Concerto alla Philharmonie Luxembourg: Elgar, Schubert e Wagner in equilibrio

 


di Giovanni Chiaramonte - Il programma del concerto del 17 settembre 2025 al Grand Auditorium ha subito una modifica dell’ultima ora a causa dell’indisposizione di Lisa Batiashvili, ma la sostituzione con Gautier Capuçon si è rivelata non solo impeccabile, ma anche un’occasione preziosa per ascoltare il Concerto per violoncello in mi minore op. 85 di Edward Elgar, pagina rara e di straordinaria intensità.

Capuçon ha offerto un’interpretazione di grande equilibrio, capace di unire lirismo e controllo formale. La linea del violoncello è emersa con una naturalezza eloquente, sostenuta da un’orchestra attenta e partecipe. Ne è scaturita un’esecuzione che ha saputo restituire l’intimità malinconica dell’opera senza cedere a eccessi retorici.

Nella seconda parte, la Sinfonia n. 7 in si minore “Incompiuta” di Schubert ha trovato una lettura chiara e fluida, caratterizzata da un suono trasparente e da un senso di tensione sotterranea mantenuto con finezza. Il contrasto tra l’Allegro moderato e l’Andante con moto è stato reso con misura, valorizzando la scrittura schubertiana nella sua incompiuta perfezione.

A chiudere la serata, il celebre Vorspiel und Liebestod da Tristan und Isolde di Wagner ha portato l’atmosfera verso un registro più drammatico e sospeso. L’orchestra ha saputo dispiegare il tessuto sonoro con progressione naturale, evitando eccessi volumetrici e privilegiando una tensione interna costante. Il crescendo emotivo fino alla dissolvenza finale ha trovato un equilibrio di intensità e raffinatezza.

Nel complesso, un concerto che, nonostante il cambiamento di programma, ha saputo mantenere coerenza e qualità. La direzione attenta e la bravura degli interpreti hanno garantito una serata di alto livello, capace di coniugare rigore e emozione con sobrietà e professionalità.

En français

Le programme du concert a subi une modification de dernière minute en raison de l’indisposition de Lisa Batiashvili. La substitution par Gautier Capuçon s’est révélée non seulement irréprochable, mais aussi une occasion précieuse d’entendre le Concerto pour violoncelle en mi mineur op. 85 d’Edward Elgar, œuvre rare et d’une intensité remarquable. Capuçon en a proposé une interprétation d’un grand équilibre, alliant lyrisme et maîtrise formelle. La ligne du violoncelle s’est déployée avec une éloquence naturelle, soutenue par un orchestre attentif et engagé. L’exécution a su restituer l’intimité mélancolique de la partition sans céder à aucun excès rhétorique.

En seconde partie, la Symphonie n° 7 en si mineur « Inachevée » de Schubert a bénéficié d’une lecture claire et fluide, marquée par une sonorité transparente et une tension souterraine maintenue avec finesse. Le contraste entre l’Allegro moderato et l’Andante con moto a été rendu avec mesure, mettant en valeur la perfection inachevée de l’écriture schubertienne.

Pour conclure la soirée, le célèbre Vorspiel und Liebestod de Tristan und Isolde de Wagner a transporté l’atmosphère vers un registre plus dramatique et suspendu. L’orchestre a su déployer le tissu sonore avec une progression naturelle, évitant tout excès de volume et privilégiant une tension intérieure constante. L’élan émotionnel jusqu’à la dissolution finale a trouvé un équilibre entre intensité et raffinement.

Dans son ensemble, ce concert, malgré le changement de programme, a conservé cohérence et qualité. La direction attentive et l’excellence des interprètes ont assuré une soirée de haut niveau, capable de conjuguer rigueur et émotion avec sobriété et professionnalisme.

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