Sono Roberto Fassone, Elisa Giardina Papa e Monia Ben Hamouda i vincitori della 64° edizione del Premio Termoli.
Lo annuncia il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli la cui direttrice, Caterina Riva ha curato questa edizione del Premio che dal 1955 porta nella città molisana gli artisti più interessanti della scena italiana.
La giuria della Sezione Arti Visive – composta da Caterina Riva, dall’artista Liliana Moro e dal direttore del Museo del Novecento di Milano Gianfranco Maraniello – ha conferito il premio acquisto a Roberto Fassone (Savigliano CN, 1986), al video documentario Con i denti tra i coltelli (2024).
Il lavoro, la prima opera video a vincere il Premio Termoli nella storia della collezione, racconta la stagione sportiva 2023/24 della PVM (Polisportiva Valle del Mugnone), squadra maschile dilettantistica di pallacanestro fiorentina, attraverso lo sguardo di uno dei suoi giocatori: l’artista e performer Roberto Fassone.
Il film alterna riprese di fasi di gioco, palestre di provincia, discussioni durante gli allenamenti e negli spogliatoi a immagini provenienti dal mondo del basket professionistico e da materiali audiovisivi sperimentali trovati in rete, dai fratelli Lumière all’intelligenza artificiale.
Ibrido tra poesia, diario e mixtape, Con i denti tra i coltelli si articola in quattro episodi, come i quarti di una partita di basket, mettendo in scena su piccola scala le gioie e i drammi del quotidiano, personale e collettivo.
L’opera è stata scelta dalla giuria per “l’abilità di Roberto Fassone nel far dialogare stili narrativi e piani di racconto che mescolano il gioco del basket a pillole d’ispirazione musicale, artistica e sportiva. Con i denti tra i coltelli è un lavoro realizzato con ingegnosità e capacità di coinvolgere il pubblico, trasportandolo in un mondo fatto di gioia, danza, tattica ma anche di sconfitte”.
A Elisa Giardina Papa (Medicina (BO),1979) va il Premio mostra, che prevede la realizzazione di una mostra personale dedicata all’artista nell’autunno del 2026.
La giuria riconosce la varietà di una ricerca artistica che si nutre di storie di donne che non si vogliono categorizzare ma che vengono rappresentate nello spazio sia con materiali artistici tradizionali che con l’impiego di strumenti digitali, attraverso opere “che scompigliano ogni preconcetto con assemblaggi e con la vitalità di corpi ibridi e non conformi”.
A Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) con l’installazione Figuration Demon (deer), va invece la Menzione del pubblico: i voti sono stati raccolti al museo tra i visitatori della mostra del 64° Premio Termoli tra il 30 maggio e il 20 settembre.
Grazie al Premio Termoli, tra le manifestazioni più longeve nel panorama italiano, che ha consentito la creazione di una ricca collezione oggi affidata alla Fondazione Macte, il museo molisano si conferma centro di ricerca e sperimentazione per il futuro, avviando anche un dialogo attivo tra generazioni artistiche diverse.