Quando la vacanza fa… buh! Fantasmi nei Castelli delle Valli Taro Ceno

 


Nelle Valli del Taro e del Ceno non ci sono solo funghi porcini da cercare con il fiuto di un segugio, sentieri per escursionisti incalliti, cascate che sembrano cartoline e torrenti che mormorano segreti antichi.

Non ci sono solo vette che rubano il fiato (e non solo per la fatica) e panorami da Instagram. No, qui c'è anche dell'altro. Qui ci sono i fantasmi e alloggiano (altro che sprovveduti) e aleggiano nei Castelli. 

 

Qui bellezza non è solo negli occhi di chi guarda, ma di chi “osserva” il visitatore di sottecchi e nelle storie che queste “presenze” sanno raccontare. Eh sì, perché qui le mura “parlano”. Letteralmente.

Tutti i castelli sono visitabili (tranne quello di Pellegrino, che è privato ma apre al pubblico in certi periodi dell'anno).

 

«Le Valli del Taro e del Ceno nel territorio di Visit Emilia – svela Francesco Mariani, presidente dell’Unione Comuni Valli Taro e Ceno – sono un posto dove la storia convive con il mistero, dove ogni pietra ha una storia da raccontare e dove, se avete fortuna, o sfortuna, dipende dai punti di vista, è incontrare qualcuno che dovrebbe essere altrove da secoli. Ma che, evidentemente, si trova troppo bene qui per andarsene». E come dargli torto. 

 

Il Castello di Bardi: Moroello, il fantasma più romantico d'Italia

Se ci fosse una classifica dei fantasmi più romantici d'Italia, Moroello vincerebbe a mani basse. La sua storia è un mix perfetto tra "Romeo e Giulietta" e "Ghost", con un finale che neanche Hollywood oserebbe scrivere.

Siamo nel Rinascimento, epoca in cui l'amore era complicato quanto un'assemblea di condominio. Moroello, comandante delle truppe, era perdutamente innamorato di Soleste, figlia del castellano. Lei ricambiava, ma - colpo di scena - era già stata promessa in sposa a un feudatario. Perché? Ovvio: per ampliare i possedimenti terrieri. L'amore ai tempi dei castelli era una questione di geografia, più che di cuore.

La coppia si incontrava di nascosto, con la complicità della balia (che evidentemente aveva un'anima romantica). Tutto andava bene finché Moroello non partì per la guerra. Soleste, ogni giorno, saliva sul mastio per scrutare l'orizzonte. Un giorno vide arrivare cavalieri con vessilli nemici. Pensò: «È morto! Siamo spacciati!» e si buttò giù dalla torre.

Se avesse aspettato cinque minuti, avrebbe visto che quei cavalieri erano guidati da Moroello, che aveva vinto e portava i colori nemici come trofeo. Ma no, la fretta è sempre cattiva consigliera. Moroello, disperato, fece la stessa fine.

Da allora vaga per il castello. Alcuni dicono che si senta ancora sospirare nelle notti di luna piena. 

Altre bellezze da scoprire nei dintorni: a Bardi c’è molto più del celebre castello! È bello girovagare tra i vicoli medievali, scoprire chiese sorprendenti e, per chi ama l’avventura, imboccare il Sentiero delle Cascate in Val Noveglia: un tuffo nella natura tra salti d’acqua, borghi abbandonati e tracce di villaggi longobardi. 

 

Il Castello di Compiano: Giulia e l'amore oltre la morte

Le apparizioni sono scritte in maniera certosina dal consorte: Agostino Landi nel 1546. Sua moglie Giulia, morta a 30 anni dopo il quinto parto, continuava a fargli visita nella loro camera matrimoniale.

«Consorte, perché Vostra Signoria non viene mai qui a vedermi?»: chiede Giulia, apparendo seduta su una cassa di noce. Una moglie che ti fa i rimproveri anche da morta: questo sì che è amore eterno.

Agostino racconta ogni dettaglio: gli abbracci, i baci, le carezze. E ogni volta che lei sparisce, lui rimane "addolorato e bagnato dalle tante lacrime". Una storia d'amore che neanche Nicholas Sparks oserebbe scrivere.

Gli incontri continuarono per mesi. Giulia era evidentemente una di quelle donne che sanno come non farsi dimenticare. E Agostino, poveretto, tra il dolore per la perdita e la gioia per le visite notturne, non sapeva più se piangere o sorridere.

Altre bellezze da scoprire nei dintorni: a Compiano è bello passeggiare nel borgo antico, una delle perle dell’Associazione “Borghi più Belli d’Italia”. Altre piccole meraviglie del borgo: la Chiesa di San Giovanni Battista, raffinata in stile barocco‑neoclassico e il Battistero, la cui costruzione si presuppone sia antecedente all’Editto Napoleonico di Saint Cloud del 1804. Nelle frazioni visita la Chiesa di Sant’Antonio Abate a Isola, con stucchi settecenteschi, e la Chiesa di San Giacomo Maggiore a Cereseto, decorata da affreschi moderni. E poi sentieri naturali tra boschi e panorami completano l’esperienza.

 

Il Castello di Pellegrino: la Dama Bianca che fece boom

Il 15 marzo 1827 il sindaco Giordano Marubbi scrisse un rapporto che oggi farebbe impazzire i social media. Oggetto: una "dama bianca" che appariva ogni sera alle 18:15 precise (più puntuale di un treno svizzero) e spariva a mezzanotte.

Il fenomeno divenne virale prima che esistesse internet. Trecento persone al giorno! Da Parma arrivavano signori in ghette e signore con larghi cappelli, tutti pronti a fare il "ghost watching". Si organizzavano vere e proprie gite: carrozza andata e ritorno, cena alla locanda, pernottamento e colazione. Il primo pacchetto turistico della storia aveva come protagonista un fantasma.

Chi era la dama bianca? Forse Manfredo Pallavicino, che nel 1428 fu catturato dal terribile Niccolò Piccinino. Torturato e strangolato nelle segrete (che potete ancora visitare, se avete stomaco), il poveretto potrebbe essersi stancato di stare sottoterra e aver deciso di fare un po' di aria.

Il business andò avanti finché arrivarono i Dragoni Ducali. Finita la pacchia, vietati gli assembramenti. Il fantasma, offeso per l'ingratitudine, decise di non mostrarsi più. Una lezione per tutti: se non si apprezza l'intrattenimento gratuito, poi ci si deve accontentare della TV.

Altre bellezze da scoprire nei dintorni: merita una visita il santuario di Careno, da secoli meta di pellegrinaggio. L’origine della Chiesa è molto antica: fu fondata nel 944. E se ll’arte nutre l’anima, il palato trova gioia in un caseificio locale, dove nasce il Parmigiano Reggiano di montagna: profumo intenso, gusto autentico. Qui ogni visita è un piccolo viaggio tra storia, natura e sapori veri.

 

Il Castello di Varano: Beatrice e il mistero dei 21 anni

Questo Castello ha un problema: troppi fantasmi per metro quadro. Sagome che si materializzano nella sala da pranzo, volti che emergono dal buio delle torri, voci che registrano strumenti sensibili.

Durante una sessione medianica è emerso che il fantasma principale è Beatrice Pallavicino. Nata nel 1662 da Alessandro Pallavicino e Maria Caterina Della Valle, morta a 21 anni in circostanze che di misterioso hanno ben poco: erano drammaticamente tragiche.

La storia vera è da brividi. Rimasta orfana a tredici anni dopo l'assassinio dei genitori, Beatrice finì sotto la tutela dello zio Antonio. Dopo averla sposata formalmente a Giovanni Barbiano (ma tenendola al castello), Antonio iniziò ad abusare della nipote. Tre gravidanze, due bambini morti in circostanze sospette, finché al terzo parto - due gemelli - Beatrice decise di farla finita: si cosparse d'olio, si diede fuoco e si avvinghiò allo zio portandolo con sé nell'aldilà.

Un suicidio? No, l'estremo sacrificio di una madre per salvare i propri figli. E infatti gira per il castello in vestito bianco, non per nostalgia, ma perché secondo la leggenda è rimasta a fare la guardia: spirito protettore di madri e bambini, pronta a intervenire se qualcuno dovesse ripetere le gesta di Antonio.

Le analisi strumentali hanno confermato "presenze anomale". Beatrice sembra particolarmente attiva. Forse è solo che, anche da morta, una donna sa come farsi notare. O forse sta ancora facendo il suo lavoro di sentinella.

Altre bellezze da scoprire nei dintorni: Dallara Academy: moderno tempio delle quattro ruote con esposizioni e simulatori. Per gli appassionati di motori, l'Autodromo Riccardo Paletti offre eventi e kart. Inoltre, la Chiesa di San Martino, barocca e ricca di affreschi e la Pieve di Serravalle con il suo antico battistero ottagonale. Per una passeggiata, il panorama in Val Ceno tra boschi e sentieri completa l'esperienza.

Fattitaliani

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