Libri, Rita Pacilio "Si è fatto preghiera. San Francesco d’Assisi otto secoli di umanità e ispirazione"

 


“Si è fatto preghiera - San Francesco d'Assisi otto secoli di umanità e ispirazione” di Rita Pacilio (Rplibri, 2024 pp.208 € 20.00) racchiude il carisma nel legame esistenziale e spirituale della figura di San Francesco, rivela l'essenza devota di una identità, espressa nella testimonianza di un cammino d'amore tra fede ed elegia.

Espone l'icona vivida incarnata dal Santo tra pensieri di ispirazione e conforto e poesie a margine, la narrazione dell'incontro personale e misericordioso con Dio, la vicenda compassionevole di San Francesco, nella compiutezza del dialogo e nella sua entusiastica forza divulgatrice. “Sui gradini dove siamo seduti/ti ho chiesto di ascoltare le cicale/la promessa al mondo che tutto/ancora accade in questa vita tonda/fulminea e mansueta magnificenza.”. Rita Pacilio riflette sulla consacrazione terrena e divina del tempo, nel contesto esegetico, inteso come tempo d'attesa, per celebrare il riflesso della gratitudine e per raggiungere la destinazione di vita più consapevole, nella benedizione delle parole che riconoscono la solennità dei sentimenti e l'impegno generoso e altruista alla vita. Il libro custodisce nel suo messaggio universale tutta l'entità evocativa dei valori di benevolenza e di rispetto, alterna, nelle pagine distinte nel profilo descrittivo della prosa e nelle osservazioni sublimi della poesia, la grazia illuminante che restituisce il bene della luce attraverso l'analisi intima e suggestiva del pensiero di San Francesco, la condivisione di un universo associato al rinnovamento di un percorso morale e alla percezione di un progetto trascendente, in armonia con la missione di un'elezione mediatrice della sapienza. “Quando sono sola sul serio i piedi/riprendono la via di casa miracolati/avanti nel prato che si allarga come/il cielo smeraldo indifferente all'ombra/o allo strappo tra una montagna e l'altra.”. Rita Pacilio declina l'insegnamento francescano oltre la conoscenza evangelica, avvicinando il lettore a una piena maturità mistica e umana, costruita nella meditazione sull'inevitabile transitorietà della vita e sulla redenzione, nella ricchezza interiore della dedizione religiosa, nell'apertura esultante alla bellezza del mondo, nell'intonazione dei principi supremi di fraternità che ancora oggi consegnano una sincerità d'intenti, un vincolo alla solidarietà, una significativa dimostrazione dell'umiltà e della carità. “Ho pensato che Dio ama l'insicurezza/e le sfumature dei dirupi./Io mi trovo qui dove non si torna indietro.”. Interpreta la dottrina di San Francesco come strumento per sostenere, risanare e condurre alla perfetta letizia, nella possibilità quotidiana di ricevere i dolori e le avversità della vita, confidando nella gioia e nell'inclinazione del cuore, nella fiducia del disegno divino. “Benedico la ferita nella pupilla/l'acciaio dello sguardo nella pena/durante la guerra in cui danzano/le trecce e i piedi degli anziani.”. Affida all'esempio della propria esperienza il fervore di un'opera densa di elevazione etica, nel dono delle emozioni e nell'attenzione di una manifestazione poetica che incide la connessione necessaria per diffondere la comprensione e dare senso all'esistenza, per esprimere la cura per tutte le forme di vita e la lode a Dio. “Si è fatto preghiera” è un'immensa vocazione di accoglimento e di speranza, contro le effimere illusioni, un invito a varcare gli ostacoli e trovare l'elemento miracoloso della semplicità, uno stimolo di sensibilità verso il prossimo, di riconoscenza per la vita, un motivo di stupore per le meraviglie della creazione, una coscienza sconfinata verso la capacità di una povertà volontaria, oltre la materialità, che è patrimonio sobrio e libero per perseguire un ideale in armonia con la caritatevole cura. “La luce benedetta dall'aria si alza/sulla terra nell'ora in cui ringrazio/il fermento dell'universo, baci/accumulati, il tono, il dettaglio/dei giorni, la pioggia che trattiene/un nome in gola e la capacità di amare.”. L'autrice imprime la sostanza della salvezza, oltre la fragilità, nella disposizione dell'autenticità, come un ritorno all'essenziale, la responsabilità di una predisposizione letteraria che si tramuta in testo sacro, relazione di comunione con l'infinito richiamo dell'incondizionata influenza umanitaria. “Se fossi qualcosa da amare/entrerei nelle parole della gente/stordita dall'invocazione dei beati/patirei l'efferatezza dei tramonti/il grido e l'intimità dei monti/sollevando il fregio dei sogni sommersi.”. Traccia un sigillo intorno al destino dell'uomo, crede fermamente  nell'evangelizzazione di una profetica intenzione nel dedicarsi agli altri, nell'indulgenza, nel divulgare l'integrità intensa di una promessa generata dal bene e segnata nella preghiera, nel restituire la beatitudine all'anima, al di là dell'inquietudine attuale. Il San Francesco di Rita Pacilio rappresenta la guida a una catechesi per gli smarrimenti emotivi, la predicazione della pace e del bene, la saggezza e il discernimento per distinguere tra il bene e il male e compiere la volontà di Dio, il punto di riferimento per gli uomini credenti e atei, depositari, con fiducia, delle possibilità che ci sono state assegnate.

Rita Bompadre - Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

 

 

 

 


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