A Milano la Fondazione Arnaldo Pomodoro apre le porte per la mostra “Open Studio #4 Arnaldo Pomodoro. Luoghi, memorie e visione”

 


di Antonino Muscaglione

“Open studio” è il ciclo di mostre giunto quest'anno alla quarta edizione per approfondire il lavoro di Arnaldo Pomodoro scomparso lo scorso 22 giugno 2025. Dopo i primi tre capitoli dedicati rispettivamente: alle “sperimentazioni spazialiste degli anni Cinquanta”, ai cosiddetti “anni americani” (1967-1970) e alla “Sfera”, l’opera più iconica dell’intera produzione dell’artista, il quarto appuntamento di Open Studio propone un percorso costruito attorno ai tre temi di “luogo, memoria e visione”, chiavi di lettura della riflessione di Pomodoro sulla natura della scultura e sul suo rapporto con lo spazio maturata nel corso di cinque decenni di attività dagli anni Settanta agli anni Dieci del Duemila. La mostra è visitabile, presso la fondazione a Milano in via Vigevano, dal 4 ottobre 2025 al 31 maggio 2026 tutti i sabati e le domeniche dalle 11.00 alle 19.00; dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00 su prenotazione.

La mostra analizza un periodo che comincia negli anni '70 a seguito di un bilancio critico del maestro Pomodoro sui suoi primi quindici anni di attività. Qui il maestro comincia a sperimentare una nuova dimensione della sua pratica artistica: la scultura, non più concepita come semplice “oggetto nello spazio”, diventa uno «spazio definito da una serie di sculture», «uno spazio che diventi tutto scultura», un «luogo di sculture», nel quale le memorie del passato – personale e collettivo – si intrecciano e generano visioni in continuo divenire. Pomodoro non definisce una volta per tutte questo nuovo atteggiamento nei confronti dell’operazione sculturale: il discorso si sviluppa in modo discontinuo e a tratti contraddittorio, tra continui slanci e arresti, e assumendo ogni volta forme diverse, riemergendo però puntualmente nel corso dei quattro decenni seguenti.

La mostra è così strutturata: si comincia negli spazi del Cortile e del Salone, una ventina di sculture: gli Scettri e le Rive dei mari (1987-1988), la Rotativa di Babilonia (1991) le Aste cielari (1978-1980) e i Cippi (1983-1984), le opere sono divise in due allestimenti ispirati ai display più sperimentali delle mostre presentate da Pomodoro tra gli anni Ottanta e Novanta. Forte dell’esperienza teatrale, che nel percorso artistico di Pomodoro conosce un momento di grande slancio proprio nel corso degli anni Ottanta, l’artista studia aggregazioni o dialoghi di sculture con lo scopo di restituire la suggestione di ambienti insieme concreti e ideali come il Mediterraneo e l’Egitto, con tutto il loro portato di materialità e storie in un «modo unitario di visione».

La mostra prosegue nello spazio della Progettazione dedicato a un gruppo molto particolare di opere riunite dall’artista sotto il nome di “Progetti visionari”. Si tratta di «luoghi ideali» o «utopie totali», visioni sperimentali nelle quali l’interpretazione poetica di un archetipo ambientale o architetturale assume la forma di veri e propri ambienti sculturali, a volte realizzati e a volte solamente immaginati, ma sempre fortemente caricati in senso metaforico. Il percorso si snoda tra i modelli dei Progetti più rappresentativi – come il Nuovo cimitero di Urbino (1973), The Pietrarubbia Group (1975) e la Tenda fortilizio (1975-1980) – accostati a disegni, grafiche e bacheche di materiali d’archivio, utili ad approfondire e esplorare trasversalmente i temi di ricerca dell’artista. La mostra si conclude con il progetto dell’Ingresso nel labirinto (1995-2011), il più recente environnement nel quale Pomodoro riprende e rielabora nuovamente la sua ricerca attorno ai temi di luogo, memoria e visione. Come la mostra, dal 4 ottobre partono anche i laboratori che intendono mostrare, com'era volontà dell'artista, che il pensiero passa dall'uso delle mani, queste le sue parole: « Ho sempre sentito la necessità di un coinvolgimento concreto dal punto di vista sociale. Uscire dal proprio studio, dove si lavora e si è protetti, non è una facoltà, è un dovere. Il compito dello scultore è quello di mettersi in gioco e coinvolgersi con il tessuto urbano della città, facendo sentire l’importanza pubblica di tutta l’arte, non solo della propri».

Interessanti i laboratori sia per famiglie, con bambini da tre a undici anni, che per giovani e adulti, laboratori di scultura e laboratori di stampa, fino ai laboratori di cartotecnica e legatoria progettati in collaborazione con il collettivo artistico Libri Finti Clandestini che propongono attività come la costruzione di una fanzine, di una storia tridimensionale/pop-up oppure di un sedicesimo rilegato a mano.

Sono previste anche delle visite speciali come “La visita con calice nello studio di Arnaldo Pomodoro”. I visitatori, accompagnati da una guida esperta, vengono accolti da un calice di vino offerto dal partner Tenute Lunelli, la cui cantina in Umbria denominata Carapace, è stata progettata da Arnaldo Pomodoro.

 

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