Sinossi Inside Amir Un giovane uomo a Teheran è sul punto di emigrare. Tra memorie sparse, conversazioni incompiute e giornate che scorrono lentamente, Amir si trova di fronte a una decisione che in realtà non ha ancora preso: andare o restare? L’unico oggetto dal quale non vuole separarsi è la sua bicicletta, compagna di viaggio per le strade della città e simbolo del sua esistenza. La data della partenza per raggiungere Tara, la fidanzata che ora vive in Italia, si avvicina. Intanto scopriamo che, anni prima, quella relazione lo trattenne da un viaggio familiare che finì in tragedia. Tara, per Amir, più di una compagna, rappresenta la vita che gli è stata concessa.
Amir Azizi (Ahvaz, Iran, 1984) ha iniziato la sua carriera cinematografica nel 2003. Ha lavorato come assistente alla regia con autori come Kianoush Ayari e Rakhshan Banietemad. Ha diretto diversi cortometraggi, tra cui: The Idiot (2007), Two Cold Meals for One Person (2009) e Family Portrait (2010), selezionati in festival nazionali e internazionali. I suoi documentari, Nature and Cities of Iran (2013), Wolf (2018) e Home (2022) sono incentrati su temi locali e ambientali e hanno ricevuto il plauso della critica. Il suo primo lungometraggio, Temporary (2015), è stato presentato al Festival di Pechino e al Med Film Festival di Roma, vincendo il Premio speciale della giuria. Two Dogs (2020), ha partecipato al concorso di Varsavia ed è stato premiato a Bangalore e in altri festival.
Sinossi Bearcave A Tirna, un villaggio che sorge su una montagna in Grecia, Argyro è una contadina energica, mentre la sua migliore amica Anneta è la ragazza più popolare del paese e lavora come manicure. Quando Anneta le rivela di essere incinta e di avere intenzione di seguire il suo fidanzato poliziotto abbastanza sfigato, Argyro la sfida a intraprendere un’avventura: trovare la mitica grotta dell’orso. Però, prima che Argyro abbia la possibilità di dichiarare il suo amore, Anneta parte per la sua nuova vita nella grande città. Argyro è a pezzi. Intanto, nella sua nuova casa, con la suocera che le sta sempre attaccata, Anneta comprende che il suo destino è altrove.
Stergios Dinopoulos è cresciuto ad Atene e ha studiato arte, cinema, e studi visivi all’Università di Harvard, dove con il suo film diploma si aggiudica il prestigioso Premio Hoopes. Lavora come regista, sceneggiatore e montatore e nel 2022 e 2023 realizza i cortometraggi Bluebird e Arkoudotrypa, quest’ultimo co-diretto con Krysianna B. Papadakis. Dinopoulos è stato anche assistente alla curatela del Museo d’Arte Moderna e ha insegnato per anni cinema e narrazione a giovani adulti e adolescenti. Gli piacciono i colori saturi e la danza.
Krysianna B. Papadakis è una scrittrice e regista greco-neozelandese. Il suo lavoro esplora l’identità queer, la trasformazione rurale e il folklore balcanico da un punto di vista poetico e politico, attingendo a un background di studi di filosofia e politica ad Harvard e di teoria dei media a Oxford. Prima del cinema, ha lavorato come regista teatrale nel Regno Unito. Con il corto Arkoudotrypa, diretto insieme a Stergios Dinopoulos, si è aggiudicata il premio per il miglior film al DISFF 2023. Film che nella nuova versione, per entrambi i filmmaker, rappresenta l’esordio nel lungometraggio.
Sinossi Memory Vladlena all’età di sei anni, dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce dalla Crimea a Grozny. È ignara che presto la guerra consumerà la sua infanzia. L’Unione Sovietica crolla, la Repubblica cecena si frammenta. I suoi amici di lingua russa sono obbligati a scappare, mentre i ceceni deportati fanno ritorno reclamando la loro patria. Le tensioni aumentano e scoppia un conflitto armato. La violenza investe la città: i vicini vengono uccisi, la sua famiglia è presa di mira e Grozny si trasforma in un campo di battaglia. Dopo quattro anni di guerra, sua madre è gravemente ferita e un attacco armato costringe Vladlena alla fuga, diventando una sfollata in Russia. In questo film ibrido, autobiografico e poetico, Sandu rivisita i suoi traumi attraverso i ricordi dell’infanzia, per rispondere a una domanda ossessionante: come si interrompe quel meccanismo circolare della violenza che plasma i bambini e si trasmette di generazione in generazione?
Vladlena Sandu (Crimea, Ucraina, 1982) è una regista cinematografica e teatrale che esplora i traumi della guerra, la dittatura, il colonialismo e il traffico sessuale. È cresciuta a Grozny durante la guerra cecena e in seguito è stata sfollata nella Russia meridionale. Dopo essersi laureata in regia al VGIK di Mosca, ha completato la sua formazione con un diploma in Estetica e Teoria culturale. I suoi cortometraggi sono stati selezionati a Rotterdam, Leipzig Dok, Berlinale, Series Mania, GoEast e altri festival e hanno ricevuto diversi premi internazionali. Dopo essere fuggita dalla Russia nel 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina, ha continuato il suo lavoro artistico ad Amsterdam. Lì ha creato la performance The Rainbow Cinema, basata sulla propria esperienza del traffico sessuale. Nel 2025 ha partecipato alla European Theatre Academy. Sandu, attualmente, sta sviluppando un musical sullo sfruttamento sessuale delle ragazze in Europa. Memory è il suo primo lungometraggio.
Sinossi A sad and beautiful world In questa storia d’amore travolgente, che attraversa tre decenni di passioni, dolori e speranze, Nino e Yasmina si ritrovano insieme grazie al magnetismo che li attira reciprocamente. Di fronte a una scelta impossibile tra amore e sopravvivenza, devono decidere se costruire una famiglia e cercare la felicità in Libano, o fuggire dalle tragedie che devastano il paese.
Cyril Aris è un regista e sceneggiatore libanese, membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Il suo documentario Dancing on the Edge of a Volcano (2023), sovvenzionato dal Sundance Institute, è stato presentato in concorso al Festival di Karlovy Vary, dove ha ricevuto la Menzione speciale della giuria. Il film è stato proiettato in numerose manifestazioni internazionali, tra cui BFI London, CPH:DOX e DOC NYC, vincendo premi a Rotterdam, Valencia, Roma, San Francisco, Marsiglia. Anche il suo primo documentario, The Swing (2018), è stato presentato in anteprima a Karlovy Vary e ha ottenuto diversi riconoscimenti. Ha conseguito un master presso la Columbia University e ha lavorato come montatore, tra gli altri, in Costa Brava, Lebanon (2021), presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, e diretto da Mounia Akl, l’interprete principale dell’opera prima di Aris, A Sad and Beautiful World.