di Giovanni Zambito - Attrice amatissima dal pubblico italiano, volto simbolo della commedia anni ’80 e premiata giovanissima con il David di Donatello per il suo debutto in Le occasioni di Rosa, Marina Suma torna oggi al centro della scena internazionale come madrina dell’Italian Comedy Festival – Hollywood 4.0. Un ruolo che la vede rappresentare il legame speciale tra il cinema italiano e quello americano, ma anche l’occasione per riflettere sul valore universale della risata, sulla forza della comicità e sull’eredità di un cinema che ha segnato un’epoca.
Fattitaliani l'ha intervistata per farci raccontare emozioni, ricordi e progetti.
Marina, quest’anno è lei la madrina dell’Italian Comedy Festival – Hollywood 4.0: che emozione prova a rappresentare il legame tra la commedia italiana e Hollywood?
Ovviamente sono emozionata perché in realtà non sono mai stata partecipe di un festival così e quindi questo mi rende felice ed anche responsabile.
Il Festival nasce per far dialogare la tradizione della commedia con le nuove voci: come vede l’evoluzione della comicità italiana nel tempo?
Credo che in Italia la comicità sia cambiata moltissimo! Ma perché cambiano le persone, ci sono dei nuovi comici e nei film la comicità ha un altro sapore… si cerca di sdrammatizzare e ridere su una realtà che oggi ha poco da ridere.
La risata è definita universale e salvifica: è d'accordo?La risata, se fatta con il cuore, certo che è salvifica. Sorridere e ridere fa stare bene e rende tutto meno pesante.
Il suo debutto con Le occasioni di Rosa le ha regalato subito un David di Donatello: cosa ricorda di quel momento e di quell’inizio fulminante?
È stato esattamente come ha detto lei… fulminante, ma aggiungerei magico e meraviglioso.
Negli anni ’80 lei è diventata un volto simbolo della commedia italiana grazie a film come Sapore di mare e Cuori nella tormenta: cosa sente di aver lasciato a quel cinema e cosa, invece, quel cinema ha lasciato a lei?
Sicuramente ho lasciato un bellissimo pensiero, un’immagine pulita. Si raccontavano storie semplici e romantiche ma anche storie difficili, pur sempre narrate in maniera romantica. Questo mi ha lasciato quel cinema, oltre a tante cose che dovrei elencare… sarebbe troppo lungo, ma tutte cose belle!
Quanto pensa che la commedia italiana di quegli anni abbia contribuito a costruire un immaginario condiviso, anche oltre i confini nazionali?
La commedia italiana ha avuto la sua importanza, quella degli anni ’70 e ’80 in particolare, e molti registi stranieri si sono ispirati a quel tipo di commedia.
Oggi, rivedendo quei film, che emozioni prova?Mi emoziono sempre quando rivedo i miei film… ma è un’emozione diversa, più consapevole, più ragionata. A volte mi vedo e dico: “Non sembro io, quella Marina!”.
In questa edizione del Festival la vedremo anche nel film Amici per caso di Max Nardari, presentato in anteprima a Los Angeles. Ci racconta qualcosa della sua esperienza sul set e del suo personaggio?
In Amici per caso sono la mamma di uno dei protagonisti maschili, Giorgio Tirabassi. Sono Orietta, una madre moderna e all’avanguardia che aiuta il figlio omosessuale. Il film parla proprio di omofobia e omosessualità, ma il tutto è raccontato in maniera delicata e leggera. È stata un’esperienza bellissima e girare con Max è un piacere: siamo diventati molto amici.
Hollywood è il sogno di tanti: lei lascerebbe Salina per lavorarci? A che condizioni?
Io non lascio mai Salina, è nel mio cuore. Salina fa parte di me, anche se non ci vivo tutto l’anno! So che lei mi aspetta! Quindi sì, andrei a lavorare a Hollywood… ma per poi ritornare!