Rosàlia De Souza a Trani: la Bossa Nova che guarda al futuro. L'intervista di Fattitaliani


di Giovanni Zambito - Una voce brasiliana, un progetto raffinato, un luogo che parla di storia.

Domenica 31 agosto (ore 21:00 – apertura porte ore 20:30), la Corte Davide Santorsola di Palazzo delle Arti Beltrani, nel cuore di Trani, ospita Nada Será Como Antes, il nuovo progetto della cantante carioca Rosàlia De Souza.

Nata a Rio de Janeiro e residente in Italia dal 1988, Rosàlia è una delle voci più riconoscibili e raffinate della Bossa Nova contemporanea. La sua carriera, costruita con pazienza e coerenza, l’ha portata a collaborare con figure storiche come Roberto Menescal – con cui ha scritto Agarradinhos, brano poi reinterpretato da icone come Wanda Sá, Leila Pinheiro e Stacey Kent – e a incidere per etichette di prestigio come Schema Records e Universal Japan.

Ma ciò che la distingue non è solo il curriculum: è la sua capacità di scegliere, interpretare e reinventare. Il suo repertorio attinge a brani di autori brasiliani poco noti, spesso dimenticati dal mainstream, che lei riporta alla luce con una sensibilità moderna, elegante, mai prevedibile.

Nada Será Como Antes non è un semplice concerto, ma un manifesto artistico. Il titolo, che richiama la celebre canzone di Milton Nascimento, annuncia un cambiamento: una rottura con il passato e una nuova visione della musica brasiliana. Rosàlia non cerca di replicare la Bossa Nova degli anni ’60, ma di farla dialogare con il presente, con le contaminazioni del jazz, con le sonorità europee e con il vissuto di chi ha attraversato oceani e culture.

Per chi ama la musica che non si limita a intrattenere, ma che invita all’ascolto profondo, alla scoperta e al sogno, Nada Será Como Antes è un appuntamento da non perdere. Perché, come suggerisce il titolo, dopo aver ascoltato Rosàlia De Souza, qualcosa dentro di noi sarà davvero cambiato. L'intervista di Fattitaliani.

Rosàlia, il titolo del suo nuovo progetto, Nada Será Como Antes, richiama una canzone di Milton Nascimento, ma suona anche come un manifesto artistico. Cosa significa per Lei questo “nulla sarà come prima”?
Vorrei che fosse visto come un manifesto artistico: che le persone guardassero al mio presente, a quello che sto facendo adesso, e non a ciò che ho fatto in passato. Certo, il passato è stato importante, ci ha insegnato molto, ma resta passato. Io cerco sempre di trovare un nuovo arrangiamento, anche per i classici della Bossa Nova. Vivere nel passato non ha senso: nulla sarà più come prima, e neppure il pubblico mi vedrà più come era abituato.

La sua carriera è segnata da scelte molto personali, come quella di riscoprire canzoni di autori brasiliani meno conosciuti, dando loro nuova vita. Cosa La spinge a percorrere questa strada invece di affidarsi solo al repertorio consacrato della Bossa Nova?
Come hai detto tu, esiste già un repertorio consacrato di Bossa Nova. E proprio per questo non c’è più bisogno di ripetere e ripetere sempre le stesse cose. Io preferisco cercare brani che raccontino un percorso diverso, che possano ancora sorprendere ed emozionare.

Vive in Italia dal 1988. In che modo l’esperienza di attraversare oceani e culture ha influenzato il suo modo di cantare e interpretare la musica brasiliana?
Credo che l’unica vera influenza di vivere lontano dal mio paese sia poter continuare a sentirmi brasiliana, cantando la mia cultura, la mia infanzia, il mio popolo. Più continuo questo percorso, più si arricchisce di esperienze. Forse un po’ di saudade mi aiuta a interpretare la mia musica come la sento, come mi emoziona. Ed è importante, perché significa che la mia brasilianità è ancora viva in me.

Sul palco di Trani sarà accompagnata da musicisti italiani di altissimo livello, con cui collabora da molti anni. In che modo questa convivenza artistica plasma il suono del progetto e la tua relazione con il pubblico europeo?
Suonare con questi musicisti, che mi accompagnano da tanto tempo, significa condividere emozioni autentiche. Non esistono persone migliori con cui vivere e trasmettere emozioni. Abbiamo costruito insieme un repertorio che piace a tutti e questo rende il lavoro naturale: non c’è bisogno di spiegare troppo, perché ciascuno sa già cosa fare nel momento giusto. Ci conosciamo a tal punto che percepiamo l’umore dell’altro: se è felice, stanco o malinconico. Credo che anche il pubblico senta questa sintonia.

Ha già lavorato con figure storiche come Roberto Menescal. Cosa ha imparato da lui, che porta ancora con sé nella sua musica?
La collaborazione con Roberto Menescal mi ha insegnato tantissimo. Per riassumere, la cosa più importante è che bisogna fare meno per ottenere più effetto. Parlare meno per essere più ascoltati. Restare sempre se stessi, senza disturbare nessuno. La musica, in fondo, parla con note semplici, melodie semplici, emozioni semplici.

La Bossa Nova, nata alla fine degli anni ’50, è diventata patrimonio culturale brasiliano e mondiale. Come vede oggi la possibilità di rinnovarla, dialogando con il jazz e con le sonorità contemporanee?
Anche le canzoni classiche di Bossa Nova hanno bisogno di una nuova veste. Io cerco sempre di proporre arrangiamenti inediti: perché restare fermi al passato, quando la musica vive solo se continua a trasformarsi? Nulla sarà come prima: anche la Bossa Nova deve rinnovarsi per restare viva.


L’atmosfera di un luogo come la Corte Davide Santorsola, a Trani, certamente crea un’energia speciale. Cosa può aspettarsi il pubblico da questa notte sotto le stelle?
Quello che il pubblico può aspettarsi io non lo so. Io spero che ognuno che venga ad ascoltarmi abbia almeno la certezza di emozionarsi. Chi vorrà lasciarsi andare lo farà, e potrà scoprire in me una compagna di viaggio.

Per concludere: dopo Nada Será Como Antes, cosa verrà nel suo percorso artistico?
Nulla potrà essere come prima. A seguire ci sarà un progetto di “Bossa Nordica” con il mio gruppo danese, poi tanti concerti, un giro in Italia e nel mondo. La musica non mi annoia mai, e continuerà ad accompagnarmi in nuove avventure.

Ad accompagnarla in questo viaggio musicale ci saranno musicisti di altissimo livello, con cui condivide da anni una profonda intesa artistica:

Antonio de Luise, contrabbasso e basso elettrico, musicista salernitano dalla grande versatilità;

Roberto “Red” Rossi, batteria, che Rosàlia ama definire “il mio afro-romagnolo”, capace di fondere groove brasiliano e sensibilità mediterranea;

Domenico Sanna, pianoforte, interprete raffinato e narrativo, che sa dare voce tanto alle pause quanto alle note;

Sandro Deidda, ai fiati, sassofonista di razza che con de Luise condivide non solo il palco ma anche le radici familiari nella tradizione musicale salernitana.

La serata si inserisce nella rassegna Musica a Corte, che da anni porta a Trani artisti di grande qualità, valorizzando uno spazio che non è semplice contenitore ma luogo d’incontro tra arte, storia e contemporaneità. La Corte Davide Santorsola, con la sua atmosfera raccolta e la sua acustica naturale, si presta perfettamente a un concerto che promette introspezione, ritmo e bellezza.

Fattitaliani

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