di Giovanni Zambito - Una serata che è stata molto più di un concerto: al Live Arena di Agrigento, Nino D’Angelo ha regalato al suo pubblico una vera e propria festa della memoria, della musica e dell’identità popolare.
Una celebrazione intensa e coinvolgente di oltre quarant’anni di carriera, vissuti attraverso le canzoni che hanno segnato intere generazioni, dalle curve degli stadi ai grandi palchi, passando per cinema, Sanremo e le piazze del cuore.Il “ragazzo della Curva B” ha scelto Agrigento come una delle tappe del suo viaggio musicale intitolato all’epopea degli anni ’80, e l’ha fatto nel modo più autentico e caloroso: circondato da un pubblico trasversale e affettuosissimo, formato da ragazzi giovanissimi, genitori, nonni, coppie storiche e fan di tutte le età, uniti da un filo comune – quello delle emozioni condivise, senza tempo.
Sul palco, una scaletta che è stata un viaggio tra successi immortali: l’inarrestabile energia di Jamme Ja; le struggenti Maledetto treno e Chiara. Commovente anche il momento in cui ha intonato i brani dedicati ai genitori, vere e proprie poesie in musica che raccontano con delicatezza e sincerità l’amore filiale, le radici e la riconoscenza (Chesta sera, 'O pate). E ancora, Nu jeans e na maglietta, L'ammiratrice, Senza giacca e cravatta, Fotoromanzo, Marí – vere e proprie bandiere identitarie che il pubblico ha cantato a squarciagola, in un coro collettivo da brividi.
Ma il concerto non è stato solo musica: è stato soprattutto un incontro intimo e sincero tra artista e fan, con momenti toccanti e spontanei che hanno reso lo show unico. In tanti si sono avvicinati al palco – a volte invadendo bonariamente la scena – per scattare un selfie, immortalare la loro canzone del cuore o semplicemente scambiare due parole con Nino. Una coppia sventolava un cartello con scritto: “Gigi e Francesca: ci siamo innamorati 35 anni fa con la tua musica. Grazie, Nino”. Una donna ha raccontato di essere uscita dall’ospedale in anticipo per non perdersi il concerto. Tre ragazzi hanno chiesto una dedica per il loro papà scomparso, Rocco, che sarebbe stato con loro a cantare.
Agrigento ha risposto con calore, nostalgia, entusiasmo. Un concerto che è stato rito e memoria, festa e riconoscenza. E Nino D’Angelo, ancora una volta, ha dimostrato di non essere solo un artista, ma un compagno di vita per chiunque abbia amato, sofferto, ballato o sognato con le sue canzoni.