca personale nella sua performance rispetto al testo?
Il testo è di Andrea Balzola, col quale condivido questo intenso percorso… Abbiamo lavorato a stretto contatto in questi mesi, revisionando il testo insieme e cercando degli spazi in cui potessi sentirmi libera nell’interpretazione, ma senza tradire l’essenza di Virginia. La ricerca è avvenuta su più livelli e a più riprese, con un lavoro di cesello. Anche nella parte visiva, che ho realizzato personalmente, ho potuto giocare e improvvisare. Ogni pezzetto della messinscena è stato curato con questo doppio binario: libertà e confini.
Per restituire con coerenza la splendida molteplicità che è caratteristica di Virginia. Lo spettacolo, una volta iniziato - in questo caso più che mai - è un unico flusso di coscienza senza pause. Interagisco col video che scorre senza soluzione di continuità… Una sfida accattivante ed eccitante, tanto quanto indossare i panni dell’Imperatrice.


Quale figura femminile le piacerebbe portare in scena nel prossimo eventuale capitolo della Free Women Suite?
Stiamo già lavorando insieme ad Andrea a una nuova Carta, ma scaramanticamente, per il momento, preferisco non parlarne… Posso dire con certezza che ci saranno belle sorprese in futuro e che “Free Women Suite” muove oggi orgogliosamente il suo secondo passo, ma ha ancora molti capitoli da svelare al pubblico… Le Carte celano un simbolismo magnetico e misterioso che ci stimola a una ricerca continua, così come l’idea di riportare alla luce le storie di donne ribelli e rivoluzionarie della storia, che tanto hanno ancora da raccontare e comunicare al nostro tempo! Stay tuned!

Fattitaliani

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