Festival Tropea, ABEL FERRARA ai giovani: "Non abbiate paura né dell'Intelligenza Artificiale, né di Putin"

 


Al Tropea Film Festival 2025, che anche quest’anno accoglie giovani registi e nuove storie, il Presidente di Giuria Abel Ferrara non ha usato mezzi termini.

Nel corso dell’incontro con il pubblico e gli studenti moderato dalla giornalista Cristiana Allievi, il regista newyorkese ha lanciato un messaggio forte, legando l’arte cinematografica al dovere morale di scegliere la vita in un mondo attraversato da conflitti e violenza.

«Quella che stiamo vedendo a Gaza è la terza guerra mondiale», ha detto Ferrara. «Solo ottant’anni fa ottanta milioni di persone sono state uccise nella Seconda guerra mondiale. E oggi siamo di nuovo sul punto di qualcosa del genere. Quindi cosa possiamo fare? Ucciderci come in Ucraina o a Gaza? No. Qui facciamo vedere dei film. Abbiamo un festival che è dedicato a dei giovani registi. Non puoi essere timido nell’ambiente cinematografico. Devi scegliere: la vita o la morte».

Ferrara ha invitato i giovani a farsi carico di una responsabilità: «Chi governa il mondo spesso pensa solo alla morte, ma i registi, quelli che lo diventeranno, devono capire che il mondo va mostrato com’è, che il mondo è un bel posto. Il cinema è un atto di vita. Io stesso ho iniziato a girare a 16 anni, all’università. Alcuni film non li ha visti nessuno, poi altri sono diventati famosi. Non è questione di essere diversi, ma di crescere e cambiare».

Il regista ha raccontato la sua esperienza personale, parlando del suo ruolo di padre e della sua evoluzione artistica, ma ha soprattutto sottolineato l’importanza di non dimenticare le radici e di guardare alla lezione dei grandi del passato: «Pasolini era una star internazionale, ma il suo amore era per il suo Paese. Ha vissuto ed è morto in una battaglia senza fine per rendere l’Italia e la sua gente migliori».

Ferrara ha ricordato il primo film di Pasolini che vide da ragazzo, Il Decameron, in una sala di New York: «Vedere su uno schermo la gente reale del Sud Italia – Puglia, Sicilia, Calabria – era qualcosa di potentissimo. Nel Bronx ero circondato da italiani del Sud. Era il potere dell’Italia vera».

Alla domanda su cosa dire ai giovani che vogliono diventare registi, Ferrara ha risposto senza fronzoli: «Gira, gira, gira. Anche con il telefono. Hai una videocamera, hai il mondo. Non ci sono scuse. Non sei mai troppo giovane. Puoi persino combattere Trump con il cellulare. Non abbiate paura né dell’intelligenza artificiale né di Putin».

Il Tropea Film Festival si conferma così non solo vetrina del cinema emergente ma anche luogo di confronto e coscienza civile, dove il cinema diventa linguaggio e scelta di vita.

Fattitaliani

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