di Goffredo Palmerini
Per la prima volta il Premio internazionale d’Eccellenza “Città del Galateo”, alla sua XII edizione e dedicato al grande umanista salentino Antonio de Ferrariis, approda il 19 settembre a Gorizia - Capitale Europea della Cultura 2025, città simbolo di incontro e dialogo interculturale insieme alla slovena Nova Gorica, chiudendo definitivamente il passato della cortina di ferro, iniziato nel 1947 con la cessione alla Jugoslavia di parte della Venezia Giulia in seguito al trattato di Parigi, che divise la città tra due mondi contrapposti, l’Occidente da un lato e il blocco dei Paesi a regime comunista dall’altro. Una situazione cessata con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, nel 2004, a seguito del quale, con il trattato di Schengen, nel 2007 le città di Gorizia e Nova Gorica poterono finalmente abbattere la barriera divisoria che le separava dal 1947. Per la loro posizione le due città sull’Isonzo sono ora un esempio di dialogo e punto di congiunzione tra culture romanze, slave e germaniche.
Tanto premesso, grazie al carattere itinerante del Premio, Gorizia è dunque palcoscenico ideale per ospitare la manifestazione in un territorio ricco di storia e di apertura culturale. Nato nel 2013 su impulso di Regina Resta, il Premio celebra l’umanista Antonio De Ferrariis e la sua città natale Galatone (Lecce), e premia Personalità che incarnano eccellenza culturale, artistica e umanistica. Nel tempo è diventato una vetrina internazionale, nel solco della cultura e del dialogo, della pace e del merito. In linea con il contesto goriziano e con l’identità europea, l’edizione 2025 assume un forte valore simbolico: promuovere l’eccellenza culturale come strumento di riconciliazione, di unità e dialogo tra i popoli. Il Premio “Città del Galateo” è organizzato da VerbumlandiArt APS, associazione internazionale di promozione culturale, sostenuta da un comitato d’onore di alto profilo, e gode del Patrocinio del Comune di Gorizia.
Ora qualche annotazione sull’umanista salentino Antonio de Ferrariis, cui il premio è intitolato. Nacque nel 1444 a Galatone, in provincia di Lecce, perciò detto il Galateo. Figlio del notaio Pietro e di Giovanna d’Alessandro, rimasto orfano di padre, il giovane Antonio ricevette i primi rudimenti del sapere dai frati basiliani di Galatone, completando poi gli studi a Nardò, in quegli anni il maggiore centro culturale del Salento. Studiò con particolare interesse la letteratura greca e latina, la filosofia antica, la geografia e la medicina. Intorno al 1465 si recò a Napoli, per approfondire gli studi umanistici e apprendere l’arte medica. Verso il 1470 fu ammesso all’Accademia napoletana e qui intrecciò amicizia e lavoro col Pontano, il Cariteo, Paolo e Giovanni Attaldi, Teodoro Gaza, il Panormita, il Sannazaro, Galeazzo e Giovan Francesco Caracciolo, Giovanni Pardo e fra’ Roberto da Lecce. Il 3 agosto 1474, aiutato dall’amico medico estense Girolamo Castello, conseguì nello Studio di Ferrara il “Privilegium in artibus et medicina”; soggiornò brevemente a Venezia poi rientrò a Napoli. Qualche tempo dopo si ritirò a Gallipoli e nel 1478 sposò la nobile Maria Lubelli dei baroni di Sanarica, da cui ebbe cinque figli. Durante la guerra contro i Turchi che avevano invaso Otranto (1480-81), si rifugiò a Lecce. Da questi avvenimenti trasse spunti presenti in alcune sue opere.
Dal 1485 e per dieci anni visse a Napoli, alternando frequenti rientri in Puglia a numerosi viaggi nella capitale partenopea, dove le sue arti mediche erano assai apprezzate presso la corte aragonese di Ferdinando I. Antonio de Ferrariis prediligeva la civiltà classica e autori come Omero, Senofonte, Plutarco, Terenzio, Catullo, Ovidio, Seneca, Svetonio, Virgilio e Orazio, unitamente alle opere in volgare di Dante, Petrarca, Morgante e Sannazaro, interessandosi anche delle opere di Strabone, Tolomeo e Plinio. A questo patrimonio di conoscenze associò lo studio della medicina, iniziando dal mondo classico con Ippocrate e Galeno e arabo, con Serapione il Vecchio. Nonostante questa cultura ampia e multiforme, egli non trascurò gli usi e i costumi della sua terra d’origine, descrivendo nel dettaglio l’area del Salento. Ma non gli sfuggì il contesto generale della società dei suoi tempi e della corruzione morale e politica che la corrodeva. Dunque più che giusto e opportuno che l’associazione Verbumlandiart, fondata a Galatone da Regina Resta, abbia scelto proprio Antonio de Ferrariis, l’insigne umanista nato nella bella cittadina salentina, per intitolare il Premio internazionale che con la letteratura e l’arte celebra anche molte delle discipline dell’ingegno umano.
PROGRAMMA
UFFICIALE
XII Edizione del Premio
Internazionale d’Eccellenza “Città del Galateo – Antonio De Ferrariis”
GORIZIA – 19 SETTEMBRE 2025 – PALAZZO DELLA REGIONE, AUDITORIUM DELLA CULTURA FRIULANA
Ore 16:30 – Accoglienza degli Ospiti e registrazione
Ore 17:00 – Inizio Cerimonia di Premiazione
INTERMEZZO MUSICALE: Omaggio
a Nova Gorica - Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025 - a cura del M° Alessandro Svab, direttore Accademia
Lirica Santa Croce di Trieste. Commendatore OMRI, con il soprano sloveno Karin Luin e il pianista Mº Fabio Zanin.
MADRINA DELL’EVENTO
·
MARISA MANZINI - Sostituto Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro
SALUTI ISTITUZIONALI
- RODOLFO
ZIBERNA -
Sindaco di Gorizia
- SAMO
TUREL -
Sindaco Nova Gorica
- ESTER
FEDULLO -
Prefetto di Gorizia
- LUIGI DI
RUSCIO -
Questore di Gorizia
- REGINA RESTA - Presidente Associazione VerbumlandiArt
APS
INTRODUZIONE AL PREMIO
INTERNAZIONALE “CITTÀ DEL GALATEO”
·
MARIA PIA TURIELLO, criminologa forense, Presidente del Comitato d’Onore
CONFERIMENTO PREMIO ALLA CARRIERA
- ESTER FEDULLO - Prefetto di Gorizia
- LUIGI DI
RUSCIO –
Questore di Gorizia
- MARISA
MANZINI - Sostituto
Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro
- RODOLFO
ZIBERNA -
Sindaco di Gorizia
- SAMO
TUREL - Sindaco
Nova Gorica
- ALESSANDRO
SVAB – Musica
- LIBRERIA
EDITRICE GORIZIANA –
Editoria
- GAETANO
CORTESE –
Ambasciatore, Diplomazia
- MAURO
MAZZA –
Giornalismo Rai
- GIANVITTORIO GALEOTA – Avvocatura
- FABIO
MASSIMO CARUSO –
Pittura
- GIUSEPPE
VULTAGGIO – Arte e
Poesia
- ROBERTO
CARCANGIU – Alta
Cucina Italiana
- ENRICO BERTOLINO - Teatro
INTERMEZZO MUSICALE: Soprano Karin Luin, Pianista M° Fabio Zanin.
PREMI DISTINTIVI D’ECCELLENZA 2025
PACE E DIRITTI UMANI
- Filippo Giorgi - Climatologo, Premio Nobel per la Pace
2007
- Renato Ongania - Promotore di iniziative per la pace, attivista
culturale, saggista
LETTERATURA ITALIA -
SAGGISTICA
- Davide Foschi – Fondatore Nuovo Rinascimento Milano,
artista, scrittore
LETTERATURA ITALIA – NARRATIVA
- Salvatore
La Moglie –
Scrittore, poeta, critico letterario
LETTERATURA ESTERO - POESIA
- Alfredo Pérez Alencart, Spagna - Università di Salamanca,
direttore Encuentros de Poetas Iberoamericanos, presidente
Premio Internacional António Salvado e Premio Rey David di poesia biblica
iberoamericana
- Arslan Bayir, Turchia - Poeta e scrittore
ISTRUZIONE
· Georg Meyr - Capo Dipartimento Scienze Politiche e Sociali
Università di Trieste
RICERCA E
SICUREZZA NUCLEARE
·
Marino Mazzini - Università di Pisa, progetto RAM-Glioma
GIORNALISMO, QUOTIDIANI E TV
- Andrea Borgnino - Responsabile podcast RAI play sound
GIORNALISMO - ESTERO
- Artur
Nura - Giornalista freelance, redattore di
www.perqasje.com, inviato Radio Radicale a Tirana-Albania
- Mujë
Buçpapaj - Giornalista,
scrittore, direttore responsabile del settimanale NACIONAL di Tirana-Albania
ARTE - ITALIA
- Saul Costa – Pittore
ARTE - ESTERO
- Lihi Turjeman - Pittrice (Israele)
IMPRENDITORIA - ITALIA
- Venica & Venica (Ornella Venica) - Vitivinicultura sostenibile
IMPRENDITORIA - ESTERO
- Vladimir Hristovski (Macedonia) – Grafo Prom Editoria
- Hassane Yarti & Housseine Yarti (Marocco) - Editori, promotori, traduttori
REGIA - ITALIA
- Giuseppe Bisceglia - Italia:
Regista, autore, giornalista, docente di regia e montaggio Scuola Holden
di Torino
REGIA - ESTERO
- Igor Trajkovski Foja - Macedonia: Regista, autore, sceneggiatore, fotografo,
musicista, grafico
- Dibran Fylli - Kosovo: Regista, attore, editore rivista ORFEU, accademico,
poeta e scrittore
TUTELA DELL’INFANZIA
- Francesco Maria Graziano - Avvocato, Consigliere nazionale
dell’Unione Nazionale Camere Minorili (UNCM)
IMPEGNO
CULTURALE, SOCIALE, SCUOLA, SALUTE E SICUREZZA
- Antonio Belmonte – Presidente dell’Associazione “Giorgio La
Pira”
- Mattia Veronese – Sindaco di Noventa Vicentina
- Loris
Brizio –
Coordinatore Salute e Sicurezza FABI
- Maria
Paola De Angelis –
Dirigente scolastico
- Gabriele Garofalo – Alfiere del Lavoro 2024
INTERMEZZO MUSICALE: Omaggio al Galateo “Antonio De Ferrariis”
a cura del M° Alessandro Svab,
Coro Accademia Lirica Internazionale di Santa Croce, pianista M° Fabio Zanin
RICONOSCIMENTI SPECIALI
Consegna attestati di merito e ringraziamenti ai
collaboratori, ospiti d’onore e sostenitori.
Gli splendidi
premi consegnati agli insigniti sono opera dell’artista Tommaso Filieri di
Galatone
Ore 20:00 – Chiusura premiazione e saluti finali
RESPONSABILE DELLA
FOTOGRAFIA
Andrea Carloni - fotografo professionista e ufficiale delle Regate.
RESPONSABILE DELLA
CONDUZIONE
Mirella
Cristina - avvocata,
giornalista
RESPONSABILI DELLA GESTIONE
EVENTO
Enrico Casartelli - scrittore, ingegnere.
Hebe Munoz - poetessa.
Francesco
Nigri - poeta,
manager.
Marilisa
Palazzone - saggista,
docente.
Sabrina Di
Bona - già
ispettore di Polizia di Stato.
RESPONSABILI DELLA XII
EDIZIONE PREMIO
Regina Resta - Presidente VerbumlandiArt Aps e del Premio
Graziano
Perria - già Primo Dirigente Polizia di
Stato
COMITATO
D’ONORE
Maria Pia
Turiello – Presidente, criminologa, scrittrice.
Hafez Haidar - Ufficiale OMRI, docente, scrittore e traduttore,
candidato al Nobel per la Pace e la Letteratura
Francesco
Lenoci - docente Università Cattolica
“Sacro Cuore” Milano
Goffredo
Palmerini - vice
presidente VerbumlandiArt Aps, giornalista e scrittore
Eugenio
Bisceglia - avvocato,
Presidente del Premio Carlo Caruso
Fiorella
Franchini - scrittrice,
giornalista
Francesco
Nigri - Digital Marketing Specialist,
Founder & CEO iBusiness Srls, poeta.
Giuseppe Di
Franco - Regista, direttore artistico, esperto
marketing culturale, Presidente del Centro Studi Federico II Graziano Perria - già Primo Dirigente
della Polizia di Stato
Manfredi
Potenti - Senatore
della Repubblica, avvocato
Marcella
Camellini - Dirigente
Medico dell'Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Sassuolo
Marilisa
Palazzone - docente,
avvocato
Marisa Manzini - sostituto procuratore Generale della Repubblica di
Catanzaro, scrittrice
Mirella
Cristina - avvocata,
già parlamentare Camera dei Deputati nella XVIII Legislatura.
Mirjana Dobrilla
- scrittrice, poetessa e traduttrice
Roberta
Vitelli - psicologa e
psicoterapeuta
Roberto
Sciarrone - Unitelma-Sapienza,
giornalista, storico, saggista, direttore rivista Verbum Press
***
Infine,
qualche cenno su Gorizia, la città
che ospita questa XII edizione del Premio “Città del Galateo”. È una bella
città, Gorizia, con una lunga storia. Nei pressi del
luogo dove ora è situata Gorizia (dallo
slavo gorica, diminutivo di gora –
monte, dunque piccolo monte) dal primo secolo a.C. sorgevano infatti due
villaggi romani, Castrum Silicanum, l’attuale Solkan,
e Pons Aesontii, oggi Mainizza,
come indica la Tavola Peutingeriana, copia d’una antica carta
romana che mostrava le antiche vie militari dell’Impero. Lì, sulla via
Gemina, nel punto in cui veniva attraversato l’Isonzo,
c’era una mansio, stazione di posta e foresteria
gestita dal governo romano e messa a disposizione di dignitari e ufficiali che
viaggiavano per ragioni di stato. Attorno a tali strutture, poste sulle vie
consolari e militari romane, si sviluppavano solitamente centri abitati.
Appunto queste le prime origini dell’attuale Gorizia,
allora confine con l’antica provincia romana del Norico.
Ma per trovare nella storia la prima citazione della città bisogna aspettare
l’anno 1001, quando Gorizia compare in una
donazione dell’imperatore Ottone III con
la quale si cedeva in parti uguali il castello di Salcano e la villa denominata
Goriza a Giovanni, patriarca di Aquileia, e a
Guariento, conte del Friuli. La città dal 1090 venne governata dapprima dai Mosburg, quindi dai Lurngau. Sotto il loro governo Gorizia si
sviluppò, crebbe la sua popolazione, costituita in massima parte da friulani e
giuliani, tedeschi e sloveni, quest’ultimi insediati generalmente nella
periferia della città. La potenza militare dei Conti di Gorizia, unita ad una
saggia politica matrimoniale, permise alla Contea, nel periodo di massimo
splendore tra la seconda metà del Duecento e la prima del Trecento,
d’estendersi su gran parte del nordest italiano, ivi comprese per un breve
periodo anche le città di Treviso e
Padova, la parte occidentale dell’attuale Slovenia,
l’interno dell’Istria e alcune parti di territorio in Tirolo e
Carinzia.
Gorizia,
che ormai aveva acquisito connotazioni urbane, ottenne il rango di città
durante il regno di Enrico II (1304-1323). Nei
primi decenni del secolo successivo, con l’assorbimento alla Repubblica
di Venezia del Principato patriarcale di Aquileia, i conti di Gorizia
chiesero al Doge l’investitura feudale, riconoscendosi quindi vassalli della
Serenissima. Nel 1500 Leonardo, ultimo conte
rimasto senza discendenti, alla sua morte lasciò in eredità la contea a Massimiliano
I d’Asburgo. L’atto, non valido per il diritto internazionale del tempo,
per il fatto che la Contea di Gorizia era unita alla Repubblica veneta da
vincoli di vassallaggio, spinse la Serenissima a denunciare tale violazione
attraverso i canali diplomatici. Ma ogni tentativo veneziano di riappropriarsi
della città, anche mediante la forza, risultò tuttavia vano. Occupata
militarmente nel 1508, per sedici mesi, dopo la disastrosa sconfitta subita dai
Veneziani ad Agnadello ad opera dei Francesi, la guarnigione veneta fu
costretta ad abbandonare la città. Da allora Gorizia farà
parte dei domini asburgici, prima come capitale dell’omonima Contea e,
successivamente, come capoluogo della Principesca Contea di Gorizia e Gradisca,
entrando a metà dell’Ottocento a far parte del Litorale Austriaco. Suoi Conti
saranno gli stessi imperatori asburgici, fino al 1918.
Nel
corso della Prima Guerra mondiale, a prezzo di enormi sacrifici di vite umane
tra cui si segnalarono sopra tutto i Gialli del Calvario,
così chiamati per il colore delle mostrine e per gli atti di valore sul Monte
Podgora, le truppe italiane entrarono una prima volta a Gorizia nell’agosto
1916. In quella cruenta battaglia del 9 e 10 agosto persero la vita 1.759
ufficiali e 50.000 soldati circa di parte italiana e dalla parte austriaca
morirono 862 ufficiali e circa 40.000 soldati. Fu uno dei più grandi massacri
di quella sanguinosissima guerra. Persa a seguito della rotta di Caporetto,
nell’ottobre 1917, la città venne definitivamente ripresa dall’esercito
italiano il 7 novembre 1918. Al termine del secondo conflitto mondiale, con il
Trattato di pace firmato a Parigi, Gorizia dovette
cedere alla Jugoslavia tre quinti circa del proprio territorio. Il centro
storico e la massima parte dell’area urbana restarono però in territorio
italiano. Il confine attraversava una zona semicentrale della città,
lasciando nella parte non italiana anche molti edifici e strutture di pubblica
utilità. Tra queste la stazione di Gorizia Montesanto,
che si trovava sulla linea ferroviaria Transalpina collegante la città
all’Europa Centrale. La piazza antistante la stazione, suddivisa tra le due
nazioni, dal 2004 è stata resa visitabile liberamente su entrambi i
lati dopo l’abbattimento di parte della rete confinaria avvenuto con l’entrata
della Slovenia nell’Unione Europea. Lo
stesso provvedimento di eliminazione del “muro” divisorio ha consentito di
“liberare” le relazioni in territorio sloveno con la moderna città di Nova
Gorica, costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso quando i
territori annessi alla Jugoslavia, con la chiusura del confine verso
l’Occidente, vennero a trovarsi senza un centro amministrativo ed economico
dove poter gravitare.
Come già accennato, dal 21 dicembre 2007, grazie al trattato di Schengen, le città di Gorizia e Nova Gorica sono finalmente senza interposti confini. Il legame sempre più forte che le unisce ha permesso alle due città d’avviare un processo di formazione d’un polo di sviluppo unico che rivestirà sempre più una notevole importanza, nella reciproca collaborazione fra Italia e Slovenia. Negli ultimi anni Gorizia sta conoscendo una costante e decisa rinascita, sia a livello infrastrutturale che sociale. Vi si respira infatti l’atmosfera sospesa, tipica d’una città di confine, e soprattutto una grande vivacità culturale aperta al dialogo con tutte le culture che nell’area si incrociano, in stretta simbiosi con Nova Gorica. Non a caso le due città sono insieme elette per il 2025 a Capitale europea della Cultura. Gorizia è una città interessante, dal punto di vista architettonico, artistico e monumentale. Il Castello medievale, con il suo incantevole borgo, è un vero gioiello. Dai suoi spalti la vista può spaziare sulle dolci distese di colli e sull’intera città, dove convivono in modo armonioso architetture medievali, barocche e ottocentesche. La borghesia asburgica amava Gorizia per il suo clima mite: non a caso la città era chiamata la “Nizza austriaca”. Incantevoli i suoi Parchi, come il Piuma sul fiume Isonzo, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg e il Parco Viatori. Notevole anche il sistema museale, con il Museo della Moda e delle arti applicate, il Museo della Grande Guerra, la Collezione Archeologica, il Museo del Medioevo Goriziano all’interno del Castello e la Pinacoteca di casa Formentini. Fra i molti palazzi storici della città emergono il Palazzo della Torre, Palazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg. Sulle alture della città si trova inoltre l’imponente Ossario di Oslavia, che raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale e tanto dovrebbe far riflettere sull’insipienza umana, specialmente nella drammatica temperie di guerra in Ucraina e in Medio Oriente