Al via la 52ª stagione “Brass in Jazz 2025-26” al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo

 


Il sipario del Real Teatro Santa Cecilia si tingerà di magia e suoni in jazz con diverse produzioni dell’Orchestra Jazz Siciliana sempre più internazionale, con ospiti solisti e Grammy Awards.

Sul palco del tempio della musica jazz, il Real Teatro Santa Cecilia, per l’inaugurazione della stagione, un progetto originale con la plurivincitrice Nicole Zuraitis, cantautrice jazz, pianista e arrangiatrice vincitrice di un GRAMMY® Award (2024) e della prestigiosa medaglia d’oro dell’American Traditions Vocal Competition 2021. Con un “cuore grande quanto la sua straordinaria voce” (Jazz Police), Nicole si è affermata come una delle artiste di punta e “cantautrice prolifica” (Broadway World)  sarà sul palco con l’Orchestra Jazz Siciliana.

Una scelta importante quella del Brass che anche quest’anno ha voluto quadruplicato i concerti, dal giovedì alla domenica, in programma nella stagione. L’aumento delle repliche dei concerti deriva da uno specifico bisogno culturale a cui la Fondazione risponde con un calendario ricco di artisti internazionali, produzioni orchestrali e prime assolute. Tanti i nomi del mondo jazz inseriti per la nuova stagione concertistica del Brass. Con più appuntamenti, più artisti internazionali, più giornate lavorative e più occasioni di ascolto, il Brass conferma il proprio ruolo di motore culturale per la città e per l’intero panorama jazz italiano. Dal giovedì alla domenica, il Real Teatro Santa Cecilia sarà palcoscenico di una stagione che intreccia la forza creativa dell’Orchestra Jazz Siciliana — prima orchestra jazz stabile in Italia — con i grandi nomi del jazz mondiale e le voci più sorprendenti delle nuove generazioni.

La Fondazione Orchestra Jazz Siciliana è entusiasta così di annunciare il programma della nuova stagione di Brass in Jazz. Dall’ 6 novembre al 12 aprile, il pubblico avrà l’opportunità di assistere a concerti indimenticabili con un cartellone che promette di stupire e emozionare. L’inaugurazione è affidata con quattro date e doppio turno dall’8 al 10 dicembre (21.15 il giovedì unico turno, 19.00 e 21.30 il venerdì e il sabato con doppio turno,   18.00 e 20.30 la domenica con doppio turno), alla magica voce di Nicole Zuraitis, che con un progetto in esclusiva mondiale si esibirà con l’Orchestra Jazz SicilianaNicole Zuraitis, musicista newyorkese candidata ai Grammy®, unisce abilità compositive, una presenza effervescente e una voce straordinaria in un pacchetto completo che ha entusiasmato il pubblico di Manhattan e di tutto il mondo. Dal talento versatile e travolgente, tastierista e autrice, è stata nominata nella categoria arrangiamenti della 61ª edizione dei Grammy® Awards per la versione di “Jolene” di Dolly Parton. La rivista Connecticut Magazine l’ha inserita nella sua lista “40 under 40 Class of 2020” e il WOW Forum l’ha ospitata come ospite d’onore nell’autunno del 2019. È la cantante della famosa Birdland Big Band di New York City e il suo album Hive Mind ha vinto il premio come miglior album jazz agli International Music and Entertainment Awards 2018. Nel 2016 ha vinto il concorso di songwriting Coffee Music Project di New York City, nel 2015 è arrivata terza al concorso Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition e nel 2014 ha vinto l’Herb Alpert ASCAP Young Composer Award. È anche vincitrice del People’s Choice e del Johnny Mercer Award nella National American Traditions Vocal Competition. Il suo nuovissimo progetto, Generations of Her: Women Songwriters and Lyricists of the last 100 years, ha registrato il tutto esaurito sia al Birdland Theater che al Cell Theater di New York in meno di un mese.

La stagione continua il 13-14-15-16 novembre con Kemuel Roig Trio, il pluripremiato pianista è accompagnato da Lowell Ringel al basso e Hilario Bell alla batteria in un’esibizione di jazz afrocubano. Nato a Cuba e di formazione classica, Kemuel Roig fonde le sue radici cubane con lo stile jazz tradizionale. Dopo Omar Sosa,Gabriel Hernandez, Leandro Saint-Hill la città di Camaguey annovera un altro grande pianista: il giovane Kemuel Roig, che ha fatto contemporaneamente studi di di percussioni e pianoforte al Conservatorio di Ciego de Avila, perfezionati successiavmente a Miami dove risiede dall’età di 12 anni quando si trasferì con la famiglia. Nato il 18 dicembre 1988 a Camaguey, Cuba, Kemuel Roig ha iniziato ad interessarsi alla musica all’età di quattro anni, quando la sua prima passione era diventare batterista. All’età di otto anni Kemuel fu accettato e divenne studente della Scuola d’Arte Professionale “Nola Sahig” a Ciego de Avila, dove studiò pianoforte classico e batteria contemporaneamente per cinque anni. Nel 2002 la sua famiglia si trasferì negli Stati Uniti e si trasferì a Miami. Durante gli anni del liceo, Kemuel ha avuto l’opportunità di studiare pianoforte classico con la signora Martha Cortina. Più tardi, all’età di sedici anni Roig divenne uno studente del Miami Dade College, dove studiò performance jazz sotto la supervisione del Dr. Michael Di Liddo e Michael Gerber. All’età di 18 anni è stato invitato con l’MDC Hard Bop Ensemble a far parte dell’Umbria Jazz Festival in Italia. L’anno successivo, con lo stesso gruppo, Kemuel vinse un concorso studentesco annuale della rivista DownBeat in due categorie, composizione eccezionale e assolo di pianoforte. Nel corso della sua vita Kemuel si è esibito in tournée, ha prodotto e ha partecipato a registrazioni con grandi figure della musica come: Arturo Sandoval, Al Di Meola, Giovanni Hidalgo, Ed Calle, Randy Brecker, Chris Potter, Julio Padrón, Alain Perez, Issac Delgado, Amaury Gutierrez, Hilario Bell, Malena Burke, Marcos Vidal, Ricardo Rodriguez, Felipe LaMoglia, René Gonzalez, Danni Berrios, Ben-Hur Berroa, Linda Briceno, Aymee Nuviola, Marcos Yaroide, tra gli altri.

Tra i grandi nomi che arricchiscono il cartellone risplende quello di Dave Brubeck, il figlio Darius in quartetto gli dedica con uno spettacolo rappresentativo della rivoluzione del tempo, in programma dal 26 al 29 novembre al Real Teatro Santa Cecilia con doppio turno. Con l’album «Time Out» nel 1959 il pianista californiano realizza una vera innovazione, cercando lo swing in tempi anomali e prima di allora ben poco esplorati. Chi non ricorda la melodia sinuosa del sax sul tempo scomposto – per la verità un compostissimo tempo dispari di 5/4 – di “Take Five”. Un brano che è apparso per la prima volta nel disco Time Out, pubblicato nel 1959 dal Dave Brubeck Quartet, primo album della storia del jazz ad aver venduto più di un milione di copie. Dave ha rivestito un’importanza decisamente notevole nello sviluppo e nella diffusione della musica jazz: “il quartetto di Dave Brubeck – rileva Stefano Zenni – aveva conquistato gli studenti dei college bianchi, un pubblico peraltro inaccessibile a qualsiasi musicista nero. Nel 1954 il pianista era sulla copertina di “Time” e poco dopo la Columbia lo scippò alla piccola etichetta Fantasy facendone il più popolare jazzista del decennio”. Ed il Brass Group punta ancora una volta sulla eccellenza della musica jazz: lo stile e la cifra musicale di Brubeck – elementi condivisi con i musicisti che hanno vissuto con lui il suo tragitto artistico e creativo – hanno impresso un’impronta non irrilevante sullo sviluppo del linguaggio jazzistico del secondo Novecento. In questo senso appare indicativa la testimonianza di Cecil Taylor, riportata da Ekkehard Jost, dove racconta che «quando Brubeck fece la sua prima apparizione a New York, nel 1951, rimasi molto impressionato dalla profondità e dell’intreccio delle sue soluzioni armoniche, che avevano più note di quante ne avessi mai sentite in chiunque altro. Trovavo anche eccitante il suo movimento ritmicoStavo approfondendo Stravinskij, mentre Brubeck studiava con Milhaud. Ma, grazie al mio interesse per Stravinskij e alla mia conoscenza di Milhaud, riuscivo a capire cosa stesse facendo Brubeck”. Oggi, a oltre cento anni dalla nascita e a 23 anni dalla morte di Dave Brubeck, (5 dicembre 2012 n.d.r.), rimane il suo lascito fatto di brani divenuti veri e propri standard, come “Blue Rondo à la Turk”, altro celebre titolo tratto da Time Out, la composizione-omaggio a Duke Ellington “The Duke”, incisa nel 1955 con un quartetto che prevedeva, “In Your Own Sweet Way”, brano apparso nell’album solista Brubeck Plays Brubeck del 1956, fino ad arrivare alla singolare collaborazione con Louis Armstrong in occasione dell’incisione del disco The Real Ambassadors – avvenuta nel 1961 sulla scorta dell’omonimo musical – o ancora all’album registrato dal vivo nel 1968 Compadres: The Dave Brubeck Trio & Gerry Mulligan, Live in Mexico.

La programmazione include anche il progetto artistico speciale, dal 19 al 22 febbraio 2026, protagonista l’artista siciliano conosciuto a livello internazionale Roy Paci, con l’Orchestra Jazz Siciliana. Una Prima Assoluta che mette in evidenza le grandi capacità sonore del trombettista, compositore, arrangiatore e cantante, che comincia a suonare il pianoforte da piccolissimo e approda alla tromba all’età di 10 anni, quando si unisce alla banda del suo paese. A 13 anni è già prima tromba ed entra a far parte di alcune big band siciliane di jazz tradizionale, esibendosi nei locali jazz più famosi d’Italia. A partire dal 1990 intraprende diversi viaggi in Sud America, Canarie e Senegal, continuando a sviluppare le sue influenze musicali. Tornato in Italia, porta avanti la sua esplorazione, talvolta pionieristica, della musica, cimentandosi in una serie infinita di collaborazioni e di tour in tutta Europa e oltreoceano.  Al momento Roy Paci è coinvolto in progetti musicali, editoriali, cinematografici e televisivi. Sostiene inoltre varie iniziative benefiche, come le campagne di Amnesty International e Pangea contro la violenza sulle donne, il progetto Emergency per l’assistenza medica ai civili nelle zone di guerra e la superband Rezophonic, che supporta AMREF nella costruzione di pozzi d’acqua per le popolazioni della regione del Kajiado, in Kenya. Questi solo alcuni dei grandi riconoscimento dell’artista poliedrico che calcherà il palco del Real Teatro Santa Cecilia il prossimo febbraio.

Un atteso progetto che caratterizza la stagione Brass in Jazz è quello di un altro amico della Fondazione, Mario Venuti che per la prima volta in assoluto viene accompagnato dall’Orchestra Jazz Siciliana con arrangiamenti appositamente scritti. Con il concerto Caduto dalle Stelle, appuntamento dal 4 al 7 dicembre. Venuti riconosciuto per la sua abilità di creare musica pop ricca e ben strutturata, che unisce sonorità elettroniche e acustiche in modo originale. Artista pop raffinato, apprezzato per la sua capacità di creare arrangiamenti musicali complessi e melodie orecchiabili, spesso mescolando l’elettronica con arrangiamenti acustici. Il suo album “Tropitalia” è stato particolarmente lodato per l’unione tra ritmi brasiliani e classici italiani, creando un’atmosfera “magica” e “romantica”. I critici evidenziano anche la sua abilità nel raccontare storie e sentimenti, anche quelli più profondi, con testi che spaziano dalla poesia alla malinconia, e che attingono a ricordi e a una visione critica della società. 

Altra importante peculiarità della Stagione è la presenza di note Regine del Jazz: oltre a Nicole Zuraitis, in scena Myriam Phiro Trio che dedica il suo concerto, sempre con l’OJS, a Edith Piaf. Ed ancora Lucía Gutiérrez, vincitrice del Sarah Vaughan Jazz Competition, Lauren Henderson (nella foto), Gunhild Carlin che con l’OJS regalerà magiche note sonore in swing e poi tra gli appuntamenti da non perdere, il ritorno di un’amica del Brass Group, Simona Molinari & l’Orchestra Jazz Siciliana. Tra la cantante e l’OJS c’è stato sempre un gran feeling e ascoltarli è sempre una grande emozione. Simona, cantautrice pop jazz con all’attivo 7 album. Ha duettato con numerosi artisti del calibro di Andrea Bocelli, Al Jarreau e Ornella Vanoni. Ha cantato nei migliori teatri Italiani e stranieri, dal Bluenote di New York al teatro Estrada di Mosca, ha partecipato a Sanremo due volte in gara e due volte come ospite. Oltre ad aver scritto e composto gran parte della sua discografia, ha firmato e interpretato la sigla de “I delitti del Barlume” e la canzone dei titoli di coda dell’ultimo film di Giovanni Veronesi: “Romeo è Giulietta”, uscito da poco nelle sale.

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