Barcellona, Riccardo e Chiara aprono "Qué guay!": Caffè, pizza e dolci italiani: gli ingredienti dell’identità

 


di Giovanni Zambito - A Barcellona, nel cuore di un barrio residenziale, due giovani italiani hanno deciso di portare un pezzo d’Italia senza rinunciare al dialogo con la cultura locale. Nasce così Qué guay!, un bar che già dal nome mescola identità italiana e spirito spagnolo. Riccardo e Chiara, soci e compagni di vita, raccontano a Fattitaliani la loro esperienza: il sogno di aprire un’attività propria, le sfide affrontate all’estero e la voglia di costruire un punto d’incontro tra due tradizioni gastronomiche.

Come è nata l’idea di aprire un bar italiano a Barcellona e perché avete scelto proprio questo nome così spagnolo, Qué guay!?

Io e la mia socia, e fidanzata, Chiara abbiamo viaggiato molto e Barcellona ci è sembrata una città nel nostro campo un po’ poco valorizzata. Abbiamo scelto un nome e un detto spagnolo perché il locale è situato in un barrio molto residenziale e volevamo mantenere la lingua e attirare clienti del posto prima dei turisti.


Da quanto tempo sognavate di avviare un’attività vostra e perché proprio un bar?
Da sempre: adoriamo cucinare, il mondo del food e la colazione al bar. Io in particolare ho sempre sognato un bar/ristorante, avendo anche un’esperienza ampia in questo settore.

Cosa vi ha spinto a trasferirvi in Spagna e in particolare a Barcellona?
Un viaggio fatto insieme e la similitudine della cultura catalana con quella italiana.

Qual è l’elemento più “italiano” che avete voluto portare dentro il vostro bar?
Ovviamente il caffè e la pizza.

Avete cercato di unire la tradizione italiana con la cultura gastronomica catalana o spagnola? In che modo?
Noi adottiamo una linea standard con dolci prevalentemente italiani: torte soffici, croissant sfogliati e frolle.

Cosa non può mancare nel vostro menu per far sentire “a casa” un cliente italiano?
Il cappuccino all’italiana e la focaccia, che per noi italiani sono un must.

Quali sono state le difficoltà maggiori nell’aprire un’attività all’estero?
Le difficoltà sono molteplici: la lingua sicuramente, la ricerca del locale e, purtroppo, la poca trasparenza di molte persone.


Quali differenze avete notato nel modo di vivere i bar in Spagna rispetto all’Italia?
Abbiamo notato alcune differenze nelle tradizioni mattutine dei catalani, come ad esempio il caffè con ghiaccio e i bocadillos a colazione. Inoltre, alle persone del posto piace molto parlare e conversare con i baristi, più che in Italia.

Qual è stata la reazione dei primi clienti spagnoli e di quelli italiani?
Gli italiani all’estero, quando vedono un locale italiano, sono quasi tutti molto educati e felici. I catalani sono un po’ più chiusi inizialmente, ma vedono in noi italiani una certezza culinaria e si aprono subito dopo.

Quali sono i vostri progetti per far crescere Qué guay! nei prossimi anni?
Continuare con passione a eseguire ogni prodotto e ogni cosa con perfezione, per servire cose buone ma anche belle da vedere. Non abbiamo progetti specifici: vedremo con il tempo come si svilupperà il tutto.


Avete in mente eventi culturali o musicali per rendere il bar anche un punto di incontro tra italiani e spagnoli?
Sì, abbiamo una saletta perfetta per fare eventi e in futuro organizzeremo qualcosa.

Se doveste descrivere in una frase lo spirito di Qué guay!, quale sarebbe?
Tradizione e gusto in un ambiente accogliente e familiare.


Barcelona, Riccardo y Chiara abren “¡Qué guay!”: Café, pizza y dulces italianos, los ingredientes de la identidad

En Barcelona, en el corazón de un barrio residencial, dos jóvenes italianos han decidido llevar un pedazo de Italia sin renunciar al diálogo con la cultura local. Así nace ¡Qué guay!, un bar que, ya desde su nombre, mezcla la identidad italiana con el espíritu español. Riccardo y Chiara, socios y compañeros de vida, cuentan su experiencia: el sueño de abrir su propio negocio, los desafíos de emprender en el extranjero y las ganas de crear un punto de encuentro entre dos tradiciones gastronómicas.

¿Cómo nació la idea de abrir un bar italiano en Barcelona y por qué eligieron justamente este nombre tan español, ¡Qué guay!?
Chiara, mi socia y pareja, y yo hemos viajado mucho, y Barcelona nos pareció una ciudad poco valorizada en nuestro sector. Elegimos un nombre y una expresión española porque el local está ubicado en un barrio muy residencial y queríamos mantener la lengua y atraer primero a los clientes locales antes que a los turistas.

¿Desde hace cuánto soñaban con tener un negocio propio y por qué precisamente un bar?
Desde siempre: nos encanta cocinar, el mundo del food y el desayuno en el bar. Yo, en particular, siempre he soñado con tener un bar/restaurante, ya que tengo una amplia experiencia en este sector.

¿Qué les impulsó a mudarse a España y, en particular, a Barcelona?
Un viaje que hicimos juntos y la similitud entre la cultura catalana y la italiana.

¿Cuál es el elemento más “italiano” que han querido traer a su bar?
Obviamente, el café y la pizza.

¿Han intentado unir la tradición italiana con la cultura gastronómica catalana o española? ¿De qué manera?
Adoptamos una línea estándar con dulces principalmente italianos: tartas esponjosas, croissants hojaldrados y pastas frollas.

¿Qué no puede faltar en su menú para que un cliente italiano se sienta “como en casa”?
El cappuccino a la italiana y la focaccia son, para nosotros los italianos, un must.

¿Cuáles han sido las mayores dificultades al abrir un negocio en el extranjero?
Las dificultades son múltiples: la lengua, la búsqueda del local y, lamentablemente, la poca transparencia de algunas personas.

¿Qué diferencias han notado en la forma de vivir los bares en España respecto a Italia?
Hemos notado algunas diferencias en las tradiciones matutinas de los catalanes, como por ejemplo el café con hielo y los bocadillos en el desayuno. Además, a la gente local le gusta mucho hablar y conversar con los camareros, más que en Italia.

¿Cuál fue la reacción de los primeros clientes españoles y de los italianos?
Los italianos en el extranjero, cuando ven un local italiano, suelen ser muy educados y felices. Los catalanes son un poco más reservados al inicio, pero ven en nosotros italianos una certeza culinaria y se abren enseguida.

¿Cuáles son sus proyectos para hacer crecer ¡Qué guay! en los próximos años?
Seguir trabajando con pasión, elaborando cada producto y cada detalle con perfección, para ofrecer cosas no solo buenas sino también bonitas a la vista. No tenemos proyectos específicos: veremos con el tiempo cómo evoluciona todo.

¿Tienen en mente eventos culturales o musicales para que el bar sea también un punto de encuentro entre italianos y españoles?
Sí, tenemos una pequeña sala perfecta para organizar eventos y en el futuro haremos algo.

Si tuvieran que describir en una frase el espíritu de ¡Qué guay!, ¿cuál sería?
Tradición y sabor en un ambiente acogedor y familiar. 
Giovanni Zambito


Fattitaliani

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