Pippo Baudo è morto, addio al signore della tv italiana

«I grandi uomini non appartengono mai solo a se stessi, ma a tutti quelli che li hanno amati.» - Victor Hugo

È morto ieri sera a Roma, al Campus BiomedicoPippo Baudo, il signore della televisione italiana. Aveva 89 anni ed era circondato dall’affetto dei suoi cari. Con lui se ne va un pezzo di storia collettiva: non solo un conduttore, ma un simbolo della tv italiana, un volto familiare che per oltre mezzo secolo ha accompagnato il pubblico con la sua voce calda, il sorriso rassicurante e una professionalità che hanno fatto scuola. Con la sua scomparsa, si chiude un’epoca: quella della televisione artigianale, costruita con rigore e passione, che parlava al Paese con linguaggio semplice e insieme colto.

Le radici di un mito
Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, Pippo Baudo portò sempre con sé l’orgoglio delle origini. Laureato in giurisprudenza, aveva scelto la strada dell’arte, suonando il pianoforte, cantando e facendo cabaret. Negli anni ’50 arrivò la tv, ancora in bianco e nero: lì Baudo trovò la sua dimensione naturale. Nel 1966, con Settevoci, conquistò definitivamente il pubblico, che da quel momento lo avrebbe riconosciuto come una presenza fissa.

L’uomo di Sanremo
Se c’è un palco che più di ogni altro ha incarnato la grandezza di Pippo Baudo, è quello del Festival di Sanremo. Tra il 1968 e il 2008 lo ha condotto 13 volte, un record che difficilmente verrà eguagliato. Non era solo un presentatore: era un cerimoniere, un direttore artistico, un narratore capace di trasformare la gara canora in evento nazionale.

Molti artisti oggi affermati devono a lui la loro prima opportunità: Laura Pausini, che vinse con La solitudine nel 1993; Giorgia, che Baudo volle sul palco nonostante fosse ancora poco conosciuta; Andrea Bocelli, che si impose al pubblico grazie alla sua fiducia. Pippo aveva fiuto, sapeva riconoscere il talento ancora grezzo e trasformarlo in promessa.

Sanremo fu anche teatro dei suoi momenti più iconici: dal 1995, quando fermò un uomo che minacciava di gettarsi dall’Ariston, al 1992, quando fronteggiò con fermezza i contestatori sul palco. Episodi che hanno mostrato il suo sangue freddo e la capacità di trasformare l’imprevisto in spettacolo.

Baudo e i giovani
Uno dei tratti distintivi della sua carriera è stata la generosità verso i giovani. Non era solo un talent scout, ma un vero maestro. Amava scoprire voci nuove, dare spazio a ballerini, cantanti e comici, e proteggerli nei loro primi passi. «Il successo di un artista — diceva — è anche il successo di chi ha saputo credere in lui».

Con questo spirito ha lanciato nomi che avrebbero segnato la musica e lo spettacolo: da Lorella Cuccarini a Heather Parisi, da Al Bano a Anna Oxa, da Eros Ramazzotti a Il Volo.

Un uomo di azienda e di palcoscenico
La Rai fu la sua vera casa. Negli anni ’90 ne divenne direttore artistico, ripensando format e serate. Conosceva ogni ingranaggio della macchina televisiva e pretendeva precisione assoluta. Dietro il conduttore sorridente c’era un uomo severo, metodico, che non accettava improvvisazione.

Eppure, quella severità era bilanciata da un calore umano che gli artisti ricordano con gratitudine. Era un padre severo, ma anche generoso, pronto a incoraggiare, a sostenere, a difendere chi meritava fiducia.

Il carattere: rigore e cuore
Baudo era un uomo dal carattere complesso: rigoroso e appassionato, esigente e generoso, autorevole ma capace di ironia. Non sopportava la superficialità, ma amava ridere di sé. Celebre il suo tormentone: «L’ho inventato io», detto con ironico orgoglio, che in fondo conteneva una verità: tanto della televisione italiana porta la sua firma.

Chi lo frequentava conosceva anche la sua parte più intima: dietro la facciata del presentatore impeccabile, c’era un uomo capace di affetto sincero, legato agli amici, alla sua Sicilia e ai suoi valori.

Vita privata
Sul piano personale, Baudo visse un matrimonio mediatico con Katia Ricciarelli, dal 1986 al 2004. Ebbe due figli, Tiziana e Alessandro, e visse la famiglia con discrezione, preferendo mantenere riservati molti aspetti privati. Nel 2021 fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento che suggellò la sua grandezza non solo come uomo di spettacolo, ma come figura culturale.

Il ricordo degli artisti
Alla notizia della sua morte, il mondo dello spettacolo si è unito in un coro di dolore.

  • Fiorello: «Pippo era il nostro maestro. Tutti noi che facciamo questo mestiere gli dobbiamo qualcosa. Ha tracciato una strada che continuiamo a percorrere.»
  • Lorella Cuccarini: «Mi ha dato fiducia quando ero giovanissima. Senza di lui non sarei diventata quella che sono. Grazie Pippo, resterai per sempre nel mio cuore.»
  • Laura Pausini: «Gli devo tutto. È stato il primo a credere in me. Non dimenticherò mai il suo incoraggiamento.»
  • Mara Venier: «Un gigante buono, un amico, un pezzo di famiglia. Perdiamo il signore della televisione.»

L’eredità
Negli ultimi anni, Baudo si era ritirato a vita privata. Ogni sua apparizione in tv diventava un evento, accolto dall’affetto del pubblico. Nel 2023, ospite di Mara Venier, si definì ironicamente “il maestro”. Una definizione che oggi appare come il suo testamento simbolico: maestro di televisione, ma anche di vita professionale, di rigore e di passione.

Con la sua morte, l’Italia perde un pezzo della propria identità culturale. Ma il suo lascito resta: lo stile, l’arte dell’intrattenimento, il rispetto per il pubblico e la capacità di coniugare spettacolo e cultura. Pippo Baudo non è stato solo un conduttore: è stato la televisione italiana stessa, nella sua forma più alta e popolare.

Carlo Di Stanislao

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